4 Nuove difficoltà e strategie di accoglienza nel contesto italiano: il caso di Torino (Luca Pavani)

"Dopo aver visto tante esperienze siamo arrivati alla conclusione che fuori dalal famiglia non esiste la possibilità di una crescita" (La Stampa, 27 maggio 2008, p55): Tale considerazione fa riflettere perché ribadisce l'importanza e la responsabilità del ruolo genitoriale che è un concetto chiaro, ma non così chiaro come quello di Famiglia.

Vi sono evidenti ed ordinarie difficoltà quali il rimanere schiacciati dai propri problemi e la diminuzione di legami di coppia stabili causati da un disimpegno e da una situazione precaria.


Vi sono diverse tipologia di famiglie che vengono a contatto con i servizi sociali:

  • Rischio educativo (povertà relativa) --> Si tratta di situazioni come stili di vita sregolati, disorganizzazione e inadeguatezza nella gestione delle incombenze quotidiane, comportamenti devianit che pregiudicano il normale sviluppo del bambino.

  • Difficoltà sociale --> Si tratta di condizioni di fragilità: si pensi ad una donna vittima di maltrattamenti domestici o una donna sola con figli.

  • Assenza di risorse (povertà estrema) --> in questi casi il genitore non è in grado di garantire il mantenimento e l'educaizone dei figli.

  • Maltrattamenti --> si intendono i comportamenti "attivi e passivi" da parte di figure adulte (violenza fisica, psicologica, abuso e incuria).

  • Tossicodipendenza dei genitori --> è un fattore che comporta l'allontanamento dalla famiglia perché la capacità genitoriale può essere assente o troppo altalenante in relazione a percorsi di uscita o ricaduta.

  • Assenza dei genitori --> situazione che vivono molti mionri extracomunitari.

  • Disabilità e patologia relazionali --> Il minore ha gravi disabilità che rendono difficile la permanenza in famiglia.


I servizi sociali intervengono per le persone in difficoltà con l'obiettivo di promuoverne il più possibile l'autonomia attraverso l'intergrazione con interventi sanitari ed educativi o formativi per il reinserimento al lavoro.


Per le famiglie e minori in grave difficoltà la citta di Torino afferma l'esigenza di metttere a disposzione i servizi primari, ma anche di attuare interventi territoraili e domiciliari specifici di sostegno al minore e alla famiglia.

L'adozione, l'affidamento e l'inserimento in comunità come la legge prevede sono soluzioni limite ai quali si arriva.


Gli interventi di sostegno al nucleo familiare e al minore sono finalizzati a consentire a quest'ultimo di "rimanere a casa" e sono interventi di diverso tipo: asistenza economica, educativa territoriale, affidamento diurno, centri diurni, tirocini formativi, progetti cittadini di inserimento nel territorio.

Questi interventi, però, hanno due limiti particolarmente significativi:

  1. rischio di una delega da parte della famiglia.

  2. Eccessiva centratura sulla persona problematica, piuttosto che sulla famiglia nella sua globalità.

Oltre al problema della qualità c'è anche il problema di quantità perché gli appoggi e i sostegni sono a volte molto limitati in un'ottica essenzialmente di mantenimento e sono assolutamente inadeguati in situazioni di crisi.

Bisogna quindi rivedere le attuali prassi e modalità di intervento:

  • maggior sostegno alal persona adulta, cosa che comporta un cambiamento culturale, ma anche l'elaborazione e l'acquisizione di fondamenti scientifici

  • meno interventi dilatati nel tempo e poco incisivi con caratteristiche di mantenimento e incremento degli interventi intensi e mirati di sostegno per un tempo limitato e nei momenti cruciali di cambiamento e di crisi.


Nello specifico la relatà torinese offre i seguenti servizi:

  • educativa territoriale minori

  • affidamento diurno

  • provaci ancora Sam e accompagnamento solidale

  • centri diurni educativi e aggregativi

  • tirocini formativi

  • luoghi neutri

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Edurete.org Roberto Trinchero