Capitolo 2. Nascita e sviluppo della ricerca con osservazione (Francesca Valfrè)

Nascita e sviluppo della ricerca con osservazione

 

 

Negli ultimi decenni dell’Ottocento gli autori dei social surveys iniziarono ad utilizzare l’osservazione come strumento di ricerca. Essi utilizzavano dati raccolti attraverso interviste standard che venivano poi affiancate alle prime forme di osservazione.

In realtà è la scuola di Chicago da considerare pioneristica per l’innovazione, data in campo sociologico, di nuovi strumenti e stili di raccolta dei dati, oltre ad aver rilevato l’importanza scientifica della ricerca basata sulla conoscenza diretta nell’ambito sociale.

L’importanza della osservazione sul campo si notò nel momento in cui alcuni autori affiancarono alle interviste strutturate o in profondità il proprio coinvolgimento, volto a percepire le realtà sociali oggetto di studio. Charles Booth studiò le condizioni di vita della classe lavoratrice dei quartieri periferici di Londra e di altre città inglesi, utilizzando interviste strutturate o in profondità e le osservazioni sul campo. Da lui prese piede l’interesse di Beatrice Webb, delle condizioni di vita della classe operaia.

Beatrice Webb (1926) intraprese l’osservazione nell’Est End londinese, dove trascorse molto tempo con i lavoratori, e notò che vi era un certo distacco da parte dell’osservato, poiché la differenza di classe tra lui e l’osservatore, non permetteva di rilevare correttamente la vita quotidiana. Per tale motivo Webb si travestì da operaia per poter avvicinarsi a loro. In questo modo riuscì ad entrare in empatia con i lavoratori, abbattendo le barriere che influenzavano l’osservazione. Le attività di ricerca di Booth e di Webb segnano la nascita dell’osservazione sociologica odierna, nonostante la metodologia e la sistematicità non erano ancora delineate.

Joseph Lohman nel 1936 coniò l’espressione “osservazione partecipante”, la quale era diventata lo strumento in voga fra i sociologi di Chicago. La riflessione di Park, data in una nota metodologica di un suo volume, inerente alla strategia d’indagine e sui suoi fini, sulla possibilità di arrivarvi con strumenti standard, fu una traccia illuminante per i ricercatori delle generazioni successive.

Secondo Jennifer Platt (1997) la scuola di Chicago attraversò due periodi che differenti tra loro: pre e post-bellico. Nel primo vi era una forte collaborazione fra la scuola stessa e le istituzioni locali. In questa fase viene messa in discussione la raccolta dei dati di prima mano ed inoltre l’osservazione passava in secondo piano. Ciononostante in questo periodo Park incitava all’uso dell’osservazione partecipante, e ciò venne presa in considerazione ed applicata da alcuni ricercatori.

Negli anni ’20 l’osservazione partecipante prese piede in campo antropologico, grazie a B. Malinowski che diede la svolta alle ricerche sul campo: prima di lui nessuno aveva mai osservato direttamente i nativi, né si era mai messo nei loro panni. Egli sosteneva che per arrivare alla conoscenza oggettiva ed universale, era necessario impiegare l’osservazione diretta dei soggetti.

Nel secondo dopoguerra si applicò il consiglio di Park, in quanto l’analisi sociologica si soffermò sull’aspetto micro-sociologico della vita quotidiana, comportando l’uso sempre più frequente dell’osservazione partecipante, che veniva sempre affiancata ad altri strumenti di rilevazione (solitamente interviste).

L’interesse per l’osservazione non partecipante si diffuse in particolar modo negli anni ’20, ’50 e ’70. Mentre negli anni ‘20 Watson avviò delle ricerche sul comportamento sociale dei bambini, negli anni ’50 Bales intraprese delle ricerche inerenti al comportamento e l’interazione sociale dei piccoli gruppi, osservati in laboratorio. Gli studi svolti negli anni ’70 erano propensi ad indagare il comportamento in luoghi pubblici e l’uso degli spazi. In questi anni si videro protagonisti di tali ricerche, la nuova scuola dello Iowa, l’etnometodologia e la sociologia goffmaniana.

Uno degli esponenti negli anni ‘60 della scuola dello Iowa fu Kuhn, il quale prediligeva la rilevazione sistematica mediante questionario, poiché maggiormente controllabile a livello empirico. Alla fine degli anni ’60 Carl Couch diede l’impulso per il cambiamento di strategia della scuola dello Iowa: l’attenzione si spostò dal self alle forme di sociation. Il focus teorico è teso a comprendere come le persone costruiscono e trasformano diverse forme di relazioni, indagando ciò tramite l’osservazione delle interazioni nel loro corso (la comunicazione non verbale è l’elemento centrale negli scambi).

Gli studi effettuati sui comportamenti in luoghi pubblici hanno la base teorica negli studi di Goffman, e lo strumento usato è l’osservazione non partecipante poiché, come egli sostiene, il ricercatore vuole studiare l’interazione e non il punto di vista degli osservati. Secondo McPhail negli anni ‘70 i ricercatori tendevano a fare ricerche sul campo, tenendo conto solo dell’aspetto macrosociale dell’azione collettiva, generalizzando i dati raccolti. McPhail si occupa dell’azione contemporanea di due o più persone (actions-in-commons) nelle riunioni temporanee, attuando una rilevazione rigidamente strutturata partendo da categorie di comportamenti (ma aperte a modifiche) già precedentemente formulate, grazie a osservazioni precedenti. Secondo l’autore questo è l’unico modo per studiare l’azione collettiva dal punto di vista microsociologico.

 

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Edurete.org Roberto Trinchero