Capitolo 9 (Valentina Obialero)

  1. LA TESSERA MANCANTE:

    1.1.  Un puzzle incompleto?

In quest'ultimo capitolo del libro si va a ricontrollare tutto il lavoro fatto fino ad ora come se fosse un puzzle, per vedere se ne manca un pezzo, perchè è proprio l'esigenza dell'operatore quella di ricomporre tutti i pezzi e dare un significato compiuto, non solo in relazione al proprio operato ma anche nei confronti di chi richiede l'intervento. Uno dei requisito principali nella ricomposizione del quadro riferita alla persona con cui si opera è quella di non cadere nel “ tutto chiaro” perchè nelle scienze umane non sono certe ma devono accompagnare l'educatore nella dimensione del possibile dove c'è ancora da esplorare, da capire e da aggiungere. Quindi gli strumenti devono essere utilizzati con l'intento di accompagnare ed ascoltare l'altro, non devono essere utiltizzati per descrivere la persona.

Arrivati alla fine della descrizione su che cosa e come osservare occorre compiere un ulteriore sforzo, ovvero l'osservatore deve uscire dal particolare per guardare la globalità, perchè l'educatore osserva per incontrare l'altro e nell'incontro si lascia osservare.

Quindi alla fine occorre fare qualche passo indietro, prendendo distanza per rendere vivi i dati registrati e far si che possano continuare ad arricchirsi. Questo passaggio è forse quello più delicato e rischia di essere un po' trascurato a causa della soddisfazione di aver raggiunto l'obiettivo principale.

Inoltre si deve ricordare che l'osservazione è il mezzo, mai il fine dell'intervento e se le capacità nell'usare gli strumenti e nel descrivere le situazioni vengono sempre più opportunamente affinate, tali doti non devono distogliere l'operatore dalla costante attenzione all'altro, che non sarà mai del tutto osservato ne descritto.

Osservare, progettare, intervenire e tornare ad osservare sono funzioni che si intrecciano e si alimentano l'un l'altra nell'intervento educativo e per questo motivo che il prendere distanza dal lavoro svolto per guardarlo nella sua totalità deve essere solo per qualche istante, perchè occorre poi riavvicinarsi per mettere in evidenza altri particolari che via via andranno a modificarsi.

Al termine di questo libro si può osservare che una buona osservazione è un osservazione incompleta, che l'insieme dei dati raccolti è definito per approssimazione e mai con certezza.

9/9
Edurete.org Roberto Trinchero