Capitolo 4 (Eleonora Scarpelli)
IV) ANALISI DATI OSSERVATIVI Tipologie di dati: 1)
-qualitativi: i dati vengono espressi in prosa o con una struttura narrativa; -
quantitativi: sono raccolti a tutti i 3 livelli di misurazione: nominale,
ordinale e ad intervallo. I dati possono essere identificati a partire da descrizioni
complete del materiale derivato dall’osservazione tramite videoregistrazioni,
descrizioni carta-matita o audio-registrate o dall’applicazione nel contesto
osservativo di check-list. 2) dati osservativi: è importante la distinzione tra
l’individuazione di comportamenti momentanei e di quelli che si manifestano in
intervalli di tempo. Nei primi il dato riguarda un evento che viene codificato
nel momento in cui si verifica. Nel secondo caso il ricercatore è interessato
anche alla durata temporale dell’evento. Le durate forniscono dati quantitativi
mentre gli eventi danno luogo a rilevazioni sia quantitative che qualitative. 3) dati non sequenziali e sequenziali: le tecniche di analisi non sequenziali
si propongono di fornire un quadro di quello che si verifica mentre quelle
sequenziali si propongono di studiare sequenze di osservazioni. 4) produttività
e interpretazione: lo psicologo può accostarsi alle osservazioni sia con
valutazioni descrittive che con valutazioni che già ne costituiscono
un’interpretazione. Per descrizione intendiamo dei dati comportamentali,
dettagliatamente descritti. I metodi interpretativi richiedono attenzione alla
definizione concettuale del dato osservativo, una maggiore partecipazione
attiva e soggettiva dell’osservatore e un training specifico. 5) globalità e
specificità: riguarda la possibilità di procedere ad analisi dettagliate o più
globali. Ci sono due tipi di approccio: macroanalisi, si servono di categorie
più globali e le microanalisi che consentono di individuare categorie di
comportamento molto fini. La scelta del livello di analisi dipende dal tipo di
ricerca e dallo scopo che essa si propone. Livello di misurazione: il livello di misurazione si ricava dalla teoria corrispondente che
distingue tra misurazioni a livello di scala nominale, ordinale e ad
intervallo. Consente di procedere a rilevazioni a partire da categorizzazioni o
raggruppamenti, fino a giungere a quantificazioni. L’applicazione di cataloghi
e check-list comportano codifiche e misure a livello di scala nominale. L’uso
di schemi di codifica prevede una scala ordinale e fa riferimento a codici che
consentono sia la classificazione che l’ordinamento. La scala ad intervallo
esige la possibilità di una quantificazione. Descrizione e sintesi:
procedimenti che consentono di descrivere e riassumere i dati osservativi
derivati sia dalla metodologia della ricerca sul gruppo che sul singolo. Nella ricerca
sul gruppo, i metodi qualitativi
individuano degli andamenti comuni o modali a livello descrittivo.
Relativamente ai dati quantitativi si possono usare le statistiche descrittive
appropriate ai diversi livelli di misurazione: -statistiche a livello di scala
nominale, usate nel caso di check-list, cataloghi, sequenze; - statistiche a livello
di scala ad intervallo, usate per le misure di durata, per analisi sequenziali;
- statistiche a livello di scala
ordinale, usate per cataloghi, check-list che comportino un ordinamento. Nella ricerca
sul singolo, a livello qualitativo c’è la descrizione del processo; a livello
quantitativo, la descrizione consiste nel grafico relativo alle misurazioni del
processo nei momenti temporali prefissati. Generalizzazione: nella
ricerca sul gruppo con dati quantitativi avvengono con test di significatività
statistica. Nella ricerca sul singolo con dati quantitativi viene individuato
un modello esplicativo dell’andamento del processo; con dati qualitativi viene
identificata una funzione esplicativa. Interpretazione: si
realizza alla luce del modello teorico e dalle questioni di partenza.