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[ Prof. Roberto Trinchero ]
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Conduzione dell’osservazione

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La conduzione dell’osservazione prevede due momenti:

a) Cogliere l’informazione, che implica la selezione da parte dell’osservatore dell’insieme di fatti che egli reputa significativi ai fini del controllo delle ipotesi di ricerca nel vasto insieme dei fatti osservati e osservabili. La sensibilità e la preparazione dell’osservatore è particolarmente importante in questa fase. Cogliere l’informazione significa poi rilevare il fatto è le possibili cause che lo determinano: quali sono le “rappresentazioni del mondo” che guidano l’agire dei soggetti, come si pone ciascuno in rapporto all’altro, come gli attribuisce alcune caratteristiche, certe intenzioni, come ciascuno anticipa gli effetti che un comportamento potrà produrre sull’altro, come vuole portare l’altro ad agire nel senso della rappresentazione che ha di lui e a conformarvisi (Postic, De Ketele, 1993, 8), quali strutture e quali funzioni operano nel gruppo considerato, quali sono i simboli e i rituali del gruppo in cui i soggetti sono inseriti, cogliere eventi-chiave ed attori-chiave all’interno del gruppo stesso (Fetterman, 1989) lungo le dimensioni rilevanti nei contesti educativi, ossia gli aspetti cognitivi, gli aspetti metacognitivi, gli aspetti motivazionali, gli aspetti relazionali (Magri, Rossi, 1998, 93). Le interpretazioni dei fatti, pur essendo elaborate contemporaneamente al fatto stesso, devono essere scisse da questo ed è proprio questa una delle maggiori abilità dell’osservatore, quella di separare i fatti oggettivamente accaduti dalle possibili interpretazioni che ad essi è possibile attribuire.

b) Annotare l’informazione, che implica l’annotare con carta e matita (anche servendosi degli strumenti già descritti delle check list, scale di valutazione e griglie di criteri) e il registrare mediante audio o videotape (dove è possibile) i comportamenti verbali e non verbali. Soprattutto dove non è possibile audio o videoregistrare l’operazione di annotazione dovrà essere particolarmente accurata e comprendere tutti gli elementi, anche quelli a prima vista insignificanti, per una corretta descrizione e comprensione del problema in oggetto. L’annotazione immediata è sempre da preferire, se possibile, all’annotazione differita. Non bisogna dimenticare che obiettivo dell’osservazione è comunque analizzare delle sequenze, delle concatenazioni di comportamenti, opinioni, atteggiamenti, più che rilevare delle frequenze degli stessi, comprendere il percorso che ha portato a un determinato comportamento, opinione, atteggiamento, più che rilevare il comportamento, l’opinione, l’atteggiamento in sé, scoprire le intenzioni dei soggetti, la loro coscienza della situazione, gli elementi “inconfessabili” che determinano comportamenti, opinioni, atteggiamenti.

La conduzione dell’osservazione deve seguire poi alcuni criteri:

Scegliere tra l’approccio etic e l’approccio emicL’osservatore può descrivere la situazione in questione scegliendo l’approccio etic, ossia come un osservatore che vede la situazione dall’esterno, utilizzando le sue categorie concettuali per descrivere la situazione, oppure l’approccio emic, ossia come un osservatore che vede la situazione dall’interno, dal punto di vista del gruppo studiato, utilizzando le categorie concettuali della cultura in cui si immerge. I due termini sono stati coniati in analogia con i termini utilizzati in linguistica “phonetic transcription”, ossia una trascrizione di un termine linguistico intrisa di aspetti “tecnici”, tipici dell’analisi di un linguista, e “phonemic transcription”, ossia una trascrizione di un termine come potrebbe fare un comune parlante della lingua.
Separare i fatti dalle interpretazioniL’osservatore deve annotare i fatti e di questi può avanzare delle possibili interpretazioni, sulla base dell’esperienza che gli deriva dall’agire “sul campo”, ma le due cose devono essere annotate in modo separato in modo da non confondere il quadro di fatti/interpretazioni a chi dovrà interpretare l’insieme dei dati. Allo stesso modo l’osservatore potrà chiedere ai soggetti osservati interpretazioni dei fatti osservati e queste dovranno essere annotate a parte.
Assumere un atteggiamento avalutativoL’osservatore deve sforzarsi sospendere il suo giudizio valutativo per tutta la durata della sessione di osservazione, per non distorcere i dati raccolti.
Autoosservarsi per calibrare la propria rilevazioneL’osservatore deve sottoporsi ad un periodo di addestramento, autoriflessione e autoosservazione per capire quali elementi tende a notare nel comportamento di altre persone e quali no. L’autoosservazione è utile anche per imparare a distinguere i fatti dalle valutazioni e interpretazioni che l’osservatore vi assegna.
Osservare tutto ciò che emergeL’osservatore deve trarre informazioni su comportamenti, opinioni e atteggiamenti dei soggetti osservati basandosi su tutto ciò che emerge (e non solo sui comportamenti in sé stessi), ad esempio abiti, graffiti, simboli, letture, gerghi linguistici.
Osservare i particolari che caratterizzano il comportamento non verbaleL’osservatore deve sforzarsi di cogliere anche i particolari se questi possono essere utili per il controllo delle ipotesi, ad esempio osservare se il soggetto comunica con i compagni, tende a non farli parlare, assume il ruolo di leader o tende a subire l’influenza dei compagni, manifesta atteggiamenti oppositivi o collaborativi, manifesta soggezione verso gli adulti (insegnanti, ricercatori), è a suo agio oppure no all’interno del gruppo, tende a essere tranquillo o ansioso, tende ad assumere date posture o si avvicina di più o di meno agli altri quando gli parla (prossemica), tende ad assumere date espressioni del volto, una certa gestualità o certi sguardi (cinesica), utilizza elementi paralinguistici (forme di metacomunicazione).
Rapportare i comportamenti, le opinioni e gli atteggiamenti individuali alla cultura del gruppo. L’osservatore deve rapportare il comportamento individuale alla “cultura” del gruppo studiato. Particolarmente per l’osservazione dei comportamenti degli adolescenti questo elemento è importante per la contestualizzazione dell’informazione, elemento indispensabile per la corretta comprensione dell’informazione raccolta. A tale scopo è utili identificare in fase di raccolta dati miti e leggende del gruppo, quadro di valori,
Osservare il soggetto da solo e il soggetto nel gruppoL’osservatore deve identificare le differenze di comportamento tra il soggetto che interagisce da solo, faccia a faccia, con altri soggetti e il soggetto che interagisce con altri soggetti all’interno del gruppo
Cogliere eventi chiave ed attori chiaveL’osservatore deve cogliere quegli eventi che rappresentano elementi significativi per descrivere o comprendere i comportamenti del soggetto. Il cogliere in modo adeguato un unico evento chiave può dare spesso più informazione di molti resoconti quotidiani. Il cogliere gli attori-chiave di una situazione e il rilevarne informazioni ha una analoga efficacia informativa per comprendere il comportamento di un gruppo. Il cogliere attori-chiave nella vicenda personale di un soggetto dà poi informazioni insostituibili per comprenderne comportamenti, opinioni, atteggiamenti.

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