Capitolo 6 (Maristella Todeschino)

L'approccio interculturale per la costruzione della cittadinanza globale

La diversità: problema o ricchezza?


Nel contesto sociale attuale, in cui si cerca faticosamente di passare da un forte e progressivo multiculturalismo ad un vero interculturalismo, il nodo centrale delle riflessioni pedagogiche è incentrato sul rapporto tra identità e differenza, e, quindi, sul rapporto tra identità e diversità.


Il ruolo della scuola assume in questo contesto un'enorme importanza, dal momento che essa è l'istituzione dove ha luogo l'incontro tra il sé e l'altro: uno scenario multisfaccettato di incontri e confronti, all'interno del quale interagiscono sempre nuove persone con storie, esperienze, saperi differenti, che arricchiscono con la propria cultura il processo della formazione.

La scuola è il luogo istituzionale più riconosciuto dove avviene l'incontro con la diversità, ma essa è direttamente il riflesso che la società produce nel momento stesso in cui intervengono significativi cambiamenti nella sfera politica ed economica che devono necessariamente stimolare una revisione critica dei valori condivisi e delle pratiche educative: in sostanza l'intercultura nella scuola è principalmente coinvolgimento di tutti gli alunni indistintamente e promozione dell'attenzione all'altro.

È opportuno che il percorso formativo si orienti per favorire una modalità di lavoro e di ricerca che sia radicata nell'esperienza e nella stretta quotidianità, che privilegi la progettualità e la sperimentazione in aula e promuova la valorizzazione delle differenze e delle potenzialità culturali individuali.


La pedagogia dunque deve senz'altro affrontare in maniera efficace la problematica di un'accezione molto ampia della cittadinanza, nell'ambito di una società complessa e pluralistica in cui si possa attuare il confronto arricchente con le differenze.

Si può avere una significativa esperienza di incontro/apertura continuativi per un cambiamento culturale della scuola come luogo d'istruzione, educazione e formazione, e che faccia realmente cogliere le peculiarità dell'appartenenza ontologica e il peso specifico della facoltà di esercizio della cittadinanza attiva con un confronto verbale anche animato, acceso, ma aperto e reciproco tra persone, in un'ottica di scambio culturale.


Uno dei compiti gravosi che spettano alla pedagogia oggi è proprio quello di promuovere senza sosta la valorizzazione delle differenze per contrastare in maniera netta il fenomeno del culturalismo.

Ecco perchè la pedagogia contemporanea deve essere sempre più orientata alla valorizzazione delle persone nell'ambito delle reciproche differenze e alla realizzazione di progetti educativi che si fondino sull'unicità biografica e relazionale del discendente, in modo che la diversità non venga interpretata ed introiettata come concetto escludente secondo paradigmi culturalisti, ma come possibilità di inclusione, confronto ed arricchimento culturale.


L'obiettivo dell'integrazione sociale non è la conseguenza positiva della cancellazione della propria diversità e nemmeno considera il persistere della diversità come indicatore di una irriformabile condizione di inferiorità.

Al contrario, l'integrazione e la convivenza sono favorite dal confronto e dalla riflessione sull'alterità.

Si valorizza la persona umana nel rispetto delle differenze e dell'identità di ciascuno e sulla centralità della valorizzazione professionale del personale docente che ha un ruolo complementare nel processo formativo.


L'inclusione è intesa come attenzione verso l'altro e verso le sue problematiche; all'interno del contesto scolastico, inoltre, rappresenta un principio valido per tutti gli alunni in generale, ma risulta particolarmente importante nel caso di alunni provenienti da famiglie di migranti, in quanto pone la giusta enfasi sulla diversità e limita i rischi di omologazione.

Proprio in questa prospettiva, l'attenzione al carattere relazionale della persona, alla sua socialità, può evitare le derive di un'impostazione troppo individualistica ed essere di grande ausilio alla scuola per approfondire il contesto di vita degli alunni.


L'altro è principalmente lo straniero e la sua “irruzione” diventa un grande stimolo all'auto-educazione, perchè ci spinge ad osservarci, conoscerci, evolvere. Inevitabilmente in questo processo sono coinvolte la scuola e la pedagogia.” 1


Pertanto, la scuola italiana, coerentemente con questo orientamento diffuso, ha scelto di adottare la prospettiva interculturale intesa nella piena accezione di promozione del dialogo e del confronto tra le culture.

Ottica interculturale significa, cominciando con il passo fondamentale di assumere la diversità come paradigma dell'identità stessa della scuola nel pluralismo e come grande occasione per aprire l'intero sistema sociale complesso al confronto tra tutte le differenze.

Tale approccio si basa su una concezione dinamica della cultura e del concetto di alterità che permette di eludere sia il confino dei discendenti in un limbo culturale, sia gli stereotipi diffusi o addirittura la “ghettizzazione che è un prodotto del relativismo culturale nella sua versione più radicale”2


La riflessione della pedagogia circa l'intercultura unisce alla capacità di comprendere e valorizzare le differenze, la dimensione della ricerca dell'armonia e della serena coesione sociale, in una nuova visione di cittadinanza veramente attiva.

Tale approccio interculturale è fondato su una concezione dinamica e flessibile della cultura, espressa soprattutto nell'ambito delle relazioni e delle comunicazioni tra i cittadini prescindendo dalla cultura di appartenenza e dalla provenienza geografica. Pertanto una concezione veramente personalista della cultura valorizza tutti gli esseri umani nella loro singolarità e nel modo unico con cui essi vivono gli aspetti relativi all'identità e all'appartenenza; questo è un aspetto fondamentale nell'approccio alla diversità poiché la condizione più diffusa di costruzione del disagio nella società è data dalla negazione della diversità personale.


Orientare in senso veramente e profondamente interculurale significa, quindi, riconoscere l'altro nella sua diversità, affermandola senza creare ghetti e favorendo conseguentemente la comunicazione interpersonale che permetta di arginare una possibile discriminazione che frammenti l'identità e alimenti un disagio latente.

La diversità deve essere un elemento aggregante e non escludente, unificante e non pregiudizievole.

Emergono anche frequenti i pregiudizi, le opinioni e alcuni aspetti preconcetti, in genere fondati sulla base dell'appartenenza ad un gruppo, il quale tende ad assumere l'identità del Noi contrapposta a quella dei Loro, ritenuta conseguentemente connotata da elementi socio-economici valutati come poco importanti o da una cultura giudicata inferiore.

Stereotipi, pregiudizi e forme di etnocentrismo possono fare da elemento scatenante per la xenofobia e per il vero e proprio razzismo, nelle sue varie forme e livelli.

La scuola ha l'oneroso compito di affrontare questi problemi senza alcun compromesso e con atteggiamento fermo. L'educazione all'uguaglianza e alla diversità può essere considerata uno degli obiettivi principali e imprescindibili all'interno del processo interculturale, perchè pone le basi per una vera e propria opera di decostruzione nei confronti delle proprie opinioni e abitudini orientando al dialogo in prospettiva antirazzista.

L'educazione interculturale deve comprendere anche la dimensione dell'antirazzismo, altrimenti si avrebbero istanze pedagogiche banali, paternalistiche, prive di contatto con la realtà effettiva delle problematiche della discriminazione; qualora ci si limitasse al solo antirazzismo, invece, si rischierebbe di affrontare la dimensione socio/politica sulla scia di un pensiero pregiudizievole, con il grosso limite di sottovalutarne le implicazioni più ampie.

1P. Perticari, La scuola che non c'è. Riflessioni e esperienze per un insegnamento aperto, inclusivo e universalista, cit., p.81.

2Cfr A. Spanò, a cura di, Esistere, coesistere, resistere, Franco Angeli, Milano 2011, p. 52.- nuovo -

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Edurete.org Roberto Trinchero