In
un’attività collaborativa la comunicazione deve essere continuativa e coordinata
tra i diversi partecipanti e funzionale alle loro specifiche
esigenze.
I
paradigmi dell’apprendimento collaborativo rientrano nell’ambito di un progetto
di “intelligenza collettiva”, o meglio di “intelligenza connettiva” (Pierre
Levy, 1996), che spetta al formatore animare. “Se due persone distanti sanno due
cosa complementari, per il tramite delle nuove tecnologie possono davvero
entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, cooperare”
(Levy, 1996). Bouthon e Garth (1983) affermano che l’apprendimento collaborativo
rappresenta un ottimo contesto per l’apprendimento in quanto fornisce ai
discendenti frequenti opportunità di formulare pensieri, condividere idee con
gli altri e di vedere le reazioni degli altri. In accordo con questo, Harasim
(1989) sostiene che la conoscenza emerge attraverso il dialogo attivo,
elaborando in forma scritta i propri pensieri e costruendosi idee e concetti
attraverso le reazioni e le risposte degli altri a queste formulazioni. [I1]
Da
queste e altre teorie è stato dedotto che gli elementi decisivi che ci
permettono di definire il campo dell’apprendimento collaborativi sono sei e
precisamente:
Imparare
è un processo individuale, non collettivo, influenzato però da fattori esterni,
compresi il gruppo e le interazioni personali.
Le
interazioni personali di gruppo implicano l’uso del linguaggio (processo
sociale), e perciò imparare è al tempo stesso un fenomeno sia sociale che
individuale.
L’apprendimento
collaborativo implica l’intercambiabilità dei ruoli, secondo i bisogni e i
tempi.
L’apprendimento
collaborativo esige sinergie e produce un guadagno rispetto all’apprendimento
individuale.
A
volte la collaborazione porta a conseguenze negative come il conformismo, la
perdita di iniziativa, conflitti e compromessi.
L’apprendimento
collaborativo non implica apprendimento in gruppo ma una disponibilità allo
scambio di apprendimento in un contesto non competitivo.
Inoltre
si è concluso che è improprio usare i termini “apprendimento collaborativo”
quando:
L’apprendimento
si basa su un modello educativo trasmissivo o di costruzione di conoscenze in
cui la principale attività di apprendimento è l’individuale acquisizione e
rielaborazione di informazioni, prese da libri, letture video o materiale
informatico.
C’è
solo la comunicazione in un gruppo di lavoro; la comunicazione è una condizione
necessaria ma non sufficiente perché ci sia una vera collaborazione (infatti si
può essere eccellenti comunicatori anche in un ambiente in cui non si è per
nulla creata un’efficiente collaborazione).