Costruire nidi e pensare la città. L'esperienza di un "laboratorio civico" (Ilaria De Lissandri)

Una città che vuole essere vicino ai bambini è una città che garantisce loro la libertà di esprimere le proprie opinioni, secondo quanto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

Da questa premessa si muovono i Ccbb (Consigli comunali delle bambine e dei bambini) che in molti contesti hanno scelto il  tema della città per dare la possibilità a bambini e ragazzi di partecipare all’ideazione di spazi per loro. Il coinvolgimento dei più piccoli ha permesso loro di sperimentare l’ essere cittadini attivi. Tramite i consigli comunali è possibile offrire ai bambini luoghi in cui poter contribuire all’ideazione di un ambiente di vita in cui ognuno può realizzarsi, dando luogo ad un mondo comune.

La ricerca oggetto di studio nasce dalla necessità di realizzare un Ccbb. Per l’equipe di ricercatori è diventato quindi necessario progettare un’iniziativa in cui i bambini possano vivere esperienze ricche di significato. A tal proposito è stato ideato un Laboratorio civico.

Il lavoro ha coinvolto 500 bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni provenienti da diverse scuole. Un ricercatore si è occupato delle attività svolte dai bambini eletti nel Ccbb e altri due ricercatori hanno strutturato le attività a scuola. E’ stato quindi realizzato il Laboratorio civico, ovvero una rete di classi che condividono un percorso comune, in cui ognuno offrendo il proprio contributo incrementa la propria partecipazione.

Per attivare un processo di partecipazione all’iniziativa bisogna coinvolgere i bambini in modo da attivare il loro pensiero poichè proprio attraverso i pensieri è possibile esplicitare la propria esperienza. Ecco che il laboratorio civico diventa un luogo in cui comprendere e pensare insieme il senso dei vissuti dei bambini sull’esperienza, offrendo “spazi simbolici” attraverso cui poter ordinare e leggere le proprie idee, sollevando nel contempo questioni importanti per i soggetti coinvolti.

L’obiettivo del progetto Ccbb consisteva nel raccogliere i pensieri dei bambini rispetto alla vita urbana (comprendere quale tipo di esperienza i bambini hanno della città per attivare iniziative che offrano spazi più vicini alle loro esigenze). Si è quindi partiti da alcune domande per comprendere l’idea che i bambini hanno della vita urbana. I ricercatori hanno scelto la domanda – Quali elementi, secondo i bambini, costituiscono una buona qualità della vita (”bqv”)?- come punto di partenza per iniziare il lavoro di ricerca a scuola. Al fine di poter riflettere su tale concetto è stata proposta ai bambini un’attività: ciascuno doveva costruire un nido (la vita) e riempirlo con delle uova ( gli elementi che compongono la vita), indicando su quest’ultime gli elementi che contribuiscono a rendere bella la loro vita. Dalle categorie emerse, indicanti le aree attorno a cui ruota una “buona vita”, è stata realizzata un’analisi qualitativa per comprendere come si configura la “bqv” dei soggetti coinvolti (il 38% indica che le relazioni sono essenziali per una “bqv” a cui seguono con il 18% le attività, come il gioco e gli sport, con il 12% la soddisfazione dei bisogni primari e della salute, con il 9% la scuola, con il 9% i principi e con il 4% gli animali, la natura ed i luoghi).

Per comprendere le motivazioni per cui tali elementi sono importanti è stato essenziale costruire un contesto in cui poter dialogare e confrontarsi.

Come strumento di riflessione è stato quindi utilizzato un cartellone sul quale sono state messe in relazione le idee, emerse dalla prima attività, di ciascuno con quelle degli altri .

E’ bene sottolineare che per creare uno spazio dialogico, il ricercatore deve saper guidare le conversazioni ponendo delle domande pertinenti per permettere ai bambini di esprimere i loro punti di vista. Tramite le due attività, grazie alle quali i bambini hanno espresso il loro pensiero attorno al concetto di “bqv”, è interessante notare come la vita urbana rappresenti un fattore marginale rispetto alla loro esperienza. E’ stato quindi necessario comprendere qual è la loro idea di città. Attraverso un’ulteriore attività (ogni partecipante aveva il compito di descrivere un percorso che è solito svolgere in città es. da casa a scuola) è emerso che i bambini evidenziano quegli aspetti della città che ostacolano la possibilità di esplorarla in autonomia e che rendono poco piacevole il girare in città. Quest’ultima, non è solo un luogo fisico ma anche un insieme di relazioni tra le persone e le attività svolte ogni giorno: le persone che vi abitano, le loro attività e i loro atteggiamenti incidono fortemente sulla vita di città.

Con una quarta attività (racconto di una storia) l’equipe ha pensato di chiedere ai partecipanti di scrivere quali fattori rendono la loro città un luogo dove è bello vivere e quali invece un ambiente in cui non è piacevole abitare.

La città in definitiva si configura come uno spazio vissuto, costituito da luoghi di vita in cui gli elementi fisici, le persone e le loro relazioni si influenzano reciprocamente.

 

In conclusione è importante che il ricercatore elabori ed offra degli strumenti utili che aiutino i bambini ad esprimere la loro esperienza; solo così sarà possibile entrare nel loro mondo.

7/8
Edurete.org Roberto Trinchero