L'inter-vista nella storia orale (Valentina Recchia)

 

L’ intervista è uno scambio verbale fra due o più persone, un dialogo, nel quale l’intervistatore cerca, ponendo domande, di raccogliere informazioni su dati personali, comportamenti, opinioni e atteggiamenti di uno o più soggetti su un particolare tema.

Nel momento in cui parliamo d’intervista, stiamo indicando almeno due persone che si vedono fra loro e quindi in situazione d’inter-vista. Partendo da un’idea di intervista come di un incontro fra persone e la costruzione di una reciprocità, i ruoli di osservato e osservatore cominciano ad entrare in discussione; perché quando due persone si incontrano, entrambi sono osservatori ed entrambi sono osservati.

Nell’incontro sul campo si confrontano due ordini del giorno, entrambi legittimi: il desiderio del ricercatore, che consiste nel raccogliere conoscenze funzionali ad un suo progetto e il desiderio dell’intervistato, che consiste nel parlare di sé e di essere ascoltato.

L’intervista è uno strumento di ricerca e l’offerta di uno spazio per raccontare, dove la persona mette se stessa al centro della narrazione, che diventa una ricostruzione del senso del passato attraverso lo strumento del linguaggio. Detto ciò, si può dedurre che durante l’intervista il controllo sta dalla parte dell’intervistato, perché è lui che possiede le informazioni che cerchiamo e la storia che vuole raccontare.

Durante la creazione di un’intervista bisogna ricordarsi del significato della parola dialogo: Dennis Tedlock, teorico dell’antropologia dialogica, ci ricorda che questa parola significa parlare attraverso, parlare oltre; questo è cruciale nel momento in cui ci si ricorda che la ragione per cui si fa l’intervista è che siamo persone differenti. Ognuno è diverso dalla persona che intervista, per formazione culturale, per età, per generazione e per una serie di ragioni; è proprio questo fatto, di  mettere in campo le differenze e farne l’oggetto della comunicazione, che rende l’intervista efficace.

Al centro dell’intervista sul campo della storia orale sta dunque la relazione.

L’intervista di storia orale, fornisce una quantità di informazioni.

Essendo essa stessa un evento storico e culturale ci dice quello che è successo in quel tempo, ma, soprattutto, quello che significa oggi per la persona che ci parla. In altre parole, al centro sta la soggettività, intesa come costruzione di senso e della propria identità.

Attraverso l’intervista si ha accesso ad una costruzione linguistica che mette in forma questa esperienza e costituisce il prodotto di una sfida che l’intervistatore pone all’intervistato. Alla fine dell’intervista, se è stata costruita in modo intenso, l’intervistato e l’intervistatore escono cambiati: il primo, perché è stato sfidato ad interrogarsi in  un modo diverso dal solito; il secondo, perché ha vissuto un’esperienza intensa di rapporto con una differenza significativa.

Per constatare la veridicità dell’intervista orale, si possono eseguire dei confronti tra quello che  viene raccontato e le fonti in nostro possesso.

Per lavorare sulle fonti orali bisogna seguire una serie di passaggi:

-          Lavoro storiografico: cercare nei limiti di cui quanto è possibile, di sapere cosa è successo;

-          Analisi culturale: raccogliere le narrazioni, cercare di capire il pensiero delle persone riferito all’argomento trattato;

-          Lavoro dello storico orale: mettere in relazione quello che è successo con queste costruzioni culturali e linguistiche.

Questo è il prezioso cardine dell’intervista di storia orale, un documento che si costruisce, su cui si lavora su tutti  i livelli.

In conclusione l’intervista è un evento, un incontro, un’esperienza che creiamo noi, di cui siamo autori.

 

 

 

 

 

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Edurete.org Roberto Trinchero