Capitolo 8 (Elisa Zanotti)

CHE COSA E COME OSSERVARE



Durante l'intervento educativo occorre tenere presente i principi metodologici dell'osservazione:
- L'intenzionalità  in quanto scelta di trasformare qualcosa di noto ponendo attenzione a tutti gli indicatori.
- La validità  intesa come deduzione/induzione permette di entrare in rapporto con ciò che si osserva e ciò che si vuole osservare tenendo conto delle influenze esterne ed evitando di confermare unicamente i dati che confutano la nostra ipotesi.
- L'affidabilità  intesa come trasparenza nelle varie fasi, annotando in modo il più possibile verificabile e sottolineando le differenze.
- La traferibilità come passaggio di comunicazioni fra operatori presenti e non, favorito dalla presenza di note osservative molto dettagliate sulle situazioni evolutive.
Nell'atto dell'osservazione occorre essere "galanti", il soggetto vuole essere partecipe e carpire la nostra attenzione, bisogna essere trasparenti per avere la sua fiducia.
L'educatore deve lasciare spazio agli imprevisti, tenere conto dell'ambiente cogliendo, al di là  dei pregiudizi, il senso di alcune soluzioni e scelte talvolta contradditorie. Può essere utile porre attenzione agli spazi personali del soggetto ad ai vari punti di vista di terze persone che hanno a che fare con esso, "osservare" con tutti i sensi perchè¨ anche l'olfatto, il gusto, l'udito permottono di andare oltre le personali emozioni e di percepire sottigliezze che di primo impatto non risultano. Un bravo operatore deve porsi domande anche nelle circostanze più semplici, deve andare oltre ciò che vede, oltre la semplicità e la "banalità ".
L'educatore può osservare attraverso diverse situazioni relazionali:
- Nel colloquio vi è una forte attenzione dell'altro, gli elementi di disturbo sono minimi ed è¨ possibile gestire gli eventi con più tranquillità . Le difficolt stanno nella quantità  di fattori emotivi che agiscono inconsapevolmente sull'operatore e sul soggetto sviando dagli obiettivi e creando confusione: occorre non rendere l'intervento un fatto personale.
- Nell'incontro con la famiglia l'attenzione è¨ posta su come avvengono le comunicazioni. Spesso i membri cercano di risolvere le loro rotture sviando il "nocciolo" della situazione, sta all'educatore cambiare le modalità  comunicative facendo notare ai presenti una diversa prospettiva attirando l'attenzione visiva ed incentrando la conversazione sui veri motivi.
- Con il gruppo dei pari la tentazione può essere di mescolarsi per farsi accettare ma il compito principale è¨ proprio quello di non farsi travolgere. L'educatore deve porre l'attenzione alle dinamiche in esso presenti e riportarle in una griglia. La distinzione netta dei ruoli all'interno del gruppo, valorizza l'espressione individuale evitando di generalizzarne il pensiero.
- Il lavoro in èquipe ha il vantaggio di rendere gli operatori consapevoli della cultura espressa, delle modalità  di gestione degli interventi e delle strategie decisionali. L'attenzione dev'essere rivolta alle persone silenziose, alle provocazioni e alle repliche, agli sbadigli ed a tutte le varie disattenzioni poichè¨ una particolare manifestazione diventa un valore per tutto il gruppo, in quanto il benessere è¨ dato dalla totalità  e non dalle singole unità : si lavora in modo più profiquo se tutti i disappunti e le opinioni escono allo scoperto.
Ultimo, ma non meno importante, 訠 il dato corporeo della persona con cui lavoriamo, ciò permette di non scivolare nella tentazione di chi vuole capire tutto da un semplice gesto. Per esempio: la testa ed il collo possono far trapelare disagio ed allerta se sono rigidi ed immobili, le mani e le braccia compiono movimenti inconsapevoli gesticolando, afferrando oppure sono prive di espressività , il tronco è¨ visibile in termini di postura osservando soprattutto come le persone ostentano gli elementi distintivi di genere, le gambe ed i piedi anch'essi con movimenti ritmici assocciati al altri e ripetuti ci danno indicazioni sullo stato emotivo, infine l'abbigliamento come messaggio non solo di appartenenza ad un gruppo ma, notando la scelta di determinati indumenti piuttosto che altri denota la personalità  nascosta dell'altro.
Corpo e spazio circostante, intesi come confidenza, posizione nell'ambiente, azioni e movimenti ripetitivi, sono utili nel tempo poichè evidenziano le potenzialità che la persona mette in gioco nella relazione con l'esterno.
L'educatore quindi deve porre sempre attenzione a quella "bolla invisibile" che circonda l'altro per rispettare le distanze che ci vengono comunicate e per registrare le eventuali successive variazioni: solo in questo modo l'incontro può avvenire anche attraverso lo spazio.

8/9
Edurete.org Roberto Trinchero