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[ Prof. Roberto Trinchero ]
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Fonti di distorisione nella conduzione dell’intervista di gruppo

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Nell’intervista di gruppo l’intervistatore si trova ad affrontare dinamiche più complesse rispetto alla relazione faccia a faccia, che si distinguono in difese, episodi, fenomeni (Ancona, in Trentini, 1995).

Nelle difese rientrano:

Accoppiamento o formazione di sottogruppiSi ha quando si instaura un dialogo costante tra due (accoppiamento) o più individui (formazione di sottogruppi) di un gruppo con la complicità dell’intero gruppo.
FugaSi ha quando il singolo all’interno del gruppo si rifugia in argomenti passati (fuga nel passato) o futuri (fuga in avanti) o esterni alle questioni inerenti il gruppo (fuga all’esterno) per non affrontare i temi dell’intervista oppure proclama in senso esagerato la propria lealtà al gruppo (fuga nell’amore) oppure si professa ligio e fedele alle domande, rivelando una dipendenza passiva dall’intervistatore (fuga nella virtù).
Provocazione protettivaSi ha quando alcuni intervistati chiedono continuamente aiuto agli altri componenti del gruppo, per dimostrare quanto spazio si ha e quanto spazio si dà al gruppo.
Spostamento del conflittoSi ha quando alcuni soggetti spostano la discussione da un piano reale e concreto su un territorio simbolico e astratto gestibile solo da solo. In tal modo tagliano fuori il gruppo dalla discussione sul problema concreto in oggetto.
Confusione di ruoloSi ha quando alcuni intervistati cercano di assumere il ruolo di intervistatori o il ruolo psicologico di conduzione del gruppo.
Lamento per evitare l’aiutoSi ha quando alcuni intervistati cercano di raccogliere il consenso degli altri sul loro lamento e si tirano così fuori da qualsiasi tentativo di affrontare il loro problema, oppure criticano gli altri per non essere criticati.
Assistenza del conduttoreSi ha quando un intervistato si autonomina aiutante palese dell’intervistatore, per evitare la discussione e l’esposizione delle proprie opinioni.
Attacco e fugaSi ha quando un intervistato aggredisce un altro, determinando sconcerto nel gruppo, e poi si ritira, autorizzandosi così a rifiutare la propria collaborazione all’intervista.
TeorizzazioneSi ha quando uno o più intervistati si mettono a riportare tutto a livello teorico, definitorio e verbale, rifugiandosi nei “distinguo” e nelle sottigliezze.
Personalizzazione dei conflittiSi ha quando intervistati in conflitto realizzano una sorta di “strategia della tensione”, rifiutando di discutere con il gruppo dei loro conflitti, con il pretesto che il conflitto sia un loro problema personale e il gruppo non può farci niente.

Negli episodi di gruppo rientrano:

SilenziSi hanno quando alcuni membri del gruppo passano lunghi minuti senza proferire parola. Il silenzio nelle situazioni di gruppo è tanto più sgradevole quanto minore è il grado di socializzazione reciproca dei partecipanti al gruppo.
CondensazioniSi hanno quando alcuni membri del gruppo si lasciano andare a improvvisi e imprevisti sbocchi di confidenze e di esperienze e sensazioni personali.
Dipendenza e controdipendenza dall’intervistatoreSi ha quando alcuni partecipanti mostrano atteggiamenti di palese dipendenza dall’intervistatore o lo aggrediscono in modo palese (controdipendenza). Spesso sono indice di aggressività difficilmente esprimibile.
RisonanzaSi ha quando un individuo entra sulla “lunghezza d’onda” di un altro individuo e così via per tutto il gruppo, in cui tutti esprimono a turno il loro punto di vista su quel problema.
RegressioneSi ha quando alcuni soggetti ritornano a fasi precedenti della loro storia.
TransfertSi ha quando alcuni soggetti trasferiscono sulla situazione di gruppo esperienze precedenti. Sono sempre episodi che danno informazioni importanti sui singoli soggetti.
Leadership fissaSi ha quando alcuni individui cercano la fissità della leadership e del comando. L’episodio va visto a livello individuale (l’individuo vuole essere un leader o cerca un leader) o di gruppo (il gruppo cerca un leader).

Nei fenomeni di gruppo rientrano:

Sala degli specchiSi ha quando si crea una situazione in cui tutti i membri del gruppo “si specchiano” negli altri, che fungono da controllo e da riferimento.
Socializzazione del linguaggioSi ha quando alcuni membri del gruppo si esprimono con l’uso del “noi” senza che il gruppo reagisca o lo corregga.
Catene di associazioneSi hanno quando gli individui che sentono l’appartenenza ad un gruppo espongono le loro associazioni mentali non solo sulla base di ciò che pensano loro stessi ma anche delle associazioni fatte dagli altri membri del gruppo.
InterdipendenzaSi ha quando si instaurano relazioni di dipendenza non asimmetriche in cui non è importante chi dice una cosa ma la cosa proposta in sé stessa.
FeedbackSi ha quando si manifestano repliche o reazioni ripetute da parte di alcuni membri del gruppo verso le opinioni espresse o le azioni compiute da altri membri del gruppo.
EquilibriSi hanno quando la situazione raggiunta viene considerata una conquista da mantenere. Un tacito accordo fa si che gli individui si sentano bene in quella situazione di gruppo e rifiutino ogni cambiamento.
Capro espiatorioSi ha quando il gruppo fissa la sua aggressività sull’oggetto o sull’individuo più idoneo a riceverla in una determinata situazione.
Leadership circolanteSi ha quando è presente una leadership a comando variabile nel tempo e nei bisogni.
Accettazione delle differenzeSi ha quando le personale accettano il fatto di essere diversi all’interno del gruppo e quindi accettano la devianza e la possibilità di coesistere nella diversità.

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