Capitolo 1 (Stefania Rossi)
LO SCENARIO URBANO COME SPECCHIO DI VIZI E VIRTU’ DEI CITTADINI Il
contesto sociale odierno viene colpito da fenomeni di crisi morale e valoriale;
vi è infatti una dispersione dei principali valori sui quali è basata la vita
in comunità, preferendo la sfera individuale
anziché quella civica e sociale; mettendo appunto in primo piano il
guadagno personale e la tutela per sé, rispetto all’impegno civile per la
collettività. E’
allora opportuno fare una riflessione sul ruolo che ha l’educazione all’interno
della società per poter far emergere le problematiche delle nuove generazioni
legate alla realizzazione sfrenata del sé diffuse dai media che fa loro porre
in secondo piano la dimensione etica e civica. L’attenzione, quindi, va a
focalizzarsi sull’educazione come formazione dell’uomo e nello specifico
sull’educazione civica come formazione del cittadino. Si parla, quindi, di
cittadinanza attiva che è, per sua definizione, la capacità di essere
responsabili all’interno di un contesto sociale; è perciò necessario scuotere
gli animi degli individui perché essi comprendano realmente l’importanza di una
partecipazione personale, responsabile e cosciente alla vita sociale. Un
ruolo importante lo hanno i mezzi di comunicazione di massa e le nuove tecnologie
che favoriscono i processi di alienazione non solo nella dimensione lavorativa,
ma soprattutto nelle relazioni personali, riducendo tutto ad una programmazione
che di umano e di emotivo hanno ormai ben poco. Vengono
condizionati i ritmi di vita che, appunto, si sono evoluti verso una condizione
di tensione ed ansia; lo stress esercita pressioni terribili sull’organismo
umano in quanto il tempo a disposizione non basta mai e di conseguenza l’uomo lo
divora voracemente volendone sempre di più. Questa nuova società che si è
venuta a creare, è caratterizzata da frenesia negli spostamenti e meccanicità
nei rapporti umani, che oggi ne rappresentano una costante. Gli avvenimenti si
susseguono molto rapidamente senza soluzione di continuità, trascinando spesso
con sé gli aspetti valoriali ed educativi creando un’ incessante spirale di
avvenimenti attorno ai quale l’uomo si sofferma senza però riuscire a spiegare
gli stress quotidiani derivanti da essi. Un ruolo importante lo giocano le
aspettative connesse ai vari ruoli lavorativi, al peso delle responsabilità e
in parte anche ai nuovi assetti urbani che non sempre sono a misura
d’individuo; distorcendo l’importanza che ricopre l’educazione urbana,
veicolare, pedonale e civica. Il
codice della strada ha subito una sorta di rielaborazione personale in quanto
le traiettorie vengono impostate con modalità strettamente individuali, senza
curarsi dei pari diritti degli altri automobilisti a circolare
disciplinatamente e serenamente. In
questi casi l’azione educativa mostra grandi lacune poiché è evidente che la
sicurezza per sé e per gli altri non ha più alcun valore; quindi, la buona
educazione civica e il buon senso che sono sempre stati due elementi
fondamentali per evitare anche il più piccolo incidente vengono sempre meno. L’automobilista
medio avverte l’altro come impiccio, come ostacolo, come disagio. Anche
permettere l’attraversamento dei pedoni rappresenta una seccante incombenza. In
questi casi l’educazione si scontra con una totale indifferenza verso le regole
prestabilite, in quanto la dimensione sociale interessa solo marginalmente.
Anche nel caso del posteggio si nota come purtroppo l’educazione civica sia
completamente da rivedere e reimpostare nei fondamenti essenziali dal momento
in cui i pedoni e i residenti sono tra le prime vittime della sosta senza
regole. Allo stesso modo i guidatori di scooter e motociclette mostrano
generalmente di non avere il buon senso che sarebbe necessario per condurre un
mezzo già di suo pericoloso perché su due ruote. E’ infatti ormai regola
consolidata che motocicli di qualunque cilindrata e dimensione viaggino in
mezzo alle carreggiate e sorpassino gli altri veicoli sia a destra che a
sinistra con la massima indifferenza. Per concludere con i residenti i quali
attuano una privatizzazione arbitraria dello spazio pubblico attraverso piccoli
accorgimenti quotidiani di delimitazioni del territorio circostante la
proprietà o l’area della propria attività commerciale, tramite l’apposizione di
sedie, cavalletti o altri oggetti ingombranti. Emerge,
dunque, una grave e profonda mancanza di rispetto delle regole del vivere
civile e nei confronti del prossimo, quasi non venisse ritenuto portatore di
diritti egualmente riconosciuti e tutelati come di chi le violazioni le
commette. Lo
stress per il parcheggio e il caos cittadino diventano alibi per coprire la
mancanza delle istituzioni e delle regole di base del vivere civile, quindi
fino a quando le società non torneranno a credere profondamente alla vita
associata e la dimensione personale verrà ritenuta prioritaria si continuerà ad
assistere allo sfumare dei modelli educativi e al ridursi al tutto e subito
senza alcuna comprensione del significato del sacrificio o nessuna limitazione
ai propri diritti. Il
compito della pedagogia è allora promuovere l’informazione e le conoscenze; parte
della popolazione è costituita da persone quasi o totalmente disinformate che
non hanno interesse al bene comune ma che hanno soltanto interessi personali
che rivendicano attraverso una richiesta di tutela verso chi rappresenta la
diversità. I processi formativi hanno l’enorme responsabilità di far capire che
non è corretto vedere il rispetto per il prossimo come un limite alla propria
libertà poiché, sebbene sia vero che ci pone dei limiti, ci permette di
superarne tanti altri essendo uno dei valori più importanti legati alla
comunità. Quello
che manca oggi è la volontà all’impegno sociale perché gli uomini oggi sono
troppo distratti dalla dimensione materiale e sembrano accontentarsi di un
traguardo economico o personale abbastanza effimero.