Capitolo 3 (Francesca Marino)
SOGGETTIVO E
OGGETTIVO NELL’OSSERVAZIONE L’osservazione è una
tecnica di rilevazione dei dati che si basa sulle abilità percettive e
cognitive dell’essere umano. Per questa ragione è esposta a rischi di
soggettività che possono essere ridotti tramite l’utilizzo di procedure
controllate e strumenti appositi. 1. L'osservazione come
fonte di dati È possibili pensare
all'osservazione come un modo per ottenere i dati circa un problema che
m'interessa. Posso ottenerli tramite domande dirette al soggetto, in questo
caso è il soggetto che parla di sé; posso ottenerli tramite un test psicologico
che fornisce misure del soggetto sulla dimensione valutata; o posso ottenerle
grazie ad un osservatore che rileva il comportamento esibito dal soggetto. La scelta del metodo
dipende dai dati che cerco di ottenere, dalla situazione o dalle fonti
disponibili, ma in ogni caso devo fare i conti con i vantaggi e i limiti della
fonte, chiedendomi come fare ad ottenere de dati buoni quando la fonte è di
tipo osservativo. La risposta chiama in
causa tre aspetti: la qualità dell'osservatore la qualità delle
osservazioni le trappole incontrate e
gli accorgimenti per contrastarle La peculiarità della fonte
osservativa è che non è standard o calibrabile, ed è proprio questa mancanza
che la rende tanto preziosa quando il fenomeno da rilevare è il comportamento
umano. Infatti la realtà, spesso ambigua, richiede di essere decifrata più che
rilevata; in questo caso uno strumento capace di vedere, sentire, riflettere e
valutare, risulta più potente di uno strumento asettico. La realtà non è ovvia.
Va interpretata in base al contesto, che dev'essere condiviso dall'osservatore
e dall'osservato. Quello che rileviamo non è una fotografia, ma una mediazione
tra la realtà e chi la osserva. La fonte umana è dunque unica, e l'osservatore
deve trasformare quest'abilità naturale in fonte consapevole. Secondo Yarrow e Waxler,
il “buon osservatore”: è colui che ha
il buon senso o la sensibilità per giudicare la bontà dell’adattamento tra i
dati che deve rilevare e gli scopi a cui questi dati devono servire. Sono
diverse le qualità che deve possedere un buon osservatore : per quanto riguarda
la sfera cognitiva, bisogna possedere buone capacità di discriminazione, ed
un'alta soglia di stimolazione sensoriale; nella sfera comunicativa conta il
possesso di capacità pragmatiche e semantiche e capacità di lettura verbale e
non; nella sfera della personalità ci sono una lista di doti che vanno
dall'intelligenza all'attitudine estetica. Altre caratteristiche sono
state individuate in modo meno intuitivo. E’ stato dimostrato che l’abilità di
osservare migliora con l’aumentare dell’età e del livello intellettuale ed è
inoltre influenzata dal sesso, per cui le donne risultano migliori osservatrici
degli uomini sopratutto quando si tratta di rilevare la comunicazione non
verbale. Le donne sono però meno accurate quando i messaggi da decifrare sono
menzogneri, in quanto tendono ad interpretare i segnali nel modo in cui
l’ingannatore desidera e questo compromette la loro capacità di osservare. Ma
buoni osservatori non si nasce, si diventa. Per formare l’osservatore,
è fondamentale la fase di addestramento che precede l'osservazione vera e
propria. In generale questa fase serve a prendere confidenza con la forma di
osservazione che dovrà essere poi applicata. In particolare serve ad affinare
le capacità osservative. Solitamente si predispongono alcune sedute di prova in
situazioni apposite, dove gli alunni applicano la tecnica con la supervisione
di esperti. Per farlo si confronta la rilevazione con una rilevazione "criterio",
che corrisponde al modello cui si deve tendere il più possibile. In queste
sedute si controlla: a) l' accuratezza
dell’osservatore, se è capace di rilevare adeguatamente quello che sta
osservando b) la stabilità
dell’osservatore, cioè se chi osserva fornisce i medesimi dati in sedute
diverse. In questo caso si osservano le rilevazioni fatte dallo stesso
osservatore in sedute diverse. Il confronto avviene sia attraverso la
discussione tra gli allievi ed esperti, sia in modo più obiettivo, tramite il
calcolo dell'indice di accordo. La fase di addestramento
può essere utile anche per correggere eventuali carenze dello strumento di
osservazione. E’ possibile infatti, che la scarsa affidabilità mostrata dagli
osservatori derivi non tanto dalla loro inadeguatezza ma da quella dello
strumento utilizzato. Se esso consiste in una serie di categoria, come nel caso
dello schema di codifica, queste potrebbero essere vaghe o ambigue, troppo
ampie, o troppo ristrette rispetto ai comportamenti da osservare. In sintesi,
mal definite rispetto al bersaglio. In questo caso gli osservatori possono
cadere in due errori tipici: l'errore di commissione, se applicano la stessa
categoria a comportamenti diversi, e l'errore di omissione, nel caso in cui un
osservatore applichi una determinata categoria a certi comportamenti, ed un
altro no, perchè non la riconosce in nessun comportamento. DISTORSIONI Ogni rilevazione anche la
+ esatta contiene una parte di errore dovuta alla procedura di rilevazione
stessa. Nel caso dell’osservazione si possono verificare distorsioni a carico
di ciascuna delle tre componenti della situazione di rilevazione: a. Soggetti osservati b. Osservatore c. Strumento di
rilevazione a. Soggetti osservati. Quando sanno di essere
osservati accentuano i comportamenti che ritengono positivi per gli altri e
riducendo quelli negativi, alterando il comportamento spontaneo (effetto
Hawthorne). In realtà questo effetto non comporta particolari problemi, infatti
è stato notato che riguarda solo i bambini più grandi e gli adulti, e che può
essere minimizzato facendo precedere l'osservazione da un periodo di
familiarizzazione (in cui non rileva nulla) permettendo così al soggetto di
adattarsi alla sua presenza. b. L'osservatore Il rischio maggiore è dato
dall'effetto Rosenthal, secondo cui l'osservatore si crea delle aspettative
tali da causare una distorsione della sua capacità di giudizio e rilevare dei
comportamenti che in realtà non si verificano. Questo problema può essere
risolto in parte durante la fase di addestramento, e può essere ridotto al
minimo utilizzando uno strumento rigoroso come lo schema di codifica, che
permette all'osservatore di concentrarsi solo sulle categorie a disposizione
(limitando però la sua possibilità interpretativa). È anche possibile che
l'osservatore diventi meno attendibile (utilizzando lo strumento in modo
scorretto) solo in un secondo momento. Un correttivo utile, in questo caso, è
effettuare dei controlli di affidabilità, possibilmente senza annunciarli, man
mano che l'osservazione procede. c. Strumento di
osservazione: anche gli strumenti possono produrre delle distorsioni. Il
resoconto, ad esempio, può produrre distorsioni se è finalizzato a migliorare
la comprensibilità del testo (colmando alcune lacune, per esempio) piuttosto
che la fedeltà. È opportuno allora stendere il resoconto quanto prima per
ricordare il più possibile. Per quanto riguarda gli strumenti di codifica, la
distorsione può dipendere dalle categorie, se sono mal definite o ambigue.
Questo rischio può essere controllato in fase di costruzione operazionalizzando
le categorie. Per quanto riguarda invece le scale di valutazione, sono tre i
tipi di distorsione possibile: effetto alone, in cui gli item portano a valutare
il soggetto in base ad un'impressione generale e non rispetto ad una dimensione
specifica; l'effetto tendenza centrale, se gli item portano ad assegnare
soltanto i punteggi medi; l'effetto logico, se inducono a valutare sulla base
di collegamenti concettuali. Anche in questo caso il controllo va effettuato in
fase di costruzione dello strumento.