II. L'osservazione nella pratica (Valentina Obialero)

  1. Qualità dell’osservatore

L’osservatore è la fonte di dati più povera perché non dispone di una attrezzatura di base non standard, non perfetta. Ma questa sua povertà rende l’osservatore prezioso soprattutto quando il fenomeno da rilevare è il comportamento umano. Perché la realtà psicosociale è multideterminata soggetta a molte influenze esterne e molto spesso chiede d’essere decifrata più che rilevata e qui le abilità dell’osservatore (sentire, vedere, riflettere…) diventano un potente strumento rispetto ad uno asettico, preciso e rigoroso.

Inoltre la realtà non è ovvia per cui quello che viene rilevato non è la sua fotografia ma una mediazione tra realtà e chi osserva. Yarrow e Waxler definiscono il “buon osservatore” come colui che ha sensibilità per giudicare tra i dati da rilevare e gli scopi a cui questi dati devono servire, utilizzando il proprio ruolo in modo flessibile.

Questi autori hanno attribuito diverse caratteristiche al “buon osservatore” ovvero:

  1. Capacità di rilevare i cambiamenti continui di comportamenti senza discriminazione;

  2. Capacità di sostenere il peso della stimolazione ambientale;

  3. Compulsività;

  4. Saper prendere le distanze da ciò che si osserva;

  5. Introspezione.

Notevole importanza assume la fase di addestramento, periodo che precede l’osservazione vera e propria.

Questa fase serve ad affinare le capacità osservative, in queste sedute di prova si va a controllare:

  • L’accuratezza dell’osservatore, cioè se è capace di rilevare adeguatamente quello che osserva;

  • La stabilità dell’osservatore, ovvero se fornisce gli stessi risultati in sedute diverse.

Agli allievi viene somministrato un materiale videoregistrato dove poi le osservazioni fatte verranno controllate da esperti e discusse con altri allievi. Inoltre la fase di addestramento può essere utile per cogliere le carenze dello strumento di osservazione.

L’osservazione scientifica si differenzia da quella quotidiana per il suo modo sistematico. Perché essa deve essere:

  • Condotta per uno scopo di ricerca,

  • Programmata,

  • Registrata puntualmente,

  • Passabile di verifica.

Quindi l’osservazione deve essere selettiva, pianificata, documentabile e controllabile da chiunque, inoltre l’osservazione dev’essere valida e affidabile, la validità si riferisce alla capacità di uno strumento da rilevare ciò che si propone di rilevare, l’affidabilità si riferisce alla capacità di farlo in modo preciso.

-L’osservatore come fonte di errore

Rischio maggiore, effetto Rosenthal : l’osservatore si crea delle aspettative su ciò che osserva. Queste aspettative creano una distorsione nelle capacità di giudizio dell’osservatore.

Questo rischio andrebbe affrontato in fase di addestramento. Un modo utile per evitare l’effetto Rosenthal è dotarsi di uno strumento di rilevazione rigoroso come lo schema di codifica, perché esso ha delle categorie che obbligano l’osservatore a concentrare la propria attenzione su comportamenti che sono definiti da queste categorie per evitare queste distorsioni si devono fare dei controlli d’affidabilità man mano che l’osservazione procede.

  1. Resoconto e schemi di codifica.

Il resoconto registra i comportamenti per come sono, pone attenzione sulla fedeltà e sulla chiarezza della registrazione, cercando di rilevare il più accuratamente possibile comunicando in un linguaggio quotidiano. La forma standard della registrazione narrativa è un resoconto del comportamento e del contesto secondo un ordine temporale, in dettaglio e a basso livello di interferenza e concettualizzazione. In passato i resoconti erano sotto-forma di diari e biografie infantili che a loro volta derivano dai diari domestici del 700, negli anni ’60 il resoconto non era più di tipo biografico ma consisteva nella registrazione di specimen, dove Wright spiega che consiste in descrizioni narrative, sequenziali e in un linguaggio ordinario di tutto ciò che accade in un determinato momento della vita di un soggetto rendendolo talmente fedele da rappresentare un saggio.

Lo specimen ha le seguenti caratteristiche:

  • Cogliere l’estensione, la varietà, la ricchezza del comportamento,

  • Include i fattori situazionali,

  • Preservare la continuità del comportamento,

  • Garantire dati neutrali,

  • Assicurare la permanenza di questi dati.

I resoconti sono considerati indispensabili quando ci si trova in fase iniziale di studio, quando non si conosce il fenomeno da osservare, in modo da prendere confidenza con esso, è insostituibile quando si devono cercare informazioni specifiche ma i resoconti sono impossibili da replicare a causa del peso che la soggettività dell’osservatore ha nella stesura di un resoconto e perché richiedono molto tempo e pazienza per cui è meglio sostituirli quanto prima con strumenti più mirati.

Lo schema di codifica rileva soltanto quello che l’osservatore decide di rilevare prima di iniziare l’osservazione. Esso è costituito da una lista predeterminata di codici che corrispondono alle unità comportamentali che si desidera rilevare obbligando l’osservatore a rilevare solo quelle.

Quindi l’osservatore annoterà un codice quando il comportamento si verifica lasciando perdere tutto il resto, questo schema restringe il campo di osservazione a pochi aspetti, quelli ritenuti più importanti riducendo la massa di dati che i resoconto fornisce.

L’osservatore inoltre deve definire in anticipo i suoi aspetti costitutivi, ovvero di scegliere cosa osservare e attenendosi alla lista chiusa di codici limita l’influenza, inoltre consente di quantificare i risultati e di analizzarli tramite operazioni matematiche. Lo schema di codifica può essere costituito in due modi:

  • Induttivo empirico, metodo che si affida ad una lunga, paziente e accurata osservazione preliminare, mentre nell’approccio deduttivo-razionale, l’osservatore dice di conoscere bene il fenomeno e parte da una definizione teorica, specificando i componenti della definizione selezionando i comportamenti ed infine procedendo alla rilevazione.

Indipendentemente dal metodo la struttura dello schema di codifica è costituito da:

  • Ampiezza: la quale coglie il grado di astrazione delle categorie, cioè la loro distanza dalle manifestazioni osservabili,

  • L’organizzazione: segmenta il flusso comportamentale in unità diverse e successive, dove la fine di una coincide con l’inizio di un’altra.


  1. Questionari e scale di valutazione.

Quando si osserva un individuo per convocarlo in una determinata posizione relativamente a una capacità si utilizzano questionari e scale di valutazione perché sono strumenti standardizzati in grado di fornire misure che possono essere confrontate con valori standard di riferimento.

Questionari e scale sono composti da una lista di item a risposta preferibilmente chiusa, che consentono di assegnare al soggetto osservato un punteggio calcolato sulla base delle risposte ottenute. Le scale ordinali dello sviluppo psicologico di Uzgiris e Hunt e valutano le capacità mentali del bambino nei primi due anni di vita.

Queste scale si ispirano alla teoria di Piaget sullo sviluppo dell’intelligenza sensomotoria dove il bambino conosce il mondo tramite gli oggetti, lo spazio, il tempo e la casualità che si sviluppano in modo sequenziale, le scale valutano il bambino individuando quale tappa della sequenza evolutiva è stata raggiunta in ciascun campo.

  • La tecnica del Q-sort

L’osservatore dispone in questo caso di un insieme di item denominato Q-set i quali contengono la descrizione dettagliata di tutti i comportamenti ritenuti importanti per valutare l’aspetto, la dimensione o il costrutto psicologico a cui gli item si riferiscono. Il suo compito è decidere il grado di somiglianza di ciascun item con il comportamento del soggetto che si sta valutando.

La costruzione dei Q-set consiste nel derivare gli item dalla definizione delle variabili rappresentative dell’aspetto da valutare.

Il rischio di non considerare tutte le dimensioni che entrano a formare l’aspetto di interesse o di sopravvalutarne alcune per la loro facile traducibilità in manifestazioni osservabili consiglia di procedere diversamente trattando il dominio che si intende studiare in termini di costrutto. Ciò significa definirlo attraverso categorie operazionali che serviranno a identificare i comportamenti utili per osservarlo e soltanto quelli. L’insieme dei comportamenti derivati da questa analisi fornirà il vocabolario dei cartoncini del Q-set.


2/5
Edurete.org Roberto Trinchero