Inserimento al nido: prospettive e rappresentazioni dell’infanzia attraverso l’analisi dei diari delle educatrici (Daniela Piovesan)
L’inserimento dei bambini al nido è uno dei temi fondamentali
nella cultura delle organizzazioni educative italiane e la formazione di molte,
se non tutte, le operatrici si fonda sull’attenzione all’impostazione e
programmazione dei primi giorni che i bimbi vivono all’interno della struttura.
Si riconosce infatti, come questo sia un periodo critico che può influire sulla
vita dei bambini e come si renda necessaria una sensibilità particolare per far
sì che la transizione casa-nido comporti la minima difficoltà possibile per i
piccoli e i loro genitori. Occorre rilevare, che mentre la ricerca relativa ai
processi educativi all’interno delle organizzazioni per la prima e seconda
infanzia, ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo, i modelli culturali
in uso fanno riferimento quasi esclusivamente alla teoria dell’attaccamento. Tuttavia
tale teoria si è evoluta nel tempo, orientamenti diversi (per esempio quello
ecologico o costruttivista) considerano che il benessere dei bambini in una
struttura sia frutto di diverse variabili intervenienti e non dipenda
esclusivamente dalla qualità della relazione mamma bambino. Il lavoro si
propone l’obiettivo di analizzare i diari di un gruppo di educatrici del nido
che hanno descritto il processo di inserimento di alcuni bambini per cercare di
comprendere quali siano le loro percezioni rispetto a tale critico momento e i
modelli che sottostanno a tale rappresentazione. È con la nascita della
psicoanalisi e delle teorie dell’attaccamento in seguito, che è emerso come la
cura e il rispetto delle esigenze psicologiche dei bambini abbiano la funzione
di ridurre lo stress e le malattie psichiche e come sia importante per questi
avere accanto adulti che siano in grado di essere sintonici rispetto ai loro
bisogni. Il periodo di inserimento si configura come uno spazio di
transizione tra il contesto familiare ed educativo e comporta processi emotivi,
psicologi, di esplorazione, ambientamento, conoscenza, investimento affettivo,
sviluppo dell’autonomia e socializzazione. Le educatrici e i genitori decidono
quindi di strutturare tale fase graduando il periodo di frequenza del bambino e
modulando la presenza della madre o di altra figura familiare, fino alla
completa presa in carico da parte di una o più figure di riferimento.
L’obiettivo è quello di conseguire il livello di maggior benessere per il
bimbo, inteso come ‘’il grado con il quale il bambino si sente a suo agio con i
sui caregiver e considerare anche il livello di confort del setting
fisico-ambientale e con gli altri bambini del gruppo’’. La qualità della
relazione educatrice- bambino è determinante per un buon inserimento:
importante è la personalità di questa, il modo in cui è in grado di offrire
cura, il grado di istruzione e formazione, il livello di esperienza… quando il
bambino arriva al nido incontra non un’ educatrice generica, ma persone che
hanno un loro carattere, una tendenza più o meno spiccata all’ottimismo o alla
depressione, aspetti determinanti per la qualità della relazione adulto
bambino. Altrettanto importante è il rapporto numerico educatrici-bambini, la
qualità del contesto lavorativo, e la relazione supportiva offerta alle
operatrice da parte di colleghe e coordinatrici. L’interazione con i piccoli
può esser particolarmente faticoso dal punto di vista fisico e relazionale.
Essa si configura come un rapporto intimo sia per il tipo di cure necessarie
sia per l’affettività richiesta. Obiettivo della ricerca è studiare
l’asilo nido in quanto ambiente privilegiato di sviluppo per il bambino. In
particolare, si vogliono analizzare le dinamiche comunicative e relazionali che
intercorrono tra i tre protagonisti dell’inserimento: bambino, accompagnatore,
educatrice. Nello specifico, la ricerca coinvolge 28 educatrici e sei nidi; in
totale sono stati osservati 38 bambini inseriti all’asilo per la prima volta e con un età compresa tra i 9 e i 31 mesi. Quanto agli strumenti e alle
procedure utilizzate, queste sono: -scheda
di informazione sull’organizzazione, una per ogni nido da compilare a cura
del responsabile composta da due parti: una per la raccolta di informazioni
sulle modalità organizzative dell’inserimento (tempi, orari, spazi, numero bimbi
coinvolti..) e sulle difficoltà ad esso collegate. L’ altra richiede una
valutazione della qualità del nido percepita dai genitori, dai bambini dai
coetanei e dalle educatrici. -scheda
socio-anagrafica per i genitori, proposta ai genitori e che rileva età,
titolo di studio, attività lavorativa, nazionalità. -scheda
socio anagrafica per le educatrici, per raccogliere dati relativi alle
operatrici coinvolte: età, titolo di studio, anzianità di servizio. -diari
delle educatrici. Alle educatrici è stato chiesto di raccogliere alcune
osservazioni e redigere per ogni bimbo un diario durante la prima settimana di
inserimento, dopo un mese e dopo tre mesi dallo stesso prestando attenzione a: separazione
dai genitori, tono emotivo del bimbo e del genitore, uso dello spazio da parte
del bambino e del genitori, comunicazioni del bambino, relazione con
l’educatrice di riferimento, attività di gioco e relazione con i compagni. La raccolta dei diari delle educatrici ha permesso di
evidenziare i loro punti di vista sulla vita dei bimbi al nido e di
sottolineare le loro percezioni sulla qualità delle interazioni tra questi e le
loro persone di riferimento (genitori, nonni, educatori…) Dai dati raccolti
emerge che i bambini appaiono sereni, vivaci, allegri, conservano un buon tono
emotivo, sono soddisfatti e coinvolti nella vita del nido, curiosi, dotati di
buone capacità di concentrazione, capaci di accettare e partecipare volentieri
alle attività proposte dall’educatrici. Vivaci ed attivi, esplorano l’ambiente
in modo dinamico e intraprendente, sperimentano con curiosità i giochi.. Non
mancano casi n cui il bimbo più timido, appare diffidente, esplora in misura
minore l’ambiente preferendo la prossimità con l’adulto e necessitando di esser incoraggiato e
supportato dall’educatrice. Tra le principali difficoltà che le educatrici percepiscono
nei vissuti dei bambini, esse citano la tendenza dei piccoli a manifestare la
propria gelosia nei confronti dei coetanei (atti che spesso sfociano in
comportamenti aggressivi), un certo livello di disagio e malessere che
l’inserimento comporta ed espresso tramite malinconia, episodi inconsolabili di
pianto, ansia, capricci, episodi di enuresi. Tuttavia le difficoltà descritte
nei diari appaiono come temporanee e superabili nel corso dello sviluppo del
bambino. Relativamente alle funzioni svolte da chi accompagna il bimbo al nido
(genitori, baby sitter, nonni..) dai diari emerge come l’accompagnatore si
mostri disponibile a collaborare con le educatrici e a mediare emotivamente la
relazione tra le educatrici e il bambino: ansie, senso di colpa, scarsa fiducia
sono frequenti tra gli accompagnatori ma comunque questi si impegnano nel
creare un rapporto di collaborazione e fiducia per vivere più serenamente
l’inserimento del bimbo al nido, trasmettendogli così fiducia.