II. L'osservazione nella pratica (Valentina Obialero)
Qualità dell’osservatore L’osservatore è la fonte di dati più
povera perché non dispone di una attrezzatura di base non standard,
non perfetta. Ma questa sua povertà rende l’osservatore prezioso
soprattutto quando il fenomeno da rilevare è il comportamento
umano. Perché la realtà psicosociale è multideterminata soggetta a
molte influenze esterne e molto spesso chiede d’essere decifrata
più che rilevata e qui le abilità dell’osservatore (sentire,
vedere, riflettere…) diventano un potente strumento rispetto ad uno
asettico, preciso e rigoroso. Inoltre la realtà non è ovvia per cui
quello che viene rilevato non è la sua fotografia ma una mediazione
tra realtà e chi osserva. Yarrow e Waxler definiscono il “buon
osservatore” come colui che ha sensibilità per giudicare tra i
dati da rilevare e gli scopi a cui questi dati devono servire,
utilizzando il proprio ruolo in modo flessibile. Questi autori hanno attribuito diverse
caratteristiche al “buon osservatore” ovvero:
Capacità di rilevare i
cambiamenti continui di comportamenti senza discriminazione; Capacità di sostenere il peso
della stimolazione ambientale; Compulsività; Saper prendere le distanze da ciò
che si osserva; Introspezione. Notevole importanza assume la fase di
addestramento, periodo che precede l’osservazione vera e propria. Questa fase serve ad affinare le
capacità osservative, in queste sedute di prova si va a controllare: L’accuratezza dell’osservatore,
cioè se è capace di rilevare adeguatamente quello che osserva; La stabilità dell’osservatore,
ovvero se fornisce gli stessi risultati in sedute diverse. Agli allievi viene somministrato un
materiale videoregistrato dove poi le osservazioni fatte verranno
controllate da esperti e discusse con altri allievi. Inoltre la fase
di addestramento può essere utile per cogliere le carenze dello
strumento di osservazione. L’osservazione scientifica si
differenzia da quella quotidiana per il suo modo sistematico. Perché
essa deve essere:
Condotta per uno scopo di ricerca, Programmata, Registrata puntualmente, Passabile di verifica. Quindi l’osservazione deve essere
selettiva, pianificata, documentabile e controllabile da chiunque,
inoltre l’osservazione dev’essere valida e affidabile, la
validità si riferisce alla capacità di uno strumento da rilevare
ciò che si propone di rilevare, l’affidabilità si riferisce alla
capacità di farlo in modo preciso. -L’osservatore come fonte di errore Rischio maggiore, effetto Rosenthal :
l’osservatore si crea delle aspettative su ciò che osserva. Queste
aspettative creano una distorsione nelle capacità di giudizio
dell’osservatore. Questo rischio andrebbe affrontato in
fase di addestramento. Un modo utile per evitare l’effetto
Rosenthal è dotarsi di uno strumento di rilevazione rigoroso come
lo schema di codifica, perché esso ha delle categorie che obbligano
l’osservatore a concentrare la propria attenzione su comportamenti
che sono definiti da queste categorie per evitare queste distorsioni
si devono fare dei controlli d’affidabilità man mano che
l’osservazione procede. Resoconto e schemi di codifica. Il resoconto
registra i comportamenti per come sono, pone attenzione sulla fedeltà
e sulla chiarezza della registrazione, cercando di rilevare il più
accuratamente possibile comunicando in un linguaggio quotidiano. La
forma standard della registrazione narrativa è un resoconto del
comportamento e del contesto secondo un ordine temporale, in
dettaglio e a basso livello di interferenza e concettualizzazione. In
passato i resoconti erano sotto-forma di diari e biografie infantili
che a loro volta derivano dai diari domestici del 700, negli anni ’60
il resoconto non era più di tipo biografico ma consisteva nella
registrazione di specimen, dove Wright spiega che consiste in
descrizioni narrative, sequenziali e in un linguaggio ordinario di
tutto ciò che accade in un determinato momento della vita di un
soggetto rendendolo talmente fedele da rappresentare un saggio. Lo specimen ha le seguenti
caratteristiche: Cogliere l’estensione, la
varietà, la ricchezza del comportamento, Include i fattori situazionali, Preservare la continuità del
comportamento, Garantire dati neutrali, Assicurare la permanenza di questi
dati. I resoconti sono considerati
indispensabili quando ci si trova in fase iniziale di studio, quando
non si conosce il fenomeno da osservare, in modo da prendere
confidenza con esso, è insostituibile quando si devono cercare
informazioni specifiche ma i resoconti sono impossibili da replicare
a causa del peso che la soggettività dell’osservatore ha nella
stesura di un resoconto e perché richiedono molto tempo e pazienza
per cui è meglio sostituirli quanto prima con strumenti più mirati. Lo schema di codifica rileva soltanto
quello che l’osservatore decide di rilevare prima di iniziare
l’osservazione. Esso è costituito da una lista predeterminata di
codici che corrispondono alle unità comportamentali che si desidera
rilevare obbligando l’osservatore a rilevare solo quelle. Quindi l’osservatore annoterà un
codice quando il comportamento si verifica lasciando perdere tutto il
resto, questo schema restringe il campo di osservazione a pochi
aspetti, quelli ritenuti più importanti riducendo la massa di dati
che i resoconto fornisce. L’osservatore inoltre deve definire
in anticipo i suoi aspetti costitutivi, ovvero di scegliere cosa
osservare e attenendosi alla lista chiusa di codici limita
l’influenza, inoltre consente di quantificare i risultati e di
analizzarli tramite operazioni matematiche. Lo schema di codifica può
essere costituito in due modi: Induttivo empirico, metodo che si
affida ad una lunga, paziente e accurata osservazione preliminare,
mentre nell’approccio deduttivo-razionale, l’osservatore dice di
conoscere bene il fenomeno e parte da una definizione teorica,
specificando i componenti della definizione selezionando i
comportamenti ed infine procedendo alla rilevazione. Indipendentemente dal metodo la
struttura dello schema di codifica è costituito da: Ampiezza: la quale coglie il grado
di astrazione delle categorie, cioè la loro distanza dalle
manifestazioni osservabili, L’organizzazione: segmenta il
flusso comportamentale in unità diverse e successive, dove la fine
di una coincide con l’inizio di un’altra. Questionari e scale di
valutazione. Quando si osserva un individuo per
convocarlo in una determinata posizione relativamente a una capacità
si utilizzano questionari e scale di valutazione perché sono
strumenti standardizzati in grado di fornire misure che possono
essere confrontate con valori standard di riferimento. Questionari e scale sono composti da
una lista di item a risposta preferibilmente chiusa, che consentono
di assegnare al soggetto osservato un punteggio calcolato sulla base
delle risposte ottenute. Le scale ordinali dello sviluppo psicologico
di Uzgiris e Hunt e valutano le capacità mentali del bambino nei
primi due anni di vita. Queste scale si ispirano alla teoria di
Piaget sullo sviluppo dell’intelligenza sensomotoria dove il
bambino conosce il mondo tramite gli oggetti, lo spazio, il tempo e
la casualità che si sviluppano in modo sequenziale, le scale
valutano il bambino individuando quale tappa della sequenza evolutiva
è stata raggiunta in ciascun campo. La tecnica del Q-sort L’osservatore dispone in questo caso
di un insieme di item denominato Q-set i quali contengono la
descrizione dettagliata di tutti i comportamenti ritenuti importanti
per valutare l’aspetto, la dimensione o il costrutto psicologico a
cui gli item si riferiscono. Il suo compito è decidere il grado di
somiglianza di ciascun item con il comportamento del soggetto che si
sta valutando. La costruzione dei Q-set consiste nel
derivare gli item dalla definizione delle variabili rappresentative
dell’aspetto da valutare. Il rischio di non considerare tutte le
dimensioni che entrano a formare l’aspetto di interesse o di
sopravvalutarne alcune per la loro facile traducibilità in
manifestazioni osservabili consiglia di procedere diversamente
trattando il dominio che si intende studiare in termini di costrutto.
Ciò significa definirlo attraverso categorie operazionali che
serviranno a identificare i comportamenti utili per osservarlo e
soltanto quelli. L’insieme dei comportamenti derivati da questa
analisi fornirà il vocabolario dei cartoncini del Q-set.