Capitolo 1. Che cosa significa "fare ricerca" (Stefania Nordera)
1. Che cosa significa “fare ricerca”
1.1 I modelli “mentali”
Questo libro tratta di ricerca
quantitativa in campo educativo. Si fa ricerca per “conoscere qualcosa” in
vista di un’azione, infatti non vi sono dubbi che ogni essere umano costruisca
e utilizzi,più o meno in maniera conscia, dei modelli “mentali”. La costruzione
di tali modelli precede ogni decisione e ogni formulazione d’opinione. Quindi
possiamo affermare che pensare non sia altro che costruire modelli mentali.
1.2 Che “cosa” è un modello
Un modello è una rappresentazione che
fornisce punti di riferimento utile per riprodurre alcune caratteristiche
dell’entità oggetto di studio. Costruire un modello implica una preliminare
attività di definizione del punto di vista da cui ci si pone per osservare e
descrivere la realtà considerata. Ad esempio una scuola può essere modellizzata
in modi differenti, a seconda dell’ottica del soggetto cui ci si pone
(insegnante, allievo,urbanista).
Un modello quindi non possiede una
validità “assoluta” e deve soddisfare determinati requisiti. Deve essere:
·
Semplice: includere solo ciò che è strettamente
necessario per la comprensione del fenomeno in esame;
·
Robusto: i risultati devono rimanere
significativi all’interno di una gamma sufficientemente ampia di “posizioni di
funzionamento” rispetto alla “posizione di funzionamento normale” del sistema;
·
Flessibile: essere capace di adattarsi a nuove
condizioni al contorno;
·
Completo:nel senso che deve spiegare il fenomeno
nella sua totalità;
·
Di facile accesso: la comunicazione tra utente e
modello deve essere il più possibile agevole, trasparente e intuitiva.
1.2.1 Tipologie di modelli
I nostri modelli mentali sono per natura buoni e ricchi di informazioni
nella misura in cui ci consentono di vivere sufficientemente bene la vita di
tutti i giorni. Ma non sempre traiamo il meglio dai nostri modelli mentali,
specie se è un po’ complicato.
I modelli possono essere classificati in molti modi, la più comune è
tra modelli fisici e modelli astratti. I primi sono repliche concrete su scala
ridotta dell’entità in esame (plastici costruiti dagli architetti). I secondi
sono più comuni anche se non vengono sempre riconosciuti tali. Essi possono
assumere qualsiasi forma, dalla descrizione verbale a quella matematica.
1.2.2 I modelli matematici
Costruendo modelli si scelgono alcuni oggetti facilmente manipolabili
di cui ci si serve poi per rappresentare aspetti della realtà che ci appaiono
rilevanti. Occorre però precisare che uno stesso oggetto può venire utilizzato
in vari modi, sfruttandone proprietà diverse a seconda delle nostre intenzioni.
Tali considerazioni sono analoghe anche quando vogliamo rappresentare
fenomeni attraverso i numeri, costruendo così modelli di tipo matematico. I
numeri possiedono diverse proprietà. In primo luogo sono diversi tra loro e ci
permettono di distinguere i diversi componenti di una qualsiasi collezione,
funzionando come etichette.
Esistono 3 scale numeriche:
- scala nominale, viene utilizzata nel momento in cui si vuole misurare
qualcosa.
- scala ordinale, viene utilizzata per costruire modelli in cui viene
espressa la precisa sequenza in cui si svolgono gli eventi, o il grado in cui
certi oggetti godono di una certa proprietà.
1.3 I metodi della scienza; l’importanza di “avere delle idee” e di
parlarne con gli altri
Lo studioso moderno è interessato a trovare fatti nuovi che sfidano
teorie consolidate; questo atteggiamento è del tutto ignoto alla tradizione
secondo cui, invece, sarebbero i fatti a doversi adattare alle teorie.
“Trovare le idee” significa formulare delle ipotesi sul mondo ed esse
devono essere, affinché risultino interessanti per i colleghi, comprensibili e
sufficientemente precise. Occorrerà quindi definire le variabili, cioè quelle
entità che cambiano in funzione di quanto accade internamente al sistema preso
in considerazione dal modello, e le relazioni fra le variabili, cioè le
modalità in cui supponiamo che le variabili siano collegate tra loro.
“Procurarsi i fatti” significa adoperarsi per trovare argomenti
ragionevoli, tali da convincere i nostri colleghi e l’opinione pubblica della
validità della nostra ricerca. I fatti rilevati prenderanno il nome di “dati”
che dovranno essere messi in ordine in modo ragionevole, cioè elaborati in
quanto non sempre si prestano ad una comprensione immediata. Solo dopo questi
passaggi sarà possibile capire il significato dei dati rispetto alle ipotesi
formulate in partenza e dunque interpretarli.
A questo punto il ricercatore che vuole produrre un materiale
scientifico ha il dovere di comunicare il proprio lavoro avendo la piena
coscienza di non essere infallibile; quindi sottoporrà all’esame altrui il
proprio lavoro esponendosi a critiche, contestazioni ma anche a possibile
disinteresse.