Capitolo 8. Le parole della ricerca (Irene Mazza)

Le parole della ricerca

Sempre più spesso, nei testi che trattano argomenti appartenenti alle scienze umane, si riscontra l’impegno di una terminologia tecnica rispetto alla quale il lettore si trova impreparato; in linea di massima si ricorre spesso a termini mutuati dalla statistica o appartenenti alla metodologia di ricerca di discipline specifiche, dunque, questo capitolo ha lo scopo di spiegare in modo semplice, ma preciso il significato dei termini di cui si fa attualmente maggior uso per gli intenti ora descritti.

Campione e campionamento.

Requisito della massima importanza nella ricerca sperimentale delle scienze umane è l’economicità: la condizione ideale è quella in cui un ridotto numero di informazioni è in grado di farci conoscere un numero elevato di situazioni, soggetti, etc. la metodologia impiegata per realizzare questo obiettivo è detta di campionamento che significa di un insieme limitato e finito di osservazioni (campione) rappresentanti una popolazione (universo).

 

Le tecniche principali e più usate attraverso cui è possibile costruire un campione sono:

 

Casuale: assume che ogni elemento della popolazione deve avere uguali probabilità di fare parte del campione.

 

Stratificata: qualora il campionamento casuale richiedesse un numero eccessivo di procedure per la sua realizzazione, si può suddividere una popolazione in sottoinsiemi tra loro omogenei a patto che ciascun elemento sia incluso in una sola classe; dopo aver estratto casualmente un campione della popolazione è possibile produrre una distribuzione di classi certamente rappresentativo dei tratti essenziali della popolazione.

 

Campionamento proporzionale: riduzione del campione a condizione che sia sempre rappresentativo.

 

Campionamento non-proporzionale: a differenza di quello proporzionale, le frazioni in cui si ripartisce il campione non sono uguali.

 

 

Campionamento a grappoli: qualora si sia in presenza di una popolazione che richieda l’estrazione di un numero elevato di campioni di grandezza limitata ed eterogenei è possibile individuare dei sottoinsiemi ed includere nel campione tutti i soggetti appartenenti a tali sottoinsiemi al fine di limitare la numerosità del campione e la sua estensione.

 

Campionamento di controllo: il suo obiettivo è quello di mettere in grado il ricercatore di preservarsi dalle innumerevoli possibilità di falsificazione che ogni ricerca presenta.

 

Correlazione e regressione: due indici collegati l’uno all’altro ed esprimibili in un’unica equazione; differiscono per il fatto che il primo indica in che misura le due variabili siano correlate, mentre il secondo impone a tutte le variabili di assumere il ruolo di variabile dipendente e poi di variabile indipendente.

 

Dipendenza statistica: è un concetto più debole di quello di dipendenza funzionale , ma stabilisce la sussistenza di una relazione tra le variabili.

 

Distribuzione dati: eseguita una prova è necessario raccogliere, riunire e aggregare i dati per poterli elaborare correttamente.

 

Distribuzione discreta: è rappresentata da una variabile che assume un limitato numero di valori in ben definito intervallo, oppure un insieme di intervalli al cui interno la variabile esaminata assume valori identici.

 

Distribuzione continua: è costituita da una variabile con un numero infinito di valori a cui corrisponde un infinito numero di valori in un intervallo specifico.

 

Distribuzione a punti: in cui si prendono in considerazione a un a uno tutti gli elementi che la compongono.

 

Distribuzione a intervalli: suddivisa in parti per consentire una più rapida elaborazione dei dati raccolti.

 

Distribuzione uniforme: ad ogni attributo fa riscrontro un’identica frequenza.

 

Distribuzione a tendenza unica: concentrata attorno a un solo attributo.

 

Distribuzione campionaria: insieme di tutti i possibili valori che si possono ottenere analizzando tutti i campioni di una certa ampiezza estratti da una popolazione.

 

Distribuzione di frequenze: rappresentazione dei dati in cui  in luogo di avere sull’asse delle ordinate qualsiasi tipo di grandezza si ha il numero dei soggetti, delle risposte, etc. della situazione specifica.

 

Distribuzione normale: meglio di altre riassume in gran numero delle distribuzioni possibili, la sua caratteristica principale è la simmetria.

 

Esperimento: condizione di controllo completo delle prove, dei soggetti, delle modalità; la caratteristica principale è l’assegnazione casuale dei soggetti ai vari item che costituiscono il procedimento empirico e lo formano.

 

Quasi esperimento: quando non è possibile controllare completamente l’assegnazione dei vari soggetti alle condizioni che caratterizzano l’esperimento.

 

Analisi dei fattori: identificare le variabili latenti in modo da fornire le spiegazioni più semplici rispetto ai dati raccolti; inversamente possiamo intendere tale analisi come il metodo atto ad identificare le variabili fondamentali che costituiscono la geneti della variabilità della misura del comportamento.

 

Frequenze: indicarle significa riportare gli elementi facenti parte del contesto esaminato.

 

Frequenze assolute: indicano la numerosità degli elementi.

 

Frequenze relative: si ottengono ponendo in rapporto il valore numerico di ogni classe in cui è suddiviso l’insieme con il numero totale degli elementi.

 

Frequenze cumulative: si ottengono sia impiegando le frequenze assolute, sia quelle relative e sono date dal raggruppamento additivo delle singole classi.

 

Frequenze teoriche: quando si hanno due o più distribuzioni si tratta di stabilire se queste siano tra loro dipendenti.

 

Frequenze osservate: effettivi valori caratterizzanti la distribuzione presa in esame.

 

Invarianza statistica: procedimento di calcolo attraverso cui è possibile applicare specifiche trasformazioni tra variabili.

 

Ipotesi: di fronte ad un problema è comune osservare che “se questa cosa è vera, allora otterrò questo risultato”, nelle scienze matematiche è possibile concepire un tale procedimento a livello formale, ma nelle scienze umane, se il risultato non ha un riscontro diretto, osservabile nella realtà, non lo si può né confutare, né approvare, non si ha dunque un’ipotesi scientifica.

 

Ipotesi nulla: date due o più variabili, queste non sono tra loro differenti oppure è esclusa l’influenza dell’una sull’altra.

 

Ipotesi alternativa: è opposta all’ipotesi nulla.

 

Ipotesi semplice: consiste nel fissare un valore unico nel parametro in esame.

 

Ipotesi complessa: consiste nel fissare un intervallo al cui interno collocare il valore del parametro.

 

Ipotesi monodirezionale crescente: esamina tutti i valori minori rispetto a quelli della media parametrica.

 

Ipotesi bivariata: prende in esame tutti i valori che si differenziano da quello della media del parametro.

 

Ipotesi ausiliaria: è costituita da condizioni particolari che hanno il fine di integrare la verifica dell’ipotesi da cui si è partiti.

 

Leggi: ricavate da osservazioni dirette che concernono un singolo aspetto della relazione tra le variabili.

 

Metodo longitudinale: quando si debba esaminare gli effetti di una determinata situazione la cui durata si dispiega per un periodo temporalmente considerevole, sono due le tecniche opportune: costruire di volta in volta nuovi campionamenti; cercare di effettuare controlli con frequenza periodica e ricorsiva sui gruppi campione.

 

Metodo trasversale: in questo caso si scelgono campioni formati da soggetti con età diverse e si compiono osservazioni e rilevazioni di dati entro un arco di tempo preventivato, confrontandoli tra loro.

 

Misura: numero associato ad ogni elemento della distribuzione; tutti i procedimenti di misura in statistica possono essere ricondotti alle operazioni della sintetizzazione e della dispersione; le principali misure di sintesi sono: moda, mediana, media aritmetica semplice, media aritmetica ponderata, media geometrica, media armonica, numero delle classi d’equivalenza, entropia, scarto mediano, scarto semi-interquartile, campo di variazione, coefficiente di variazione, varianza, scarto quadratico medio.

 

Popolazione (universo): insieme di persone, cose, situazioni, procedimenti che costituiscono l’oggetto della ricerca.

 

Scale di misura: insieme di tecniche, ognuna delle quali dotata di specifiche proprietà e strumenti che assolvono a questo compito; esistono quattro tipi di scala di misurazione: nominale, ordinale, a intervalli e a rapporti di cui le prime due sono dette qualitative, le seconde due quantitative.

 

Scale nominali: si hanno quando un insieme di dati può essere ripartito in classi d’equità.

 

Scale ordinali: si hanno quando, rispetto ad un insieme di dati, è possibile definire una relazione d’ordine.

 

Scala a intervalli: rimane stabile rispetto a determinate trasformazioni.

 

Scala a rapporti: riguarda due o più variabili aventi un’origine comune.

 

Significatività: ottenuta attraverso regole basate su operazioni e relazioni definite tramite il sistema numerico che è misura di quello empirico.

Standardizzazione: particolarmente utile nella statistica inferenziale in quanto è lo strumento che consente di avere distribuzioni normali.

 

Statistica: obiettivo principale di tale disciplina è quello di elaborare i dati raccolti sperimentalmente avendo per fine la loro misura.

 

Statistica descrittiva: riguarda esclusivamente i dati del campione in esame e ha come presupposto il loro controllo diretto.

 

Statistica inferenziale: composta da una grande molteplicità di metodi che trovano un elemento comune nella teoria delle probabilità; serve ad indicare sino a quale punto sono rappresentativi di una popolazione i dati che abbiamo potuto misurare compiutamente solo attraverso il campione.

 

Stima: rapporto tra campione e popolazione.

 

Test statistici: si effettuano quando viene formulata un’ipotesi e vengono realizzate un limitato numero di prove.

 

Validità: concetto concernente la metodologia della ricerca; una costruzione statistica è valida quando è in grado di misurare le variabili in funzione delle quali è stata prodotta.

 

Validità interna e statica: concerne l’effettiva relazione di causa/effetto tra variabile indipendente e variabile dipendente.

 

Validità esterna: possibilità di applicare a diverse situazioni i risultati di una ricerca sperimentale.

 

Validità di costrutto: concerne l’eliminazione di diverse spiegazioni teoriche dei risultati; esiste quando, attraverso la progettazione di nuovi esperimenti che tengano conto delle situazioni specifiche che si sono verificate, si è in grado di studiare con maggiore chiarezza quale spiegazione sia preferibile.

 

Variabile indipendente: situazione causante le risposte che il soggetto dà ad una determinata stimolazione; è manipolabile e controllata da colui che propone la prova.

 

Variabile continua: è specifica di situazioni in cui il cambiamento di stato deve essere imposto arbitrariamente, in quanto altrimenti non decifrabile.

 

Variabile discontinua: riguarda situazioni ben distinte e definibili tra loro come appartenenti a categorie specifiche.

 

Variabile quantitativa: ciò che muta sono le grandezze.

 

Variabile qualitativa: ciò che muta è il genere.

 

Analisi della varianza: si tratta di impiegare particolari tecniche matematiche atte ad indicare la validità delle ipotesi che vengono formulate in una ricerca attraverso operazioni che mettono a confronto più campioni.

 

Verifica delle ipotesi: quando si mette a rapporto un certo numero di campioni possiamo trovarci di fronte ad una duplice situazione: o le loro misure sono identiche, oppure no; qualora compaiano delle differenze, la prima cosa da chiedersi concerne la provenienza o meno dei campioni in questione da un’identica popolazione; il procedimento di verifica delle ipotesi risponde probabilisticamente a questo interrogativo attraverso la determinazione di un valore rispetto al quale porsi a confronto.

 

 

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Edurete.org Roberto Trinchero