Osservare il linguaggio dei bambini all’interno dei nidi d’infanzia: nuove opportunità educative e nuovi percorsi di formazione integrata (Daniela Piovesan)
Il processo di acquisizione del Linguaggio è il risultato di
una complessa interazione di molteplici fattori, biologici ed ambientali. I bambini
infatti imparano a comunicare in tempi molto rapidi, prima con lo sguardo, le azioni,
i gesti e poi progressivamente, si appropriano del linguaggio. Quindi ogni
bambino impara spontaneamente a parlare la lingua a cui viene esposto. Diverse
ricerche attestano l’esistenza di una grande variabilità nei tempi e nelle
modalità di acquisizione del linguaggio: ci sono bambini precoci, altri più
lenti e altri che dopo una serie di conquiste sembrano continuare più
lentamente nel loro sviluppo. Alcune esperienze, hanno mostrato che inserire
all’interno della progettazione educativa attività mirate può favorire lo
sviluppo linguistico e facilitarlo.
Nell’ambito dei nidi, risulta dunque molto utile conoscere i processi di
sviluppo della comunicazione e del linguaggio, per ideare attività ludiche
attinenti all’area linguistica e per costituire spazi idonei a favorire gli
scambi comunicativi. A tal scopo il Centro per la Ricerca sui Disturbi Neuro-cognitivi
del Bambino ha attivato sin dall’inizio della sua costituzione una fitta rete
di collaborazioni a scopi di ricerca con la realtà di infanzia dei comuni di
Parma, Fidenza, Noceto e Piacenza, per creare uno scambio di informazioni,
materiali e risultati scientifici, promuovere ed attuare la formazione e
l’aggiornamento degli operatori, al fine di stimolare azioni che abbiano ricadute
pratico-educative e sociali. In tale lavoro si presenta il progetto realizzato
nei nidi del comune di Fidenza e illustrare lo strumento di rilevazione del
primo linguaggio impiegato in tale progetto. Il progetto ‘’ Alla scoperta delle
prime parole’’ ha previsto la realizzazione di un corso di formazione di due
incontri rivolto alle educatrici delle 3 sezioni dei nidi del comune di
Fidenza. In parallelo, è stata condotta l’osservazione del linguaggio dei
bambini frequentanti il nido, attraverso il coinvolgimento dei genitori e delle
educatrici nella compilazione del questionario ‘’ il primo vocabolario del
bambino- Forma Breve- Scheda Parole e Frasi’’.
Il primo vocabolario del bambino-
Forma Breve, è la versione ridotta del questionario ‘’ Il Primo Vocabolario del
Bambino, adattamento italiano del McArthur-Bates Communicative Development
Inventory un questionario per i genitori, disponibile in oltre 40 lingue e
diffuso in ambito clinico per la valutazione del linguaggio nella prima
infanzia e usato anche in ambito di ricerca. La forma breve richiede un tempo
di compilazione ridotto e dunque è particolarmente adatta nei contesti
educativi per rilevare le percezioni dei genitori/educatori in merito alle
competenze comunicative e linguistiche dei bambini. poiché i bambini nei primi
anni di vita tendono a comunicare in contesti ristretti e con persone familiari
è più utile ottenere le informazioni coinvolgendo direttamente i caregivers. A Fidenza per i bimbi tra i 18 e 36
mesi è stata usata la scheda ‘’Parole Frasi’’ composta da 4 sezioni: la prima
contiene una lista di 100 parole, la seconda di 12 coppie di frasi di
difficoltà crescente, la terza contiene un elenco di comportamenti particolarmente rilevanti dal punto di vista
del sistema comunicativo- linguistico (per es. l’uso di gesti), la quarta
contiene alcune domande inerenti la storia personale e familiare del bambino.
compito del genitore è riportare le parole e le frasi pronunciate
spontaneamente dal bambino e segnalare la presenza o assenza degli altri
comportamenti. Relativamente ai risultati, la
ricerca ha fatto emergere l’ampia variabilità individuale inerente l’acquisizione del lessico infantile.
Nello specifico, si nota una progressiva crescita del vocabolario: a circa un
anno e mezzo molti bambini sanno ormai che tutte le cose hanno un nome, ma il
loro repertorio di parole è limitato; a circa due anni i bambini sono
interessati ad ampliare il loro vocabolario, rivolgono agli adulti molte
domande. Tra i 18 e 36 mesi, si assiste all’ esplosione del vocabolario,
acquisendo circa 50 parole al mese. Il repertorio lessicale aumenta non solo
quantitativamente ma anche qualitativamente (inizialmente producono solo
onomatopee- brum brum, bau bau) e parole legate alle routines sociali (ciao,
via, più), per poi passare a nomi di oggetti, persone e infine emergono i verbi
e i predicati. In sintesi, i risultati confermano che
nonostante l’ampia variabilità nei modi e nei tempi di acquisizione è altresì
possibile individuare una successione regolare nelle tappe universali che ogni
bambino segue per diventare un ‘’esperto’’ parlatore. Si riscontra una stretta connessione
tra abilità linguistiche e cognitive (ad esempio un bambino accede alla
predicazione solo quando ha consolidato il processo di decontestualizzazione e
ha maturato certe abilità cognitive, o produce le prime frasi solo quando
esibisce un vocabolario di circa 100 parole). I cambiamenti che si osservano in ciascun
bambino non sono mai il passaggio ‘’da nulla a tutto’’, ma il graduale
raggiungimento di nuove conoscenze e competenze d’ uso. Come tutti gli aspetti dello sviluppo,
anche il linguaggio necessita di un ambiente favorevole se si vuole sostenere
le potenzialità del bambino. Per questo, gli adulti, dovrebbero acquisire
consapevolezza critica circa il loro stesso uso del linguaggio, dato che
numerose ricerche riportano che proprio
i differenti stili di interazione comunicativa da loro adottati insieme alle
caratteristiche proprie del bambino, giocano un ruolo importante nei modi e
tempi di acquisizione del linguaggio infantile. Importante è lo stile
‘’tutoriale’’ dell’adulto, ovvero il sostenere l’acquisizione del linguaggio
adottando un linguaggio specifico, in
cui si riprende ciò che il bambino dice, ampliando e arricchendo le
informazioni parziali e confuse del piccolo, usando una buona intonazione, un
ritmo più lento del parlato, un vocabolario semplice e ristretto.. quindi gli
adulti dovrebbero sapere come parlare al bambino per proporre materiali
linguistici coerenti e adeguati. Il questionario ‘’il primo
vocabolario del bambino- Forma breve’’ per la sua ripidità e facilità di
compilazione è uno strumento più che valido per analizzare le competenze
comunicative e linguistiche del bambino in un preciso momento dello sviluppo.
Importante è all’interno dei servizi educativi per l’infanzia, promuovere la
creazione di nuove attività o il rinnovamento di quelle già esistenti, come la
narrazione e la lettura di libri che facilitino gli scambi comunicativi e lo
sviluppo del linguaggio.