6 Bambini in affido e in adozione e difficoltà scolastiche (Federica Magliacane)

I bambini in affido e in adozione potrebbero incontrare diverse difficoltà, come per esempio la difficoltà di adattamento al contesto scolastico.

Gli effetti di tali insuccessi sono molteplici sul bambino e sulla sua famiglia.

Dalla letteratura internazionale emerge una diffusa difficoltà scolastica dei bambini in adozione e in affidamento anche se vengono accolti in famiglie in cui si da molta attenzione agli aspetti scolastici. Alla base di certi problemi sono presenti danni cognitivi dovuti a ragioni genetiche e fisiologiche e all’ipostimolazione dei primi periodi di vita passati in famiglie non in grado di prendersene cura o in strutture poco attente agli aspetti educativi. A questi fattori si aggiunge poi il trama dell’accoglienza.

Chi non riesce tende ad avviare un circolo vizioso che lega insuccesso, percezione di inadeguatezza, abbassamento dell’autostima e diminuzione della motivazione, compromettendo ulteriormente la riuscita.

Insieme alle variabili affettive e sociali, i bambini adottati presentano difficoltà a livello cognitivo ed emozionale, data dalla deprivazione dei primi anni di vita.

Dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, si può affermare che i danni principali sono dovuti alla mancata interazione stabile con un adulto (caregiver). Un adulto che parlasse con loro, che li facesse sentire importanti.

Si può segnalare una difficoltà nel sequenzalizzare gli eventi e le fasi di un processo, una carenza nella memoria di lavoro e una scarsa continuazione nell’attenzione.

 

Allo scopo di verificare la diffusione dei problemi scolastici di bambini con un passato di deprivazione è stato avviato uno studio pilota su un campione ragionato di 13 casi: 9 soggetti in affidamento familiare, 2 in adozione e 2 in comunità di accoglienza.

Sono stati presi in esame: una bambina della scuola dell’infanzia; sei bambini della scuola primaria e due della scuola secondaria. Tra quelli della scuola primaria ne è stato scelto uno in affido a parenti e cinque in affido etero familiare, di cui due affidati da soli.

I bambini più piccoli del campione considerato, frequentanti la scuola dell’infanzia non mostrano ritardi cognitivi. I piccoli manifestano qualche problema di adattamento sociale.

La presenza di difficoltà scolastiche tra bambini in adozione o affidamento ha favorito, specie all’estero, lo sviluppo di programmi specifici per affrontarle, che possono essere suddivisi in tre grandi categorie: a) progetti rivolti direttamente al bambino come per esempio l’applicazione del metodo Haywood con i bambini in adozione; b) progetti rivolti alla scuola che si collocano gli interventi di sensibilizzazione rivolti agli insegnanti; c) percorsi formativi per genitori, che gli aiutano a sviluppare strategie adeguate per rapportarsi alla scuola e le modalità di sostegno utili per favorire la piena realizzazione delle potenzialità del bambino.

I progetti di intervento possono avere maggiore successo se si crea un’alleanza, una buona collaborazione tra scuola e famiglia, che si concretizza in condivisione di obiettivi, condivisione di strategie, riconoscimento e valorizzazione comune dei successi. L’alleanza si realizza solo se si osserva una fiducia reciproca.

   

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Edurete.org Roberto Trinchero