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l'osservazione:alcuni modelli teorici

 

Sul tema dell’osservazione -e,ancor prima,su quello della percezione e della conoscenza- le scienze umane (filosofia,psicologia,sociologia,pedagogia,antropologia) e le scienze classiche da millenni discutono,sperimentano,teorizzano e si accapigliano.

Tutti sembrano d’accordo nel dire che la realtà umana,così come negli atti e i comportamenti dell’essere umano,non possono essere osservati in maniera oggettiva.


IL POSITIVISMO

Nel corso del XVIII e XIX secolo,il mondo scientifico è orientato soprattutto da un pensiero che considera l’esperienza percettiva-ovvero ciò che si può osservare- l’unico modo per conoscere il mondo.

La conoscenza della realtà si pensa avvenga attraverso il cosiddetto metodo sperimentale,dove l’osservatore neutrale garantisce la conoscenza della realtà così come percepita.


L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA

L’osservazione,secondo questo approccio,prevede che l’osservatore assuma un ruolo esterno e passivo rispetto al campo osservato,ponendo la sua attenzione non tanto sugli aspetti qualitativi dei comportamenti verificati (il come) ma su quelli quantitativi (il quanto), concentrandosi in particolare a evidenziare unità di comportamento ben definite e indipendenti dal contesto in cui vengono agite. Oggetto di osservazione è il comportamento di un soggetto in relazione a quanto ci si attende rispetto a standard predefiniti e a parametri valutativi:ciò che deve essere osservato è stabilito a priori.

La registrazione di dati avviene tramite griglie,finalizzate alla quantificazione di comportamenti,competenze,risultati,obiettivi raggiunti.


L’APPROCCIO ETOLOGICO

Trova spazio negli anni cinquanta ed è indirizzato allo studio dello sviluppo del comportamento animale di cui Konrad Lorenz è lo sperimentatore e il divulgatore più noto. Questo approccio ha come scopo l’indentificazione di moduli comportamentali costanti negli essere appartenenti alla stessa specie.

La metodologia si differenzia in quanto prevede che il comportamento del soggetto venga studiato nel suo ambiente naturale di vita.

Secondo questo modello,l’osservazione deve mirare all’oggettività e quindi essere priva di ipotesi precostituite,che potranno essere formulate solo sulla base dell’analisi delle osservazioni per poi essere validate da nuove osservazioni.

Le tecniche di osservazione utilizzate ricorrono soprattutto a strumenti di registrazione (appunti carta matita,registrazione audio e video,check –list) che consentano di trattenere il maggior numero di informazioni,al fine di garantire una rilevazione oggettiva dei dati comportamentali necessari per un’analisi di tipo quantitativo.


L’APPROCCIO ETNOGRAFICO

L’approccio etnografico per primo fa ricorso all’osservazione partecipante come metodo di conoscenza,contrapponendosi all’idea che l’osservatore non deve “inquinare” il contesto interagendo attivamente con i soggetti osservati. L’attenzione di questo approccio è volta in particolare a come si sviluppano le interazioni sociali e a cogliere tutti quegli elementi (credenze,valori,leggi,norme,linguaggio,tradizioni,costumi,abitudini) che vanno a costituire la cultura di un gruppo sociale,in modo da poterne comprendere in contesto e le modalità di rappresentazione del mondo.


L’APPROCCIO PSICOANALITICO

L’osservazione ha come oggetto principale il bambino piccolo in relazione con la madre,ma anche in relazione ad alcuni oggetti e situazioni ludiche libere: i fatti osservati vengono successivamente analizzati attraverso la loro interpretazione.

L’osservazione viene effettuata nell’ambito o contesto in cui si manifesta,è di tipo partecipante anche se l’osservatore non interviene direttamente nelle attività osservate. La focalizzazione viene posta sugli aspetti emotivi,affettivi e sociali,sui processi interni(dinamiche) ed esterni (comportamenti); viene attribuita molta rilevanza ai dettagli.

Gli strumenti utilizzati per la raccolta delle informazioni e dei dati sono affidati sostanzialmente alle osservazioni a posteriori,ovvero alla stesura di relazioni descrittive stilate alla fine della seduta d’osservazione. In alcuni casi viene utilizzata la doppia osservazione:due osservatori presenti alla stessa seduta,a posteriori stilano ognuno la propria relazione per poi confrontarle.


L’APPROCCIO QUASI SPERIMENTALE

Jean Piaget,dà vita a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta al cosiddetto approccio quasi sperimentale.

Questo approccio definisce la costruzione della conoscenza umana come un processo di ASSIMILAZIONE,dove ogni nuovo apprendimento viene filtrato attraverso il sistema percettivo dell’individuo e riorganizzato tramite gli apprendimenti precedenti.

Di conseguenza la conoscenza risulta non tanto una rappresentazione del mondo esterno,costituita da informazioni tratte dal mondo reale,quanto una costruzione interna elaborata dal sistema cognitivo e percettivo.

L’osservazione è guidata da ipotesi specifiche e predefinite circa le fasi evolutive dello sviluppo del bambino,con lo scopo di verificarle o di confutarle introducendo stimoli e modificazioni (proprio come avviene nei classici esperimenti,da qui la definizione di quasi sperimentale) in grado di coglierne gli effetti e da essi ricercare strategie d’intervento più funzionali. La modalità di registrazione dei dati usata è il diario,in cui vengono annotati quotidianamente,in maniera dettagliata e sistematica,i mutamenti.


IL RELATIVISMO


L’assunto di questo pensiero è che non è possibile una conoscenza oggettiva della realtà,in quanto essa è influenzata dalla percezione dell’osservatore,a sua volta filtrata dalle teorie più o meno consapevoli dell’osservatore,dal contesto storico e culturale,dal metodo d’indagine utilizzato.


L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA

George Kelly nel 1955 con la “teoria dei costrutti personali” teorizza come l’essere umano non possa avere contatti diretti con la realtà se non interpretandola:le persone formulano delle ipotesi sulla realtà che poi verificano nell’osservazione attraverso un processo di discriminazione.

Alla base del processo discriminatorio vi sono i costrutti che producono le differenze da cui è possibile far emergere i significati attribuibili agli eventi.

Un costrutto è l’unità elementare di discriminazione attraverso la quale si attua il processo di costruzione della realtà.

Edurete.org Roberto Trinchero