Le
strategie di collaborazione [F1]
sono classificate da Diaper a Sanger (1993) in tre categorie:
Parallele
Sequenziali
Di
reciprocità
La
strategia parallela è
particolarmente indicata quando il compito complessivo, che il gruppo deve
svolgere, è facilmente scomponibile in segmenti non troppo interdipendenti tra
loro. In questo modo, ogni membro lavora sia in autonomia ed in maniera
simultanea rispetto agli altri sia su una parte specifica del prodotto
complessivo e si cura di aggiornare gli altri circa lo stato di avanzamento del
proprio lavoro. L’integrazione dei diversi elaborati è assegnata generalmente,
in una fase successiva, ad un unico membro del gruppo o sottogruppo che svolge
le funzioni di “editor”. Affinché questo modo di cooperare funzioni al meglio è
necessaria una buona pianificazione a priori delle attività, il rispetto delle
scadenze di consegna dei semilavorati ed una certa abilità nel ricucire il
lavoro svolto da parte dell’editor.
Nella
strategia sequenziale ogni membro del gruppo, a turno, agisce sul
semilavorato apportandovi il proprio contributo. Ciò che è stato prodotto prima
diventa la base di lavoro per il successivo componente del gruppo. Il rischio
che può derivare da un simile modo di interagire è il cosiddetto “effetto
condizionamento”, per questo coloro che lavorano dopo sono influenzati dal
lavoro dei colleghi che li hanno preceduti.
Nella
strategia di reciprocità si lavora in un regime di forte interdipendenza
su ognuna delle parti del prodotto complessivo, su cui si agisce a più mani. Di
solito conviene fare riferimento ad una versione di base del prodotto, visibile
a tutti, continuamente aggiornata, su cui ognuno può intervenire con proprie
integrazioni.
Secondo
Davie (1989) possono essere sviluppate due strategie di lavoro:
I
corsisti scrivono al computer contemporaneamente e si danno
appuntamenti.
I
corsisti si passano “brutte copie” e ognuno dà il suo contributo, il documento
viene rivisto fino alla stesura finale.
Quando
si intraprende un’attività di gruppo è auspicabile riuscire a concordare un
referente ufficiale che moderi le discussioni e indirizzi le attività in
direzione del prodotto stabilito. Le attività non potrebbero poi proseguire
senza il pieno accordo di tutti su un sistema di regole, suscettibile di futuri
cambiamenti, che definiscano i contenuti, gli stili e la strutturazione.
Qualunque strategia si decida di intraprendere, si suggerisce di pianificare una
scansione temporale delle attività di produzione. Inoltre si consiglia
di:
scegliere
il medium più adeguato per l’attività che si deve compiere,
documentare
il lavoro con commenti,
fare
riferimenti alle sorgenti informative utilizzate,
specificare
sempre lo stato di avanzamento,
organizzare
(se possibile) periodici incontri in presenza per risolvere questioni rilevanti
che necessitano di negoziazione.