Capitolo 2 (Francesca Marino)

MODELLI OSSERVAZIONALI:

CARATTERISTICHE E LIVELLI DI COMPATIBILITA’

 

I tre modelli osservazionali che hanno costituito i primi metodi osservativi sono:

osservazione etologica, osservazione piagetiana, infant observation. Sono metodi osservativi che nascono dalla ricerca scientifica e quindi strettamente connessi con le teorie che li hanno formulati e per le quali il loro impiego è in funzione della convalida o della confutazione delle ipotesi teoriche sottostanti.

L’osservazione costituisce la base fondamentale di ogni forma di conoscenza; infatti, solo “osservando” ciò che accade attorno a noi possiamo venire a contatto con una serie ulteriore di informazioni che altrimenti cadrebbero nel “vuoto” senza essere codificate ed elaborate.

Vi sono due livelli di osservazione. Il primo livello riguarda eventi quotidiani nei quali il bambino manifesta alcune modalità di comportamento che preoccupano e sollecitano l’educatore ad un’attenzione più mirata. Si tratta di situazioni dove non vi sono specifiche informazioni già conosciute sul soggetto e dove nasce, però, un’esigenza di ulteriore conoscenza e approfondimento. Uno strumento adatto a questa fase di iniziale raccolta di dati informativi è l’osservazione descrittiva, un protocollo “carta e matita” nel quale vengono annotate tutte le sequenze di comportamento del bambino in relazione al contesto in cui si svolge l’azione. L’osservazione descrittiva deve essere il più possibile esente da valutazioni in modo da garantire un maggior controllo intersoggettivo e una maggior comunicabilità dei dati stessi. Il secondo livello di osservazione richiede da parte dell’osservatore la formulazione di ipotesi ben definite che dirigano l’osservazione stessa e la rendano orientata e selettiva. In questo caso è metodologicamente più corretto utilizzare un’osservazione  guidata da ipotesi.

L’OSSERVAZIONE ETOLOGICA

L’etologia è la scienza che studia lo sviluppo del comportamento animale identificando quei “moduli comportamentali” che si ritrovano in maniera costante in tutti gli individui appartenenti ad una specie e che sono determinati geneticamente. In queste ultime decine di anni si è assistito ad uno slittamento di interesse da parte degli etologi verso lo studio dell0uomo e da parte di numerosi psicologi all’utilizzo di principi e metodi caratteristici dell’approccio etologico per indagare il comportamento umano e in particolare quello infantile. Si è quindi costituita l’etologia umana.

METODOLOGIA OSSERVATIVA

La metodologia osservativa di stampo etologico prevede che gli eventi comportamentali degli animali vengano studiati nel loro ambiente naturale, dove cioè tale comportamento si produce spontaneamente. Nascono dei problemi quando si deve definire quale sia il contesto “attuale” dell’uomo perché è difficile stabilire fino a che punto le caratteristiche di un ambiente sono il prodotto di modificazioni o appartengono alla sua propria struttura. In generale, si è stabilito come contesto naturale delle azioni umane quello in cui tali azioni si verificano abitualmente.

Il lavoro osservativo deve quindi essere svolto sul campo, in situazione di vita reale, quotidiana, evitando qualsiasi stimolazione che potrebbe alterare la spontaneità dei comportamenti osservati. L’osservazione diretta dovrebbe essere per gli etologi, la prima fase del lavoro di ricerca. Ha infatti come unico scopo la costruzione dell’etogramma, cioè del repertorio degli schemi comportamentali.

TECNICHE DI REGISTRAZIONE DEI DATI

1.     Registrazione su nastro_ permette di registrare avvenimenti rapidi e complessi perché permette all’osservatore di essere sempre fisso con lo sguardo. I dati poi possono essere riscritti e classificati

2.     Videoregistrazione_ è uno strumento di informazione permanente; spesso utilizzata quando la ricerca richiede un’analisi molto dettagliata.

3.     Check-list_ è un elenco dei comportamenti che un soggetto può manifestare in una determinata situazione. Il pregio è quello di permettere una veloce raccolta dei dati. Il suo limite è però l’imprecisione e per essere utilizzata va prima costruita quindi pensata.

LIMITI E LIVELLO DI COMPATIBILITA’

Con questi dati è possibile un’analisi di tipo quantitativo.

L’assenza di ipotesi appare un modo di procedere poco fruttuoso in quanto l’attenzione generica ad un fenomeno non porta mai a reali progressi nella conoscenza. Un altro limite è la limitata concretezza: come è possibile osservare senza aver pensato a cosa osservare?

L’OSSERVAZIONE PIAGETIANA

Le ricerca condotte da Piaget si basano su diversi metodi: il metodo clinico e il metodo sperimentale vengono utilizzati con il bambino che ha già sviluppato la capacità di linguaggio; il metodo dell’osservazione vene utilizzato prevalentemente per lo studio dello sviluppo mentale dei primi due tre anni di vita.

METODOLOGIA OSSERVATIVA

Tre caratteristiche fondamentali hanno permesso di denominarla “osservazione quasi sperimentale”.

La prima caratteristica è quella di essere una osservazione basata su ipotesi chiaramente formulate , ipotesi che hanno lo scopo di convalidare o falsificare la teoria. Per raggiungere tale scopo Piaget controlla e modifica alcune delle variabili; questa seconda caratteristica è propria di un qualunque classico esperimento. Il terzo aspetto è il fatto che le sue osservazioni sono continuative e sistematiche e questo permette di studiare la genesi e le modificazioni delle varie condotte.

TECHICNE DI REGISTRAZIONE DEI DATI

DIARIO: annotazione quotidiana

LIMITI E LIVELLI DI COMPATIBILITA’

Due sono i pregi: la completezza della narrazione e la continuità del comportamento osservato. I limiti invece sono soprattutto legati alla tecnica di registrazione. Questo metodo infatti ha subito molte critiche. Prima fra tutte, quella della scelta predeterminata dei comportamenti da osservare; una raccolta e un’analisi dei dati insufficiente, un’interpretazione dei risultati parziale e soggettiva

L’INFANT OBSERVATION

Nella psicoanalisi l’osservazione diretta del bambino si è venuta sviluppando come apporto al metodo analitico vero e proprio e con il compito specifico di fornire dei dati sulla fase preverbale dello sviluppo.

Il protocollo osservativo dell’ infant observation oscilla tra una duplice polarità. Da una parte cerca di rispettare la prescrizione di aderenza al dato osservabile sul piano fattuale; dall’altra si fonda sulla mediazione costituita dalla soggettività dell’osservatore. Ci sono tre principi metodologici: un’attenzione privilegiata ai dettagli più minuti, l’attenzione al contesto inteso come ambiente immediato, la continuità genetica, in quanto nessun comportamento o processo mentale può essere considerato come emergente all’improvviso, ma solo come una tappa di una serie in evoluzione.

Quello su cui insiste l’infant observation è l’importanza del contesto emotivo come elemento unificante nell’osservazione. Per questo motivo si parla di osservatore partecipante, non solo in senso fisico, ma in senso propriamente emotivo.

TECNICHE DI REGISTRAZIONE DEI DATI

OSSERVAZIONE A POSTERIORI_sono relazioni solitamente molto descrittive, stilate alla fine della seduta osservativa

DOPPIA OSSERVAZIONE_la registrazione dei dati può essere effettuata dai due osservatori

LIMITI E LIVELLO DI COMPATIBILITA’

Avere delle ipotesi ben formulate permette all’osservatore di attivare una attenzione mirata a quegli aspetti del comportamento che intervengono nel processo studiato. Anche l’osservatore partecipante può essere una importante risorsa soprattutto per la raccolta dei dati riguardati l’aspetto affettivo relazionale del contesto in esame. Le osservazioni qualitative possono essere molto utili perché forniscono il contesto relazionale nel quale collocare i comportamenti registrati. Nei limiti invece c’è il problema della attendibilità dei dati raccolti, in quanto non vi è il riscontro della oggettività di tale rilevazione. La registrazione a posteriori può comportare: problemi di ritenzione delle informazioni in quanto l’osservatore, non avendo annotato nulla di ciò che si sussegue nella seduta, può falsare la sequenza degli avvenimenti, oppure può portare problemi di elaborazione dei dati, nel senso che, trascrivendoli a posteriori è possibile che l’osservatore dia ad un comportamento un’incidenza maggiore di quella verificatasi nella realtà.

 

 

 

 

 

 - nuovo -

6/8
Edurete.org Roberto Trinchero