Capitolo 4. La ricerca quantitativa in educazione: ambiti e problemi pragmatici (Irene Mazza)
4.
La ricerca quantitativa in educazione: ambiti e problemi paradigmatici. 4.1
La ricerca quantitativa: un universo variegato e in evoluzione Il
settore delle ricerche educative che si avvalgono di metodi quantitativi è
ampio e articolato, infatti, vi rientrano non solo le indagini caratterizzate
da disegni sperimentali, ma anche tutte quelle che fanno ricorso a metodi e
strumenti che consentono di misurare le variabili in gioco e di procedere ad un
trattamento statistico dei dati così assunti; i limiti di applicabilità dei
paradigmi della ricerca sperimentale nel campo dell’educazione hanno portato
alla proposta di disegni d’indagine più consoni alle caratteristiche specifiche
dei fatti educativi, inoltre, negli ultimi trent’anni si è assistito ad un progressivo
affermarsi di paradigmi ermeneutici e qualitativi i cui rapporti offrono
preziose indicazioni per una lettura più approfondita di fatti e processi
educativi e scolastici colti nei loro caratteri specifici e nel loro dipanarsi;
al tempo stesso si è registrato un parallelo ridimensionarsi delle indagini di
impianto positivistico e quantitativo in precedenza prevalenti, soprattutto
negli Stati Uniti d’America. Il
dibattito ed il confronto tra ricercatori di diversa impostazione hanno
contribuito a mettere in luce peculiarità, pregi e limiti dell’uno e dell’altro
paradigma: in particolare si è messa a fuoco l’improduttività di ette
contrapposizioni tra approcci quantitativi e qualitativi e si sono sottolineate
le specificità degli apporti dell’uno e dell’altro e l’esigenza di avvalersi
congiuntamente dei loro contributi. 4.2 La ricerca quantitativa:
i contributi specifici Vi
sono problemi per cui è indispensabile ricorrere a impianti di ricerca di tipo quantitativo
perché l’approccio quantitativo e, nel caso specifico, un impianto di ordine
docimologico sono insostituibili se si vogliono avere informazioni affidabili e
comparabili sul rendimento scolastico di elevati numeri di allievi; gli
approcci quantitativo e qualitativo hanno finalità diverse , per cui gran parte
della ricerca orientata alla politica scolastica nelle sue grandi linee deve
essere condotta secondo il paradigma positivistico orientato verso il
quantitativo, mentre la ricerca rilevante per l’operatore scolastico deve
essere più ermeneutica e qualitativa nel suo approccio. Grazie
all’adozione di diversi disegni di ricerca, di molteplici strumenti di
rilevazione e di opportuni metodi di elaborazione dei dati, le indagini di
taglio quantitativo mirano ad identificare problemi emergenti e tendenze in
atto, a mettere alla prova prassi consolidate e proposte innovative, ad
incrinare opinioni ed incertezze che rimandano a immagini e concezioni
stereotipate di fatti e processi educativi affidandosi, a questo fine, a
modalità accreditate di indagine e non solo alla forza della tradizione e dell’autorità;
in particolare, la ricerca quantitativa si prefigge di identificare rispetto ai
problemi presi in esame, sulla base di disegni che consentono la replicabilità
dell’esperienza e grazie all’analisi di gruppi significativi, norme, costanti,
linee di tendenza, cioè elementi comuni e caratteri generali utili per definire
parametri di riferimento che consentono di orientarsi nella realtà educativa,
di interpretare i processi in atto e di prefigurare possibili sviluppi, di
assumere decisioni fondate su riscontri empirici. 4.3 Ambiti e problemi
emblematici prescelti: le ragioni Nel
selezionare gli ambiti si è cercato di tenere presente la varietà dei fattori
analizzati e delle molteplicità degli impianti metodologici e strumentali
adottabili, inoltre, si è voluto sottolineare che la ricerca quantitativa opera
su grandi numeri, ma anche su realtà numericamente più circoscritte, purchè
statisticamente significative. Nel
percorso proposto si prendono in esame prima di tutto i contributi offerti in
educazione dai dati statistici e dagli indicatori, misure il cui apporto è
sempre più necessario per la lettura d’insieme di sistemi complessi e
strategici quali le istituzioni scolastiche e formative oltre che per
interpretare i risultati emergenti da altri ambiti d’indagine; un altro settore
di ricerca è quello del rendimento scolastico che ha conosciuto un forte
impulso per un insieme di ragioni note; la presa d’atto delle difficoltà in cui
si dibattono le strutture scolastiche dei paesi avanzati e l’esigenza di avere
informazioni sul loro stato di salute di incrementarne la produttività sono le
ragioni per cui ci si prefigge di mettere in atto attività di monitoraggio del
sistema scolastico che costituisce un altro settore di cui ci si occupa. L’ultima
area analizzata è quella delle ricerche miranti a verificare qualità formativa
e rispondenza agli obiettivi prefissati di strategie didattiche, di proposte
curricolari, di modalità di organizzazione educativa, in particolare
sperimentale, che è stata ed è ricerca didattica. 4.4 L’informazione
statistica sull’istruzione In
una fase storica in cui si avverte diffusamente la necessità di un più efficace
ed efficiente utilizzo delle risorse al fine di incrementare la qualità
dell’istruzione e di contenere gli investimenti pubblici, diventa sempre più
pressante la richiesta di potersi avvalere di ampie ed attendibili informazioni
sull’andamento dei processi educativi, sul funzionamento delle strutture
scolastiche e formative e sui rapporti tra queste realtà e il mondo del lavoro.
Pure nel nostro paese sono molteplici le fonti statistiche disponibili per il
settore dell’istruzione: anche in questo ambito, le cui consolidate metodiche
garantiscono della qualità delle informazioni assunte, raccolta, elaborazione e
lettura dei dati costituiscono processi impegnativi perché devono essere
condotti sulla base di ipotesi che selezionano i fenomeni da investigare e ne
orientano l’interpretazione; grazie a tali dati che offrono informazioni di
base indispensabili per analizzare anche altri fenomeni e processi educativi,
si possono cogliere elementi costanti, linee di tendenza e processi innovativi
ed inoltre, si possono effettuare analisi sia in ordine diacronico, sia in
ordine sincronico. 4.4.1 L’evoluzione della
scolarità a partire dagli indici statistici In campo educativo i dati statistici offrono
informazioni sintetiche, ma significativamente orientanti a riguardo delle
profonde trasformazioni conosciute e dei caratteri assunti dai processi
formativi e dai sistemi scolastici; gli indici statistici possono delineare il
progressivo ridursi dei tassi di analfabetismo e l’ampliarsi della popolazione
scolastica in rapporto alle corrispondenti classi di età. Per
quanto riguarda il nostro paese, nel loro insieme, le statistiche di cui
disponiamo tratteggiano una realtà piuttosto modesta sul piano della diffusione
della cultura, una situazione di forte ritardo rispetto agli altri paesi
dell’area occidentale e la presenza di andamenti e situazioni molto
differenziati tra nord e sud; attraverso tali dati è possibile cogliere anche
la dimensione e l’evoluzione della selezione scolastica che ha visto a lungo
percentuali consistenti specialmente nel Meridione e, intorno a questi
problemi, denunciati dagli indici delle ripetenze e degli abbandoni, sono state
condotte anche nel nostro paese, in particolare negli anni ’60 e ’70, indagini
che, riguardo le ragioni dell’andamento scolastico, hanno ribadito il ruolo
centrale giocato dai condizionamenti socioeconomici e culturali e hanno
delineato i caratteri specifici assunti da tali processi in relazione anche ai
grandi flussi migratori verso il nord del paese: gli stessi dati indicano che,
soprattutto dopo gli anni ’60, la sessione scolastica è diventata sempre meno
incisiva nelle diverse aree del paese e nei diversi ordini scolastici. Gli
indici statistici permettono anche di identificare la presenza di maschi e
femmine nelle strutture scolastiche dove inizialmente è misurato un forte
svantaggio per le ragazze dovuto all’analfabetismo, successivamente, dal
secondo dopoguerra, si a assistito ad un’espansione rilevante della presenza
femminile nelle strutture scolastiche e, in particolare, si è constatato ce le
studentesse sono in netto vantaggio per quanto riguarda la regolarità degli
studi ed i tassi di riuscita. 4.5 Gli indicatori
educativi: uno sguardo sull’educazione Gli
indicatori educativi sono indici statistici che forniscono informazioni sullo
stato e sul funzionamento del sistema educativo e quindi circa gli effetti dell’educazione
sui singoli e sulla società nel suo complesso; gli indicatori possono misurare
variabili molto differenziate, infatti, come suggerisce il nome stesso, l’indicatore
è un indice statistico appositamente selezionato perché si suppone consenta di
cogliere carattere ed evoluzione di settori chiave del contesto educativo e
scolastico; inoltre, a differenza di altri dati statistici, l’indicatore è una misura
di forte interesse politico-sociale, è relativo a specifici problemi e di norma
viene riferito ad uno standard che consente di cogliere le evoluzioni del
fenomeno esaminato. È
necessario sottolineare che, per ragioni di ordine politico e
tecnico-scientifico, si sono fortemente ridimensionate le speranze nutrite
negli anni ’60 di potersi avvalere degli indicatori per segnalare le
trasformazioni in atto nel settore educative per orientare l’azione di politici,
amministratori, personale della scuola, anche se non è semplice spiegarne il
motivo; sinteticamente possiamo dire che, soprattutto nell’ambito dei paesi a
più avanzato sviluppo tecnologico, si è avvertita la necessità di acquisire
informazioni circa la produttività del sistema scolastico e riguardo la qualità
della formazione, esigenza collegabile anche alla necessità di rispondere alle
grandi sfide poste oggi soprattutto dai processi di globalizzazione dell’economia
che impone che impone il raggiungimento di standard più elevati in campo
scolastico e dalla parallela esigenza di razionalizzare le spese per l’istruzione
in una situazione in cui vi è una contrazione della spesa pubblica. La
ripresa d’interesse per gli indicatori si è tradotta in un forte impegno di
studio e di ricerca mirante a elaborare nuovi modelli concettuali che
consentono di risolvere problemi di ordine scientifico e politico allo stesso
tempo: esigenza di adottare un ampio ventaglio di indicatori tra loro correlati
e di fare ricorso a dati quantitativi e qualitativi nell’analisi dei sistemi
scolastici. La
selezione degli indicatori, però non corrisponde solo a logiche scientifiche,
ma è fortemente condizionata da opzioni politico-educative che portano a
privilegiare obiettivi, problemi e aree e, anche queste ragioni, rendono ardua
l’identificazione di parametri comuni per sistemi scolastici che si prefiggono
spesso finalità ed obiettivi diversi e sono caratterizzati da impostazioni
educative e didattiche non congruenti. Si
devono adottare prospettive di più ampio respiro che guardino alla scuola come
organismo complesso la cui vitalità dipende in ampia misura dalla qualità delle
interazioni che corrono tra i soggetti che vivono ed operano in queste
strutture, pertanto, le azioni che mirano ad incrementare la produttività della
scuola non possono fondarsi su input esterni e su interventi di tipo
tecnico-amministrativo, ma devono tenere conto del ruolo giocato dalle
aspettative e dagli atteggiamenti dei diversi protagonisti della realtà
didattica e dal clima che caratterizza queste strutture. Concludendo,
possiamo nominare un paio di esempi della ricerca sugli indicatori: una
quantità e varietà considerevole di dati reperibili nella pubblicazione annuale
americana del “The Condition of Education” e il progetto INES del CERI-OCDE. 4.7 Il rendimento
scolastico: problema cruciale per le società contemporanee Anche
se con ritmi ed esiti difformi nel secondo dopoguerra, nella maggior parte dei
paesi avanzati si è verificato un progressivo aumento dei tassi di
scolarizzazione in particolare nella scuola secondaria superiore che ha costituito
uno degli obiettivi prioritari della politica scolastica di molti stati
specialmente negli anni cinquanta, al contrario di quanto successe nei due
secoli successivi; le ragioni di questo stato di cose sono molteplici: tra esse
un peso notevole ha sicuramente sovraccaricato la scuola a cui sono stati
delegati compiti non pertinenti e l’enfasi posta su finalità importanti, ma non
caratterizzanti in senso stretto l’operato dell’istruzione stessa; altri
ostacoli sono stati la rigidità dell’organizzazione del lavoro e soprattutto la
non adeguata preparazione degli insegnanti. In
sintesi possiamo dire che il dilemma di fondo con cui si stanno confrontando i
sistemi scolastici dei paesi più avanzati è conciliare qualità e quantità nel sistema scolastico; una strategia
utile per incrementare tale conciliazione è un allargamento di prospettiva che
ha spostato l’attenzione dai prodotti ai processi nel campo della scuola. 4.8 Il controllo del
rendimento: le indicazioni della ricerca Il
controllo del rendimento scolastico costituisce uno dei problemi centrali ed
uno dei campi d’indagine classici della ricerca quantitativa che si prefigge di
misurare il prodotto della scuola grazie alla rilevazione delle acquisizioni
degli allievi verificate mediante la somministrazione di prove oggettive,
strumenti di accertamento del profitto la cui elaborazione e il cui utilizzo
sono stati resi possibili dall’adozione dei principi e delle tecniche della
ricerca psicometrica. Dagli
anni ’60 sono state svolte diverse indagini internazionali sul profitto che
hanno fornito una serie di informazioni di grande interesse a riguardo del
funzionamento dei differenti sistemi scolastici; si ravvisa, infatti, la
necessità di nuovi metodi e strumenti di
valutazione utili in primo luogo per accertare competenze più direttamente
spendibili nel mondo del lavoro. 4.9 Il monitoraggio dei
sistemi scolastici Il
monitoraggio dei sistemi scolastici è il problema a riguardo del quale si sta
registrando un interesse crescente in quanto si avverte più l’esigenza di
tenere sotto controllo il funzionamento delle strutture formative e di assumere
tutte le informazioni utili per orientare interventi di supporto miranti a
incrementare la qualità dell’offerta educativa e didattica, a elevare il
rendimento degli allievi, a facilitare la transizione dal mondo della scuola a
quello del lavoro; infatti, il sistema di monitoraggio, a differenza di quanto
capita nella ricerca sugli indicatori, ha finalità più direttamente operative perché
mira a identificare e a mettere in atto
le soluzioni che possono consentire di superare o attenuare gli effetti delle
situazioni critiche esaminate. Il
monitoraggio del sistema scolastico è un processo molto più articolato e
complesso di quelli attuati in altri settori, a tal proposito è stato suggerito
che in campo educativo un sistema di monitoraggio deve rispondere a tre
finalità generali: controllare il mantenimento degli standard giudicati
necessari per il funzionamento delle strutture scolastiche; verificare i livelli di
profitto al fine di promuoverne l’incremento; condurre attività diagnostiche al
fine di rendere l’offerta formativa più rispondente ai bisogni. 4.10 La verifica delle
innovazioni Uno
dei problemi rispetto cui la ricerca di tipo quantitativo ha svolto e svolge un
ruolo centrale e insostituibile è la verifica di proposte o progetti di
innovazione educativa e didattica; a questo fine, l’adozione di un approccio
empirico-sperimentale costituisce una scelta molto impegnativa, particolarmente
qualificante in ambiti in cui a lungo e ancora oggi l’innovazione è stata
orientata e sostenuta soprattutto da opzioni di ordine filosofico-educativo,
talvolta anche di tipo politico-ideologico; inoltre, le strategie didattiche
hanno costituito uno dei settori in cui più spesso si è fatto ricorso a disegni
di tipo sperimentale per vagliarne l’efficacia formativa.