Capitolo 1 (Serena Maida)

L’osservazione in ambito evolutivo nasce dallo scopo di rilevare conoscenze in uno specifico campo di studio. L’inizio del metodo osservativo si associa al sorgere della psicologia dello sviluppo e in questo contesto si evidenzia la necessità di considerare il bambino come portatore di caratteristiche differenziate rispetto all’adulto. Un contributo, a tele riguardo, proviene dalle ricerche di Darwin, Anna Freud e Dorothy Burlingham.

L’osservazione ha un ruolo centrale in molti ambiti di studio della psicologia, soprattutto quelli relativi alla prima infanzia.

Inizialmente le osservazioni erano annotate sui diari, da parte degli studiosi che si prestavano all’osservazione dei propri figli, racchiudendo così le rime osservazioni dirette del bambino.

Le prime teorie che hanno utilizzato il metodo osservativo sono state:

·         La teoria psicoanalitica. Probabilmente la prima osservazione psicoanalitica diretta del bambino è di Freud, che aveva osservato il proprio nipote mentre giocava con un rocchetto. In seguito, anche Anna Freud sottolineò l’importanza dell’osservazione soprattutto per quanto riguarda le funzioni e la maturazione dell’Io. Spitz si dedicò in modo particolare alle ricerche riguardo al primo anno di vita e la separazione precoce dalla madre, utilizzando l’osservazione diretta, metodi sperimentali e riprese filmate. Un ulteriore contributo proviene da Winnicott, che rese evidente l’utilità dell’osservazione della coppia madre-bambino. Altri principi metodologici cruciali per l’osservazione psicoanalitica furono sottolineati da Isaacs, in particolare fece riferimento all’attenzione dei dettagli, all’osservazione del contesto sociale ed emotivo e alla continuità genetica. Una svolta cruciale avvenne con l’utilizzo del metodo osservativo nell’ambito della ricerca psicoanalitica allo scopo di integrare e convalidare teorie e materiali, come fece Mahler. Quindi dalla storia dell’osservazione in ambito psicoanalitico sembrano emergere due correnti tuttora esistenti: la prima è basata su un’osservazione empatica, partecipe, che rileva in profondità la qualità della personalità dell’osservato e della coppia madre-bambino, tramite cui l’osservatore giunge a una “comprensione” dell’osservato; la seconda è più legata ad aspetti dell’Io, emozioni, affetti e difese e meno alla partecipazione emotiva dell’osservatore.

·         La teoria piagetiana. Piaget per la verifica delle sue ipotesi sullo sviluppo intellettuale si servì di vari metodi, tra cui l’osservazione dei suoi tre figli nel corso dei primi tre anni di vita. L’osservazione messa in atto da Piaget è stata denominata osservazione quasi sperimentale e presenta le seguenti caratteristiche: è guidata da un corpus di ipotesi molto strutturato, nel verificare le ipotesi si controllano e modificano alcune variabili, le osservazioni sono continue e sistematiche e avvengono in un ambiente naturale, l’osservatore interviene attivamente per apportare delle variazioni sperimentali ed è un metodo di osservazione qualitativa. Successivamente, altri autori hanno criticato e continuato l’opera di Piaget introducendo osservazioni sistematiche più limitate nel tempo e nello spazio, osservazioni in gruppo, allo scopo di raggiungere una maggiore rigorosità statistica e quantitativa.

·         La teoria etologica. L’etologia studia in modo obiettivo e scientifico la biologia del comportamento, partendo dai principi evoluzionistici. Inizialmente si occupava dello studio del comportamento animale, poi si decise di applicare tali metodi anche allo studio del comportamento umano. In particolare, Bowlby ha utilizzato concetti etologici per studiare la relazione madre-bambino, ricorrendo così a dati ricavati dall’osservazione diretta del comportamento del bambino in situazioni naturali, confrontandoli con quelli di membri di altre specie. L’etologia è stata particolarmente recepita dagli psicologi dell’età evolutiva, che si occupano dei primi anni di vita, in quanto aveva inizialmente studiato il comportamento animale, mettendo in atto tecniche osservative per indagare il comportamento a prescindere dal linguaggio. Per gli etologi è importante osservare e registrare tutto ciò che avviene in una determinata situazione ed essere coscienti che il significato di un comportamento può essere acquisito solo se viene osservato nel suo svolgersi. Un successivo contributo dell’etologia riguarda i principi metodologici che permettono la registrazione, l’identificazione, la descrizione e la catalogazione dei comportamenti.

Negli anni ’70 avvenne un significativo aumento di ricerche condotte con tale metodo osservativo. Sicuramente hanno giocato un ruolo importante, in questo periodo, l’etologia, le nuove tecniche di registrazione, raccolta e analisi dei dati, l’ecologia (che attribuiva grande importanza alle ricerche sul campo), il movimento del comportamento applicato e il sempre più spiccato interesse per i primi anni di vita del bambino. Le grandi teorie persero il loro ruolo centrale e vennero sostituite da modelli interpretativi più limitati, che si avvalevano di ipotesi di tipo operazionale, metodi puramente esplorativi che utilizzavano tecniche raffinate, che si proponevano di studiare il grado di fedeltà delle osservazioni, che facevano ricorso a metodologie statistiche.

L’osservazione che caratterizza la ricerca odierna si interessa di teorie più limitate dello sviluppo, più legate alla descrizione operativa del comportamento dl bambino.

1/9
Edurete.org Roberto Trinchero