Passi nel bosco e pensieri di tana (Ilaria De Lissandri)

La ricerca-azione, che ha coinvolto 104 alunni frequentanti la scuola primaria (distribuiti in cinque classi) e docenti, nasce dalla necessità di indagare alcuni aspetti educativi considerevoli e nel contempo di coinvolgere i partecipanti in attività educative dalle quali trarre giovamento.

Il tema della ricerca è l’educazione ecologica.

Con il passare del tempo gli ambienti naturali sono stati modificati dall’uomo. La specie umana infatti possiede un grande potere nelle proprie mani poiché è in grado di trasformare, ed a volte anche di distruggere, l’ambiente che la circonda.

Di fronte a tali considerazioni il genere umano non può sottrarsi ad una nuova questione etica. L’uomo infatti, nel relazionarsi con l’ambiente, dovrebbe sviluppare una certa sensibilità ecologica al fine di comprendere che un maggior rispetto verso la natura che lo circonda contribuisce al mantenimento di una qualità di vita migliore.

Partendo da tali premesse la ricerca si sviluppa quindi attorno a due domande di senso, sulle quali riflettere criticamente: -In che cosa consiste una buona qualità di vita? [“bqv”] - e - In quale ambiente abitare per vivere una buona vita?-.

Mettere al centro delle proprie riflessioni l’idea di “bqv”, slegata da una qualsiasi visione utilitaristica, significa riconoscere che la natura, essendo un bene che va preservato, necessita di una certa cura da parte di ogni individuo. Per entrare in quest’ottica è necessario un apprendimento esperienziale (valorizzare esperienze dirette del mondo naturale attivando contesti di apprendimento volti a dar senso ai propri vissuti).

La ricerca, durata due anni, parte dall’ipotesi che è possibile fare esperienze dirette della natura, apprezzandone così il valore dello stare a contatto con essa, solo se si sviluppa una sensibilità ecologica in grado di cogliere, attraverso il pensiero, il senso di ciò che viene vissuto.

In seguito a tali considerazioni è stato deciso di far vivere ai bambini una esperienza educativa suddivisa in due tipi di attività: (1) fare esperienza di natura (stimolare un incontro sensoriale con la natura); (2) fare esperienza di riflessione sulle idee: il laboratorio del pensare (riflettere attorno all’idea di “bqv” prima e durante tutto il processo esperienziale al fine di monitorare l’evoluzione dell’idea in ogni bambino).

L’ attività (1) prevedeva una serie di escursioni all’interno di un bosco alla scoperta di sensazioni che avrebbero coinvolto i cinque sensi. Al fine di poter ascoltare silenziosamente i propri pensieri ed emozioni generate dal contatto con il mondo naturale, è stato chiesto ai partecipanti di scegliere uno spazio in cui rifugiarsi, una “tana”.

Il laboratorio del pensare invece ha avuto inizio prima delle esperienze nel bosco. Esso è stato suddiviso in tre fasi significative: ai bambini è stato chiesto preliminarmente di rispondere alla domanda - In che cosa consiste una “ buona qualità di vita”?- e di annotare su un quaderno le proprie considerazioni; successivamente i partecipanti, dopo aver letto i differenti punti di vista dei propri compagni, hanno condiviso i propri pensieri; infine è stata avviata una discussione per promuovere il fatto che la mente costruisce idee anche riflettendo sui propri vissuti (il fine era quello di dare inizio ad un’analisi nel tempo dell’evoluzione dell’idea di “bqv” tramite l’ausilio del diario della vita di un’idea).

Ai bambini inoltre non è stato chiarito il significato educativo delle “esperienze di natura” prima che fossero portate a termine e non è stata esplicitata la connessione tra il lavoro nel bosco e quello del laboratorio di pensiero. L’obiettivo finale era quello di cogliere il significato che i bambini attribuivano alle esperienze di natura e l’evoluzione dell’idea di “ bqv” di ogni bambino al fine di individuare una congiunzione tra le esperienze ecologiche e l’evoluzione dell’idea stessa.

Dai dati è emerso che i bambini hanno gradito le esperienze a contatto con la natura, apprezzato la presenza di animali ed lo spazio dedicato al silenzio. L’ipotesi secondo la quale nel nostro contesto culturale prevale un’idea di “bqv” non ecologicamente orientata è stata confermata dall’analisi dalle pre-concezioni dei bambini. E’ interessante osservare che ci sono stati dei cambiamenti concettuali all’interno dei diari che permettono di affermare che le esperienze di natura sono state significative rispetto all’evoluzione dell’idea di “bqv”.

 

La ricerca educativa, soprattutto quando i referenti dell’indagine sono bambini, non deve solo contribuire a produrre conoscenza ma ha anche coinvolgere i partecipanti in attività significative dalle quali poter apprendere e crescere.  

6/8
Edurete.org Roberto Trinchero