Capitolo 2. Autobiografia a scuola: un'esperienza (Elisa Branca)
CAPITOLO 2. Autobiografia a scuola: un’ esperienza
Nel maggio del 2002 l’ Osservatorio d’ area su la Dispersione scolastica e il Diritto allo Studio del distretto di Ancona organizza un corso di formazione per insegnanti e individua un formatore esperto nell’ approccio autobiografico per lo svolgimento di due lezioni. Il breve corso di formazione svolto nel 2002 si rivolge a insegnati della scuola dell’ infanzia, primaria, secondaria di I grado e si intitola “Ripercorrere storie di vita scolastica e professionale. Un modo per riflettere insieme e ridare senso al quotidiano.” Attraverso attività autobiografiche sui propri vissuti “dietro il banco e dietro la cattedra”, si intende favorire l’ autoconsapevolezza e confronto tra insegnati, sviluppare determinate capacità relazionali e stimolare attribuzioni di senso, rimotivazioni e cambiamenti di atteggiamento rispetto all’ attività didattica. Infatti lo stile di insegnamento di una persona è spesso legato, alle precedenti esperienze da studente.
Durante le sei ore si svolgono diverse attività: realizzazione di proposte di scritture, disegni individuali, comunicazione sulle proprie storie di vita scolastica e professionale. L’ anno seguente, viene presentato un corso di formazione rivolto agli insegnati della scuola dell’ infanzia e primaria con titolo “Raccontarsi a scuola: inseganti e allievi tra specchi e memorie”.
Attraverso attività autobiografiche rivolte a insegnati e alunni, si vuole valorizzare la centralità del soggetto, potenziare tipi di pensiero spesso trascurati (narrativo, introspettivo ecc..) e promuovere la costruzione identitaria attraverso un processo di autoconsapevolezza.
Gli insegnati vengono coinvolti a diversi livelli.
Come autobiografi: sperimentando in prima persona alcune sollecitazioni autobiografiche, per riflettere su di sé e confrontarsi con le storie altrui.
Come formatori-biografi: invita a proporre agli alunni diversi strumenti autonarrativi e autoriflessivi
Come ricercatori biografici: guidati ad analizzare il materiale biografico raccolto, per conoscere più da vicino i propri alunni.
Il significato pedagogico delle proposte autobiografiche consiste nel promuovere un processo autoconoscitivo e autoformativo, lavorando sull’ accrescimento dell’ autostima, legata alla capacità di apprendere. È infatti dimostrato da studi che quanto più il soggetto ha fiducia nelle proprie capacità tanto più riesce ad utilizzarle per acquisire nuovi concetti, cambiare atteggiamenti e imparare. Visti gli esiti positivi del corso di formazione, ne vengono proposti altri due negli anni 2003/4 e 2004/5 con esiti positivi.
Nella trattazione degli esiti dell’ attività autobiografica si è adottato un metodo euristico qualitativo, in linea con l’ approccio autobiografico, senza per questo ignorare la componente quantitativa. Di fronte alle attività autobiografiche che offrono più stimoli di riflessione vengono proposti due tipi di lettura del materiale biografico:
lettura orizzontale: confronto dei vissuti di tutti i soggetti rispetto ad ogni stimolo.
lettura verticale: confronto di vissuti relativi a tutti gli stimoli di qualche soggetto significativo.
Nella lettura orizzontale del materiale biografico vengono adottati diversi stili di scrittura:
stile narrativo: privilegia la trattazione narrativa nell’ esporre quanto è emerso soprattutto per un campione ristretto
stile categorizzante: privilegia la rilevazione di categorie tematiche individuabili in un campione di medie dimensioni
stile elencativo: privilegia la frequenza dei dati emersi, in modo particolare per un campione ampio.
Nei dati quantitativi la somma dei numeri è superiore al totale laddove lo stesso soggetto può dare molteplici risposte.