Capitolo 11. Il colloquio non richiesto (Monica Martiniello)
Il colloquio non richiesto. Dalla motivazione estrinseca alla domanda di cura
Il colloquio è una forma di conversazione privilegiata della ricerca in psicologia, e la sua finalità è quella di rilevare informazioni relative alle caratteristiche intellettuali personali ed attitudinali di un soggetto.
Il colloquio è incentrato sui processi, sull’atteggiamento di accettazione incondizionata ed empatica e sul clima comunicativo che si crea durante l’interazione.
Mira all’aspetto qualitativo delle informazioni raccolte e alla flessibilità della comunicazione, focalizzandosi su aspetti profondi della personalità, come atteggiamenti e dati personali.
Esistono due tipologie fondamentali di colloquio psicologico:
Colloquio a motivazione intrinseca: in riferimento a situazioni in cui l’interazione avviene in seguito a istanze interne ai soggetti coinvolti e in cui si hanno consenso e adesione di entrambi verso gli scopi dell’incontro;
Colloquio a motivazione estrinseca: alla base del quale si colloca il desiderio di influenzare in qualche modo la persona verso la quale si rivolge la comunicazione.
Criterio fondamentale di differenziazione è quindi la motivazione, quale criterio distintivo dei molteplici contesti di realizzazione del colloquio psicologico.
Prendendo in considerazione il colloquio a motivazione estrinseca, i contesti di consultazione psicologica attivati da questa, sono piuttosto numerosi, dal contesto giuridico, al contesto delle organizzazioni di lavoro, al contesto clinico e infine al contesto scolastico.
In tutti questi, però, è possibile delineare alcune caratteristiche comuni:
- La motivazione iniziale degli utenti
considerata come condizione minima di accesso al colloquio per far sì che questo abbia luogo.
- Lo scopo dei colloqui a motivazione estrinseca
gli scopi possibili ai quali tende l’operatore sono tre, e cioè la semplice raccolta di informazioni, la valutazione di aspetti psicologici, e l’orientamento verso una dimensione di aiuto.
- La presenza di un committente versus referente
il committente è una persona che commissiona un approfondimento psicologico, ciò accade ogni qualvolta egli ritenga opportuno approfondire l’analisi di aspetti psicologici in relazione ai quali deve prendere una decisione, in questo modo diventa anche il destinatario degli esiti e dei risultati di tale lavoro.
- Il fattore tempo
nella maggior parte dei casi il lavoro psicologico deve avvenire in tempi brevissimi. Questo significa che nell’arco di un brevissimo lasso di tempo, lo psicologo deve poter raccogliere tutti gli elementi necessari alla valutazione.
- Il rischio di un uso strumentale del lavoro psicologico
l’individuo che decide di partecipare a colloqui a motivazione estrinseca, perché desidera raggiungere determinati obiettivi, rischia di manipolare lo psicologo e il corso dei colloqui per poter ottenere vantaggi e evitare gli svantaggi.
- L’alternarsi di figure diverse durante le diverse fasi dell’approfondimento psicologico.
Tutti questi contesti hanno come caratteristica comune il fatto che gli individui pur non volendo si trovano a partecipare ad un colloquio psicologico, dal quale cercheranno di trarre il massimo profitto possibile.
È importante creare un’atmosfera nella quale il soggetto si senta completamente accettato, le caratteristiche di questa sono: un genuino interesse dell’operatore verso il cliente, la mancanza di giudizi da parte dello psicologo, e la libertà da ogni tipo di pressioni esterne.
Altrettanto importante però è accompagnare il paziente in un percorso scandito da determinate fasi:
1. Fase di incontro: sottende la domanda implicita “Tu chi sei?”, per cercare di rompere la stereotipia sia nel soggetto che nell’operatore.
2. Fase di chiarimento del contesto: è importante fare chiarezza sugli scopi del colloquio, sul ruolo e le attese del committente, e sugli esiti possibili.
3. Fase di approfondimento del soggetto: sottende la domanda: “come mai siamo qui?”, questa permette di introdurre l’utente all’idea che il suo punto di vista soggettivo sulla vicenda sia fondamentale ai fini della valutazione.
4. Fase di restituzione dei risultati del test: per accompagnare il soggetto a riconoscere come propri gli elementi che emergono dalla valutazione psicodiagnostica.
5. Fase di affronto alle resistenze del soggetto: si cerca di spostare la motivazione verso il polo della motivazione intrinseca facendo leva sul desiderio, sui dati di realtà, e sulla responsabilità personale.
6. Fase di accoglienze delle domande del soggetto: per cercare insieme a lui una soluzione possibile.