Capitolo 4. Sistemi di rilevazione che comprendono l'osservazione non reattiva (Francesca Valfrè)

Sistemi di rilevazione che comprendono l’osservazione non reattiva

 

Il sistema di rilevazione è funzionale all’organizzazione degli strumenti di rilevazione, nonché a tutta la fase di rilevazione come il campionamento, l’accesso al campo e la registrazione delle informazioni.

I sistemi di rilevazione che includono l’osservazione sono denominate da Bruschi (1999) “immersioni” e “letture”. Le prime sono caratterizzate dall’uso dell’osservazione partecipante, in cui il ricercatore cerca di comprendere comportamenti e azioni dei membri della comunità oggetto di studio. L’immersione può prevedere l’uso di vari strumenti di rilevazione, tra i quali l’osservazione a vari gradi di partecipazione, di solito affiancata da strumenti reattivi come le interviste in profondità individuali o di gruppo, oppure non reattivi acquisiti da fonti varie (documenti, diari, giornali,ecc.). Il ricercatore può anche beneficiare, per rilevare le informazioni, di persone fidate della comunità (“informatori”); ciò non può avvenire quando il ricercatore è al coperto. Importante è instaurare relazioni con alcuni soggetti del gruppo, per comprendere meglio ciò che si sta osservando, attivando un coinvolgimento personale del ricercatore per un periodo lungo. Le immersioni si svolgono solo negli ambienti naturali in cui si manifesta il fenomeno oggetto di studio. In esse il grado di intrusività del sistema di rilevazione è minimo (l’ambiente è quello naturale), mentre è massimo il grado di perturbazione involontaria dello strumento, poiché la presenza stessa del ricercatore apporta modifiche notevoli alla situazione.

Nella lettura l’osservatore è distaccato dal gruppo di osservazione, ed essa può avvenire in ambiente naturale o artificiale.

In esse è solitamente impiegata l’osservazione non partecipante o con partecipazione passiva, che può prevedere sia uno schema libero sia diversi gradi di strutturazione. Nelle letture si studia l’interazione fra i soggetti di un gruppo o di persone che non hanno relazioni prestabilite o socialmente organizzate.

Queste ricerche non standard prevedono che la scelta dei casi non avvenga in modo probabilistico, poiché il ricercatore prima sceglie il gruppo/comunità in cui immergersi o il luogo in cui applicare l’osservazione, poi sceglie i casi ai quali applicare lo strumento. La scelta nelle immersioni è fatta per esplorare un interesse cognitivo in riferimento al gruppo (selezionato come caso emblematico) di studio, mentre nelle letture il ricercatore sceglie i luoghi con caratteristiche tali da poter rilevare una loro influenza su alcune proprietà oggetto di analisi. In entrambi i sistemi di rilevazione non esiste una lista dei casi. Nelle immersioni se i casi sono molti, e dunque impossibile osservarli tutti, il ricercatore sceglie i casi in base al ruolo ricoperto all’interno del sistema sociale, quasi sempre effettuando la scelta in modo accidentale. Nelle letture il criterio di scelta dei casi è accidentale, portando ad una progressiva costruzione del campione, il quale viene osservato ripetutamente nello stesso luogo a distanza di pochi minuti, per poi effettuare osservazioni in luoghi differenti.

Le ricerche effettuate con immersioni o con letture non sono generalizzabili nell’accezione degli statistici, in quanto il fine ultimo delle indagini con osservazione non è giungere a leggi universali. Nell’ambito delle ricerche non standardizzate si può parlare di generalizzazione per analogia e per decontestualizzazione (o astrazione). L’estrapolazione per analogia parte dal presupposto che i casi affini a quelli osservati possono essere comparati ad altri contesti simili. Mentre nell’estrapolazione di astrazione si estraggono i concetti dati dalle osservazioni, che vengono catalogati come classificazioni e tipologie, valide anche al di fuori del contesto (ma non si generalizzano gli enunciati), per giungere a descrivere i processi sociali generali.

L’elemento centrale nel processo di rilevazione è l’accesso al campo, in quanto il ricercatore, atto a svolgere l’osservazione partecipante scoperta, si trova davanti a degli ostacoli che possono precludere il buon esito della ricerca. Alcuni di questi possono dipendere da: la disponibilità dei soggetti; l’instaurare la fiducia reciproca; l’emotività che può influenzare il ricercatore stesso; genere, età e l’origine etnica dello stesso ricercatore. Ogni ricercatore effettua un accesso lento e graduale al campo e non tutti i campi sono accessibili senza permesso. Le difficoltà nell’osservazione partecipante coperta sono lo studio approfondito del contesto socio-culturale e l’attenzione a non far saltare la copertura, che può comportare l’esclusione o l’irrigidimento dei rapporti con gli osservati. L’osservatore può effettuare la ricerca da solo o in gruppo: alcuni prediligono il lavoro solitario che viene considerato più idoneo in quanto non vi sono influenze nel confronto, mentre altri ritengono più consono l’osservazione in gruppo per la possibilità di condivisione e di confronto durante la ricerca.

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Edurete.org Roberto Trinchero