Particolare interesse dovrà essere dedicato alla scelta dei
mediatori didattici. La mancanza di un libro di testo di riferimento rende
indispensabile focalizzare l’attenzione
sulla strategia didattica da adottare. Il tempo trascorso in classe deve
essere speso in modo da coinvolgere
“sempre” gli studenti. Questi, non devono mai perdere l’attenzione dalle
attività proposte perché non avranno possibilità a casa di rivedere, consultare
o approfondire le tematiche trattate. E’ imperativo quindi adottare una
strategia “Child centered” che richieda un coinvolgimento attivo degli studenti
nella realizzazione delle lezioni,
attraverso mediatori didattici come problem analysis/solving, brain storming,
cooperative learning e narrazione fino ad arrivare alla peer education, un
approccio anche definito del “Child to Child”. Le lezioni frontali, che
prevedono solo un ruolo passivo degli studenti, dovranno essere limitate
cercando di ridurre i contenuti all’essenziale e introducendo opportuni
accorgimenti che le rendano più trascinanti.
Brain Storming
Questo mediatore permette di
far esprimere liberamente agli allievi le proprie idee. Nell’ambito di un
intervento didattico dedicato alla sicurezza alimentare, l’insegnante dopo aver
definito il concetto di rischio alimentare, potrebbe impostare la lezione
chiedendo agli allievi di individuare nelle enciclopedie esperenziali personali
delle situazioni di rischio alimentare. Questo tipo di attività, da un lato,
permetterà all’allievo di apprendere in modo concreto il significato di rischio
alimentare, dall’altro, consentirà di definire la situazione di rischio
alimentare locale.
Il brain storming potrà essere anche utilizzato per far
emergere le idee degli allievi circa le funzioni dei principi nutrizionali. Tra
i prerequisiti, viene richiesta la conoscenza dei fattore nutrizionali, il
brainstorming può così diventare anche una sorta di prova per sondare se le
conoscenze pregresse degli allievi siano ancora significative o la classe
necessiti di un intervento di revisione dei concetti fondamentali richiesti.
Accanto al brain storming si potrebbe prevedere di somministrare un
questionario con domande a risposta chiusa o test a risposte multipla. Il questionario
avrebbe la valenza di un test d’ingresso e servirebbe a stabilire la necessità o meno di un
intervento integrativo dedicato ai principi nutrizionali, prima di procedere
alla trattazione di tematiche più strettamente legate alla sicurezza alimentare.
Problem Analysis
Viene richiesto agli studenti
di analizzare la loro realtà in materia di sicurezza alimentare, in senso
locale ma anche nazionale. Attraverso le esperienze personali riportate dagli
allievi, si delineerà un quadro che rappresenta in modo significativo le
potenziali fonti di rischio legate al consumo alimentare. Per l’analisi locale,
gli allievi potranno rifarsi a quanto emerso nell’attività di brain-storming
descritta prima. Il passo successivo sarà quello di analizzare le principali
problematiche alimentari a livello nazionale. Per l’analisi nazionale l’allievo
utilizzerà materiale fornito dall’insegnante e reperito sul web agli indirizzi
prima elencati; là dove sia possibile, potranno essere invece gli stessi
allievi a procurarsi il materiale. In entrambi i casi, il ruolo dell’insegnante
dovrà comunque restare passivo. Egli dovrà porre le condizioni affinché la
ricerca venga svolta nel miglior modo possibile, offrendo indirizzi web dove
reperire le informazioni, oppure garantendo il materiale con cui impostare
l’analisi, ma in modo neutrale, cioè cercando di non contaminare troppo le
strategie di ricerca degli allievi con le proprie idee. L’analisi del problema
è bene venga svolta in gruppo perché richiede uno scambio di opinioni; difficilmente
il singolo potrebbe arrivare ad un’analisi globale e accurata. Il lavoro di
analisi dovrà essere poi sintetizzato e sarà oggetto di valutazione.
Problem Solving
Il problem solving si basa su
un apprendimento per scoperta: viene posto un problema e l’allievo deve
formulare un ipotesi e cercare di verificarla. Questo mediatore potrebbe essere
utilizzato per stimolare gli allievi ad applicare quanto emerso durante la
lezione frontale spesa a descrivere i fattori che determinano la crescita dei microrganismi
patogeni contenuti negli alimenti. La richiesta dovrebbe essere quella di
cercare di definire delle norme che con buona approssimazione aiutino a
proteggere l’individuo dai rischi derivati dal consumo di alimenti contaminati.
Invece che l’ insegnante che descrive i comportamenti da seguire sono gli allievi che costruiscono un codice comportamentale condiviso. Questa strategia è
forse più capace di indurre l’allievo a modificare le proprie abitudini
alimentari perché è lui stesso che ne definisce il rischio e le misure con cui
prevenirlo. Al termine dell’attività i lavori realizzati in gruppi di
tre/quattro persone dovranno essere formalizzati in un poster che verrà
discusso all’interno del gruppo classe. Il momento della discussione dovrebbe vivacizzare
il confronto tra gruppi di lavoro e far emergere una visione più globale della
problematica trattata.
Cooperative Learning
L’apprendimento cooperativo
consiste nel far lavorare gli allievi in gruppo. Tale modalità aiuta a
sviluppare abilità sociali e migliora le prestazioni del singolo. Il successo
del gruppo diventa il successo del singolo e questo smobilita anche gli allievi
più in difficoltà. Nel percorso qui illustrato gran parte delle attività
proposte è consigliabile realizzarle sotto forma di lavori di gruppo. Come già
anticipato sia il lavoro di “Problem Solving” che di “Problem Analysis” sono
concepiti come lavoro da realizzare in gruppo e si può così ritenere una sorta
di specializzazione di “Cooperative Learning”.
Peer Education
Per Peer Education o
approccio del “Child to Child” intendiamo una strategia didattica che
contrappone alla classica relazione tra studente e insegnante una situazione in
cui è lo studente a diventare docente. Nell’attività di Peer Education che
proponiamo viene richiesto agli studenti, al termine del percorso dedicato alla
sicurezza alimentare, di diventare a loro volta formatori. La loro attività si
dovrebbe rivolgere a studenti di ordine e grado scolastico inferiore ma
potrebbe anche estendersi in altri ambiti della comunità di appartenenza. Gli
allievi potrebbero organizzare momenti formativi all’interno dello spazio
scuola, rivolgendosi a quanti non hanno la possibilità di frequentarla; gli
stessi familiari rappresentano un potenziale target. In questo modo si
creerebbe un effetto domino: l’intervento didattico uscirebbe dalle mura della
classe per entrare nelle mura di altre scuole o nelle mura familiari,
raggiungendo così un numero decisamente superiore di potenziali bersagli di
patologie derivate dal consumo alimentare. Ma questo non è l’unico vantaggio:
infatti responsabilizzare gli studenti, obbligandoli in una diretta attività di
formazione, rende più facile l’acquisizione di una significativa consapevolezza
del tema trattato.
Lezione Frontale
La lezione frontale è il
mediatore didattico meno coinvolgente tra quelli utilizzati ma per ragioni di
organizzazione temporale e per il contenuto dei temi trattati è indispensabile.
Ci sono in particolare due momenti in cui se ne prevede l’utilizzo: il primo, dedicato
alla descrizione dei microrganismi patogeni contenuti negli alimenti, con
riferimento ai fattori che ne condizionano la crescita e alle patologie ad essi
associati, il secondo, che prende invece in esame le principali patologie
collegate ai due diversi tipi di malnutrizione: carenza proteica e carenza
vitaminica. Nell’ambito della lezione dedicata alle patologie da malnutrizione
sarà destinato anche spazio all’analisi di casi particolari come l’AIDS o la
gravidanza, condizioni dove gli effetti da malnutrizione possono avere
conseguenze devastanti. Con le lezioni frontali si corre però il rischio di
perdere l’interesse degli allievi che possono facilmente distrarsi; diventa
quindi imperativo per l’insegnante seguire delle norme comportamentali che le permettano
di mantenere alto l’interesse come:
1-mantenere il contatto visivo con tutti gli allievi;
2-parlare forte e lentamente;
3-lasciare il tempo che gli allievi prendano appunti;
4-fare domande (“Interactive Questions”);
Il fare domande obbliga l’allievo a seguire il discorso
dell’insegnante. Il rischio è che siano sempre gli stessi allievi a rispondere;
sarà quindi necessario un maggior grado di attenzione verso gli studenti che
tendono a risponder di meno.
Programmazione
Day
|
Ore
|
Attività
|
1
|
1
|
Brain storming
|
1
|
2
|
Analisi del problema (da svolgere a casa)
|
2
|
2
|
Lezione frontale
|
3
|
1
|
Soluzione del problema
|
3
|
2
|
Rielaborazione di gruppo(da svolgere a casa)
|
4
|
1
|
Lezione frontale
|
4
|
2
|
Elaborazione poster (da svolgere a casa)
|
5
|
1
|
Brain storming/Questionario
|
6
|
2
|
Lezione frontale
|
7
|
1
|
Soluzione del problema
|
7
|
2
|
Rielaborazione di gruppo(da svolgere a casa)
|
8
|
1
|
Lezione Frontale
|
8
|
2
|
Elaborazione poster (da svolgere a casa)
|
9
|
1
|
Verifica
|
10
|
1
|
Restituzione verifica
|
Giorno_0_5h_Analisi del contesto
L’insegnante dovrà individuare i problemi emergenti in
materia di sicurezza alimentare nel contesto in cui svolgerà l’intervento. Le
informazioni potranno essere reperite nei siti web consigliati e presso le
istituzioni sanitarie locali, la cui collaborazione è fortemente consigliata.
Giorno_1_1h_ Brain Storming
Gli allievi verranno stimolati con le seguenti domande:
Cos’è il rischio alimentare?
Possono gli alimenti “come tali” provocare danno alla
salute dell’individuo?
In quali modi?
Al termine della prima domanda è bene che l’insegnante
definisca in modo preciso il concetto di rischio analizzando le idee espresse
dagli allievi ed eventualmente integrandole con proprie riflessioni, se le
osservazioni degli studenti si rivelassero inadeguate (vedi: Definizione di
sicurezza alimentare; Definizione e fonti di rischio alimentare).
Giorno_1_2h_Problem Analysis
Alla luce di quanto emerso
dal brainstorming si chiederà agli allievi di delineare la situazione locale e
nazionale in materia di sicurezza alimentare. Gli allievi dovranno produrre un
breve saggio utilizzando il materiale fornito dall’insegnante reperito in rete
(vedi: Gruppi a rischio), o se hanno accesso ad un PC, utilizzando direttamente
le risorse web su indicazione della stessa docente. L’analisi del problema
viene data come consegna da svolgere a casa in gruppi di 3-4 persone. Se per
problemi contingenti, la realizzazione in orario extrascolastico è impossibile,
l’insegnante potrà scegliere di effettuare l’analisi in classe.
Giorno_2_2h_Lezione Frontale
Partendo dall’analisi della situazione locale l’insegnante
spiegherà le principali patologie legate al consumo di alimenti infetti, ne
descriverà le cause e si focalizzerà sui fattori che le condizionano, facendo
particolare riferimento ai seguenti parametri: tempo, temperatura, pH, presenza
di acqua e di O2 (vedi: Patologie legateal
consumo alimentare).
Giorno_3_1h_Problem Solving
Agli allievi viene formulata la seguente domanda:
Alla luce dei fattori che determinano la crescita e la
patogenicità dei microrganismi come possiamo difenderci?
L’insegnante dividerà la classe in gruppi di 3-4 persone e
ciascun gruppo dovrà formulare delle norme comportamentali che tutelino la
salute dell’individuo. Ogni norma dovrà essere giustificata facendo soprattutto
riferimento ai fattori che limitano crescita e sopravvivenza dei microrganismi.
A ciascun gruppo sarà richiesto di elaborare un poster che riassuma le
conclusioni raggiunte.
Giorno_4_1h_Lezione Frontale
L’insegnante descriverà gli elaborati svolti dai vari gruppi
integrandoli con proprie riflessioni in modo che, al termine della lezione, sia
possibile definire un quadro comportamentale a cui attenersi per tutelare il
benessere dell’individuo (vedi: Come prevenire le patologie alimentari). Le
regole di comportamento verranno riportate in un poster che potrà essere
utilizzato durante l’attività di “Peer Education”.
Giorno_5_1h_Brain Storming/Questionario
Si sonderanno le conoscenze pregresse degli allievi in
materia di fattori nutrizionali chiedendogli di descrivere fonti e funzioni dei
principi nutritivi. In alternativa si potrebbe somministrare un questionario.
Giorno_6_2h_ Lezione Frontale
L’insegnante spiegherà le
principali patologie legate alla malnutrizione e illustrerà i gruppi più a
rischio: verranno descritte le cause e le conseguenze metaboliche. Particolare
attenzione verrà dedicata ai deficit energetici e vitaminici che più colpiscono
la popolazione dei paesi in via di sviluppo(vedi:Patologie legate al consumo
alimentare).I sintomi e le eventuali cure, potrebbero invece essere descritti,
da personale medico o paramedico di
istituzioni sanitarie locali.
Giorno_7_1h_Problem Solving
Sfruttando le conoscenze
pregresse e alla luce di quanto emerso dalla lezione precedente, gli allievi
dovranno elaborare un piano dietetico che tenga conto delle risorse alimentari
locali e che garantisca il miglior apporto nutrizionale possibile. Le scelte
alimentari dovranno essere giustificate. L’attività può essere svolta in gruppi
di 3/4 persone e ciascun gruppo dovrà realizzare un poster che riassuma le
conclusioni raggiunte.
Giorno_8_1h_Lezione Frontale
L’insegnante ancora una volta, sarà tenuta a descrivere gli
elaborati svolti dagli allievi integrandoli con proprie riflessioni in modo
che, al termine della lezione, sia possibile definire una dieta equilibrata che
tenga conto delle diverse esigenze e tuteli il benessere individuale(vedi:
Come prevenire le patologie alimentari). I consigli dietetici verranno
riportati in un poster che potrà poi essere utilizzato durante l’attività di
“Peer Education”.
Peer Education
L’attività di Peer Education potrebbe essere svolta in
scuole di ordine e grado inferiore oppure all’interno della stessa
comunità/famiglia. Come materiale didattico, gli allievi potrebbero utilizzare
i loro elaborati(vedi poster).
Uno degli obiettivi principali del percorso è quello di
convertire l’allievo in un formatore capace di trasmettere le conoscenze
acquisite. In questo modo si raggiunge un duplice obiettivo: da un lato, si
accresce la consapevolezza nello studente in materia di sicurezza alimentare,
dall’altro, si allarga il numero di persone che possono avere beneficio da una
formazione dedicata alla sicurezza alimentare.