IV. Lo sviluppo comunicativo e linguistico (Valentina Obialero)
Valutare
lo sviluppo comunicativo e linguistico: Imparare
a parlare è una delle tappe più importanti nello sviluppo
psicologico del bambino e un suo ritardo rappresenta uno dei motivi
per cui i genitori chiedono una valutazione medica. La
valutazione dello sviluppo linguistico e comunicativo è importante
nell'ambito di ricerca perchè accresce le conoscenze sul linguaggio
e sulle capacità del bambino.
In
passato i ricercatori utilizzavano come metodo di indagine
l'osservazione diretta del comportamento spontaneo del bambino nel
contesto naturale. Di solito il bambino preso in considerazione era
il figlio del ricercatore e la tecnica di rilevazione utilizzata era
sotto-forma di diario. Questo metodo permetteva di registrare in modo
dettagliato lo sviluppo del bambino e di descriverne le tappe
principali. Questo metodo però non poteva prendere in considerazione
un ampio campione di bambini e quindi non si potevano generalizzare i
risultati ai fini di una valutazione. Oggi
le tecniche di di osservazione sono state perfezionate attraverso
l'uso del videoregistratore, la strutturazione del contesto di
osservazione e la creazione di schemi di codifica. Questo ha permesso
di superare i limiti dell'osservazione naturalistica e di disporre di
dati ricavati da campioni più ampi di bambini. Inoltre
sono stati ideati strumenti indiretti di osservazione (questionari e
interviste) da somministrare ai genitori dei bambini. Questo tipo di
strumento è il risultato molto utile per indagare le capacità di
bambini piccoli ai quali è difficile da somministrare prove.
I
bambini imparano a comunicare attraverso espressioni, gesti e
vocalizzi prima di aver imparato la loro lingua madre. Vengono
distinte 4 fasi: le fasi della comunicazione preintenzionale e
intenzionale in cui il bambino usa la comunicazione pre-verbale, le
fasi del primo linguaggio e dello sviluppo morfologico-sintattico, in
cui il bambino acquisisce il linguaggio. Il bambino,nel primo anno,
impara a raggiungere i propri obiettivi attraverso l'utilizzo di
strumenti e in seguito a usare simboli. A 6-7 mesi il bambino impara
a produrre sillabe canoniche ovvero la lallazione, capacità ritenuta
fondamentale per lo sviluppo linguistico successivo. Negli scambi
affettivi con il genitore il bambino sperimenta le prime interazioni
comunicative dove il genitore interpreta i suoi gesti come malessere
o benessere mentre invece il bambino non sa di che sta comunicando un
messaggio e questa fase corrisponde alla comunicazione
preintenzionale. Il bambino inizia a comunicare intenzionalmente a
9-10 mesi quando comprende il valore di segnale dei propri
comportamenti e li utilizza per i propri obiettivi. Per comunicare i
bambino utilizza i gesti comunicativi come l'indicare, mostrare,
offrire e richiedere con la mano e questi vengono nominati deittici
ovvero si riferiscono ad un oggetto o ad un evento ma il suo
significato si ricava solo se si osserva il contesto in cui viene
fatto. A 12-14 mesi il bambino utilizza i gesti referenziali ovvero
gesti che rappresentano un referente specifico e il loro significato
non varia dal contesto in cui vengono prodotti. Le prime parole
compaiono di solito tra i11-13 mesi, vengono precedute dalle
protoparole, cioè suoni simili a parole che assumono una funzione
comunicativa specifica in funzione del contesto in cui vengono di
solito prodotte. Lo
sviluppo comunicativo e linguistico nell'infanzia è molto ricco e
complesso e la sua osservazione e valutazione richiede tecniche e
strumenti diversi e specifici per le varie tappe. Per i bambini più
piccoli, nel primo e secondo anno di vita, una prima modalità è
quella di organizzare sedute di osservazione diretta del
comportamento comunicativo del bambino insieme al genitore in un
contesto di gioco o di routine. L'osservazione
può essere videoregistrata e successivamente visionata per procedere
a una valutazione qualitativa delle capacità
comunicativo-linguistiche del bambino attraverso uno schema di
codifica o scale di valutazione. Un'altra possibilità è
intervistare i genitori o somministrargli un questionario. Nella
fase della comunicazione intenzionale, in cui il bambino comunica
soprattutto attraverso vocalizzi e gesti può essere utilizzato il
Questionario sullo sviluppo comunicativo e linguistico nel secondo
anno di vita (QSCL), che permette di rilevare quali gesti e vocalizzi
usa il bambino, in quali contesti, con quali frequenza e come li usa.
Per
valutare la capacità del bambino di produrre il gesto di indicare
può essere somministrato ai genitori il Questionario sull'uso del
gesto di indicare del bambino (QPOINT). Questo strumento permette una
valutazione normativa in quanto dispone di dati di riferimento
sull'età di comparsa dell'indicazione e sul profilo tipico delle
intenzioni comunicative con cui viene usato il gesto dell'indicare
dal bambino. Per
valutare la capacità di comprensione si può utilizzare il
questionario Primo vocabolario del bambino ( PVB) che è composto da
due forme di cui la prima, gesti e parole rivolta a bambini tra gli
8-17 mesi. Esso comprende domande sulla capacità di comprensione
globale del linguaggio parlato, una lista di 28 frasi comunemente
usate nel rivolgersi ai bambini e una lista di 408 parole per le
quali il genitore deve indicare se il bambino le comprende e le
riproduce. Un
indice comunemente utilizzato per valutare la complessità
morfosintattica delle produzioni linguistiche del bambino è la
Lunghezza media dell'enunciato (LME). Per enunciato si intende una
sequenza di parole che indipendentemente dal fatto che contenga una
struttura grammaticale sia preceduta o seguita da silenzi. La
lunghezza media dell'enunciato viene calcolata su un campione di 100
enunciati prodotti dal bambino durante un'osservazione diretta,
dividendo il numero delle parole per il numero di enunciati. Un
enunciato con un numero più elevato di parole viene considerato più
evoluto di un enunciato che ne contiene di meno, questo è un indice
semplice ma attendibile del livello di sviluppo morfosintattico. A
partire dai tre anni la valutazione dello sviluppo comunicativo
linguistico del bambino può essere effettuata attraverso prove
standardizzate in quanto a questa età è possibile ottenere la
collaborazione del bambino e sollecitare le sue risposte a richieste
esplicite e richiedono da parte del valutatore una semplice
registrazione della risposta del bambino. 2.
Questionario sullo sviluppo comunicativo e linguistico nel secondo
anno di vita: Il
QSCL è stato ideato e costruito da Camaioni e colleghi allo scopo di
rilevare e valutare lo sviluppo comunicativo e linguistico del
bambino attraverso le informazioni fornite dagli adulti che lo
accudiscono. Esso valuta la produzione da parte del bambino di
comportamenti comunicativi e di comportamenti verbali nel periodo che
va dalla comparsa della comunicazione intenzionale alla fase delle
parole singole e delle prime combinazioni di parole. Numerose
ricerche hanno dimostrato che i genitori, soprattutto le madri, sono
una fonte attendibile di informazione e che strumenti di questo tipo
sono sensibile nel cogliere le differenze individuali. Tuttavia per
garantire l'attendibilità delle informazioni raccolte dai genitori e
dagli educatori è necessario che vengano rispettate due condizioni: lo
strumento deve riguardare comportamenti attualmente esibiti dal
bambino che chi compila a modo di osservare le
domande si devono riferire a comportamenti nuovi o emergenti che il
bambino ha acquisito da poco tempo e che si verificano ne così
raramente da essere notati con difficoltà ne così spesso da
rendere faticosi la loro quantificazione. Altra
caratteristica di questo tipo di strumenti è la presenza di domande
chiuse o a risposta strutturata, in cui sono descritti una serie di
comportamenti. Chi compila deve indicare quale comportamenti tra
quelli indicati che vengono esibiti dal bambino senza ricorrere a
inferenze di alcun tipo.
Il
compilatore farà ricorso alla memoria di riconoscimento cioè
riconoscerà tra quelli specificati i comportamenti presenti nel
proprio bambino senza rievocare eventi passati e incorrere nel
rischio di ricordare in modo incompleto o distorto.
Il
QSCL può essere utilizzato in due ambiti specifici: l'ambito
diagnostico e clinico per valutare il livello di sviluppo
comunicativo-linguistico dei bambini segnalati ai servizi
specialistici per problemi di sviluppo del linguaggio o cognitivo,
per lo screening dei bambini di popolazione a rischio, ad es.
prematuri, dismaturi, con basso peso alla nascita, dei quali si
vuole monitorare lo sviluppo; per lo screening di ampie popolazioni
a scopi preventivi di controllo epidemiologico
l'ambito
della ricerca quando è necessario deve disporre di una misura dello
sviluppo comunicativo-linguistico dei soggetti, per metterla in
relazione con altri aspetti dello sviluppo oppure per controllare il
livello di sviluppo del campione. Il
questionario prevede tre età di rilevazione: 12-16-20 mesi. Per la
rilevazione a 12 e a 16 mesi si utilizza la forma I°. Mentre a 20
mesi si utilizza la formula II°. Questo questionario prevede delle
domande standard come: cosa
fa il bambino quando ha fame? Cosa
fa il bambino quando vuole uscire di casa? Come
si comporta il bambino quando vuole un giocattolo? Ciascuna
forma del questionario include due liste, una di parole e una di
gesti e parole comunicativi. La lista di parole comprende i termini
che più frequentemente i bambini producono quando iniziano a
parlare. In essa si chiede di indicare se il bambino usa per lo
stesso significato una parola diversa da quella citata o la pronuncia
diversamente ( bumba e acca per acqua). La lista di gesti si
riferisce ai gesti referenziali o simbolici usati intenzionalmente
dal bambino per denotare un referente specifico.
Le
due forme del QSCL differiscono in quanto la formula I prevede anche
una lista per le abilità motorie del bambino da compilarsi con le
stesse modalità delle altre due liste che permette di misurare il
generale sviluppo del bambino. Al contrario rivolgendosi a bambini
più grandi, la forma II include un maggior numero di comportamenti
che il bambino può esibire nei contesti, tra i quali la produzione
di semplici frasi. Una
volta compilato il QSCL va codificato le risposte date e attribuendo
punteggi a ciascun comportamento. Insieme al manuale e al
questionario sono disponibili schede per la tabulazione dei dati che
facilitano questa fase del lavoro. I diversi comportamenti
comunicativi e non comunicativi, verbali e non verbali, presenti nei
contesti vengono distinti in 9 categorie che costituiscono le
variabili o misure del questionario. I punteggi ricavati dalla
codifica costituiscono i punteggi grezzi delle misure che si ricavano
dal QSCL. Questi punteggi possono essere utilizzati per descrivere il
livello di sviluppo comunicativo-linguistico di un particolare
bambino ad una certa età oppure per determinare il livello di
sviluppo medio di un gruppo di bambini. Nel
manuale del QSCL sono incluse tre tabelle, una per ciascuna età di
rilevazione, che consentono di trasformare i punteggi grezzi in
punteggi standardizzate T. I punti T si distribuiscono su una scala
che va da 0 a 100 con media 50. se il punto T di una determinata
misura cade tra 60 e 40 il livello di sviluppo del bambino può
ritenersi nella norma, nel senso che corrisponde al livello di
sviluppo della maggior parte dei bambini della stessa età. Se il
punto T è inferiore a 40 risulta al di sotto della norma rispetto
alla popolazione di riferimento. Un bambino che presenta più di una
variabile criteriale con punteggio inferiore a 40 viene considerato a
rischio nello sviluppo comunicativo-linguistico in quanto il suo
livello di sviluppo appare inferiore a quello della maggioranza dei
bambini della sua età. 3.
Uno schema di codifica delle prime combinazioni di gesti e parole: La
capacità di combinare parole viene acquisita circa 6 mesi dopo la
comparsa delle prime parole ed è considerata dagli studiosi una
tappa importante nello sviluppo linguistico del bambino. Il passaggio
da espressioni di una parola a espressioni di più parole è
accompagnato da forme comunicative di transizione tra le quali le
combinazioni di gesti e parole. Queste combinazioni gesto-parole
precedono la comparsa delle combinazioni di due parole e permettono
al bambino di superare i limiti articolatori legati al parlato e di
rafforzare,chiarire o ampliare il messaggio. Le osservazioni del
comportamento del bambino vengono condotte a casa del bambino in
presenza della madre. Le sedute di osservazione comprendono tre tipi
di interazione tra madre e bambino per la durata totale di circa 45
minuti.
Il
primo passo nella codifica consiste nell'identificare le combinazioni
definite come espressioni composte da più elementi comunicativi che
possono verificarsi in contemporanea o in rapida successione. Gesti
e parole vengono definiti comunicativi quando sono accompagnati dallo
sguardo al partner da vocalizzazioni o da un chiaro sforzo per
attirare l'attenzione dell'interlocutore. I gesti che comportano il
contatto diretto con una persona o un oggetto vengono esclusi ad
eccezione del mostrare.lo schema di codifica classifica le
combinazioni in base alla modalità di produzione, alla componente e
al contenuto informativo. Si possono identificare tre tipi di
combinazioni in funzione della modalità di produzione: le
combinazioni crosmodali che contengono una parola e un gesto, le
combinazioni unimodali gestuali quando entrambi gli elementi sono
gesti e le combinazioni unimodali vocali. In base al contenuto
vengono classificate in equivalenti, quando due elementi hanno un
significato analogo, complementari, quando un elemento specifica o
disambigua l'informazione fornita dall'altro elemento e supplementari
quando un elemento aggiunge informazioni rispetto all'altro. Il
compito dell'osservatore è di classificare tutte le combinazioni
prodotte dal bambino in una seduta di osservazioni in base alle
categorie.