Le strategie didattiche di Davide Antonetti

IMPORTANZA DELLE STRATEGIE DIDATTICHE PER UN FORMATORE:il progetto formativo nel suo insieme (appendice)

La formazione [I1] [F1] [F2] [S1] in Italia ha ormai raggiunto un discreto grado di maturità professionale,e quella del formatore [I1] [I2] [I3] è diventata ormai una professione riconosciuta e abbastanza nota.Circa l'affermazione e il processo di crescita della formazione,occorre citare a loro vantaggio la scomposizione dell'intera atività professionale in alcune fasi principali,ossia quattro:1)-Analisi esigenze di formazione; 2)-Progettazione dell'intervento; 3)-Erogazione; 4)-Verifica dei risultati. Ma uno dei momenti più delicati che in questa fase pre-aula viene totalmente trascurato riguarda l'aspetto relazionale e negoziale con il committente [I1] [I2].Pertanto occorre suddividere il processo formativo complessivo in sette fasi:1)-Nascita della committenza;2)-Analisi sul campo e macroprogettazione;3)-Ridefinizione della committenza;4)-Microprogettazione;5)-Erogazione;6)-Verifica dei risultati;7)-Restituzione al committente.Vengono quindi sostanzialmente privilegiati il rapporto con la committenza e l'interlocuzione privilegiata con il destinatario dell'intervento.

1)-LA COMMITTENZA:il non sempre facile compito del formatore è di individuare il maggior numero possibile di elementi che gli consentano di comprendere con chiarezza cosa desideri effettivamente il committente,in termini di conoscenze e competenze richieste come ideale.Il committente è il responsabile diretto della struttura organizzativa a cui è destinata la formazione; è il vertice dell'organizzazione che però si limita ad avviare il processo formativo per poi lasciare il posto al responsabile della funzione aziendale interessata.Delega poi al direttore amministrativo [I1] di aiutare il formatore nelle successive fasi del processo.

2)-ANALISI SUL CAMPO E MACROPROGETTAZIONE [I1] [I2]:dopo i primi incontri con il committente,viene effettuata una analisi sul campo,il cui scopo è quello di segnalare al committente tre grandi categorie di elementi:1-fattori organizzativi,che influiscono su quella disfunzione che il committente ritiene essere imputabile solo o prevalentemente a carenze nelle persone;2-l'insieme di conoscenze e capacità oggi possedute dai futuri partecipanti e la distanza effettiva dal modello ideale definito dal committente;3-fattori sociali e psicologici,individuali o di gruppo,presenti nei futuri partecipanti che condizionano il successo della formazione e di cui quindi occorre tener conto in sede di progettazione.La "macroprogettazione" sta ad indicare il primo livello di definizione dell'intervento formativo,o che si limita a individuare le attività didattiche che verranno realizzate.I requisiti essenziali per una buona progettazione dell'intervento formativo sono:chiarezza negli obiettivi,conoscenza dei metodi didattici,conoscenza caratteristiche dei futuri partecipanti.Si tratta però di un processo discontinuo,che si svolge in costante dialettica con la realtà circostante e con i vari attori che la popolano e con cui il formatore entra in contatto.Processo che in realtà non finisce mai,neanche dopo la realizzazione del corso.Inoltre spesso, committente e formatore durante i lavori si trovano ad avere opinioni diverse,ma in linea generale si può sostenere che il dovere e diritto del formatore è quello di sostenere le proprie opinioni e di tentare con decisione di convincere gli interlocutori;d'altra parte il committente,ha anche il diritto di decidere cosa sia più consigliabile per la struttura che da lui dipende,addossandosene le relative responsabilità.

3)-MICROPROGETTAZIONE [I1]:si passa ad essa dopo che il progetto è stato definito ed approvato dal committente;con quest'ultimo sarà poi necessario un ulteriore incontro a circa due terzi di questo processo,quando cioè si sono allestiti la maggioranza dei materiali didattici.Tra i vantaggi di questa fase,è che spesso in essa ci si accorge di eventuali errori fatti sviluppando la "macro",a suo tempo concordata con lo stesso committente,inoltre si riesce a verificare l'adeguatezza dei contenuti delle docenze e delle esercitazioni alle politiche del sistema organizzativo [I1] [I2] di cui il committente è responsabile e di cui il corso deve tener conto.Quest'ultimo deve sempre verificare attentamente sia il materiale d'aula,sia il seminario nel suo insieme.E'l'unico modo per ridurre seriamente i rischi di dissonanza tra formazione e realtà,e di aumentare perciò la validità,e la credibilità,della formazione stessa.Un caso molto diffuso di questa fase di "micro",si verifica quando ad andare in aula come docente sia lo stesso formatore;qui è probabile che già in sede di negoziazione con il committente,il formatore si sia spinto a dettagliare i contenuti delle varie unità didattiche [I1] [I2] [I3],per cui la "micro"tenderà a ridursi alla stesura fisica di lucidi ed esercitazioni.

4)-VALUTAZIONE RISULTATI E RELAZIONE FINALE: al committente andranno riferiti le reazioni complessive dei partecipanti di fronte all'intervento formativo,i problemi organizzativi che sono emersi nel corso dei lavori d'aula,i risultati in termini di cambiamento che si ritiene che il corso abbia ottenuto,indicazione di altri interventi formativi che potrebbero essere consigliati,con tempi e motivazioni.Non viene effettuata alcuna valutazione oggettiva dell'apprendimento e del suo trasferimento nello svolgimento del lavoro:quest'ultima è un'ipotesi applicabile alla grandissima maggioranza della formazione effettuata in Italia [I1] [I2] [E1] [F1] [S1].Importante che rimanga riservato il comportamento del singolo partecipante;le situazioni di apprendimento necessitano di una certa disponiblità a mettersi in gioco e a sperimentare modelli diversi da quelli abituali.In generale,tutto ciò che avviene in aula va detto al committente,ad eccezione del comportamento dei singoli partecipanti.

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Edurete.org Roberto Trinchero