DESCRIZIONE FASI DELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA:le origini
Le basi che vennero gettate per un’impostazione razionale della programmazione della formazione scolastica, si devono a Ralph W. Tyler [I1] [I2], ma il tutto prese ancor più avvio dai primi testi pedagogico-letterari che utilizzarono la parola “CURRICOLO” [I1], grazie all’opera del grande pedagogista americano di fama mondiale John Dewey (“The Child and the Curriculum”)[I1] [I2] [E1] [E2],risalente agli inizi del secolo scorso.
Tornando a Tyler,che operò principalmente attorno agli anni Cinquanta del secolo scorso,egli ci lasciò in eredità uno schema di come un programma educativo dovrebbe configurarsi per poter essere vero strumento di formazione. La sua impostazione parte dall’enunciazione di quattro domande di base [I1], indispensabili per sviluppare qualsiasi curricolo o piano educativo. Esse sono:
1-Quali FINALITA’ EDUCATIVE la scuola dovrebbe cercare di raggiungere?
2-Quali ESPERIENZE EDUCATIVE sono disponibili al raggiungimento di queste finalità?
3-Come possono essere in concreto ORGANIZZATE queste esperienze?
4-In che modo è possibile VERIFICARE che queste FINALITA’ sono state RAGGIUNTE?
Queste quattro domande,con relative risposte,costituiscono secondo Tyler il quadro di riferimento razionale utile a esaminare i problemi del curricolo e dell’istruzione.
Questo e’ quindi in generale un primo modo di concepire il lavoro di PROGETTAZIONE DIDATTICA [I1] [I2] [S1].
Successivamente,grazie all’impresa compiuta da Taba (1962)[I1] [I2],un’analoga e più sostanziosa ipotesi per sviluppare un piano educativo venne alla luce,secondo una serie di passi successivi,quali:
1-DIAGNOSI DEI BISOGNI [I1];
2-FORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI [I1];
3-SELEZIONE DEI CONTENUTI [I1];
4-ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI;
5-SELEZIONE DELLE ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO;
6-ORGANIZZAZIONE DELLE ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO;
7-DETERMINAZIONE DI CIO’ CHE SI DEVE VALUTARE,DI COME E CON QUALI STRUMENTI E’ POSSIBILE FARLO [I1] [I2].
Il primo passo,secondo Taba, consiste quindi nella diagnosi dei bisogni di educazione che presenta la popolazione scolastica. Se il nostro intervento deve essere personalizzato è inevitabile giungere ad una conoscenza più approfondita di ciascuno dei nostri allievi: questa è una condizione per poter ritagliare su misura un piano educativo. Da questa valutazione iniziale emerge la domanda educativa, cioè l’insieme di conoscenze,abilità e atteggiamenti di cui i giovani necessitano per poter procedere più sicuramente e validamente non solo nelle esperienze scolastiche,ma soprattutto in quelle di vita e della professione.
Quasi tutti i modelli di progettazione didattica fanno riferimento agli obiettivi educativi e didattici come fulcro portante di tutto il lavoro di programmazione. Tuttavia viene anche messo in risalto che in realtà non è possibile stabilire una rigida sequenza: BISOGNI DEGLI ALUNNI-DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI-SELEZIONE E ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’-VALUTAZIONE. Questi elementi sono in relazione reciproca.
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