Inquadramento disciplinare e didattico
Molti risultati di ricerche nel campo delle rappresentazioni mentali
posseduti dagli studenti della scuola secondaria hanno messo in
evidenza alcune delle difficoltà connesse alla comprensione
del concetto fisico di forza
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[ES]
[ENG]
[FR].
E' stato rilevato che gli studenti possiedono due diversi concetti di
forza:
- il primo è connesso al
movimento di un corpo e considera la forza come una sorta di
proprietà intrinseca del corpo che tiene il corpo in
movimento e che è stata comunicata al corpo dall'agente che
lo ha messo in moto;
- il secondo, chiamato il concetto di
"forza attiva", è attribuita solo a certi oggetti attivi
(es. "gli esseri viventi") ed agisce solo attraverso il contatto
diretto. Il suo effetto è quello di mettere in moto i corpi.
In ambedue i casi la forza è fondamentalmente concepita come
una proprietà del corpo (proprietà che il corpo
ha avuto trasferita da qualcuno o che il corpo è capace di
trasferire).
L' approccio didattico suggerito in questo percorso cerca di andare al
cuore di questi problemi fin dalla introduzione del concetto di forza
focalizzando due aspetti fondamentali per la sua comprensione:
- nella realtà non esistono
forze, esistono solo corpi che interagiscono ed il vettore forza
è la rappresentazione fisica (il modello) della interazione;
- le forze non esistono isolatamente ma a
coppie perché sono almeno due i corpi che interagiscono.
Definizione del concetto di forza
Di solito i libri di testo introducono il concetto di forza in uno dei
modi seguenti:
1. La forza è la causa della deformazione di un corpo
2. La forza è la causa del cambiamento della
velocità di un corpo
3. La forza è la causa di entrambi gli effetti sopra esposti.
Le tre frasi legano la grandezza fisica "forza" a ciò che la
forza fa e
non rispondono alla domanda su che cosa la forza è.
Nei diversi contesti scolastici può essere più
opportuno adottare una o l'altra affermazione, ma un esame attento
mostra che solo l'affermazione 2 è conforme alle leggi della
dinamica, e che l'affermazione 1 diventa insufficiente appena s'inizia
il capitolo sulla dinamica. Infatti le forze, nel quadro teorico
newtoniano, hanno il preciso ruolo di rappresentare le azioni del resto
del mondo sul sistema di cui si vuol studiare il moto.
Come inserire allora le deformazioni nel quadro più
generale? Di fatto le deformazioni sono sempre accompagnate da
movimento (cambiano le distanze intermolecolari all'interno del corpo
deformato) perciò la forza che produce la deformazione di un
corpo in realtà fa cambiare la velocità delle sue
molecole. La deformazione si arresta quando, per effetto della mutata
distanza intermolecolare, le interazioni tra le molecole del corpo
producono una forza risultante opposta a quella agente dall'esterno per
cui la forza risultante che agisce su ogni porzione del corpo deformato
si annulla. Questa forza è macroscopicamente schematizzata
dalla forza elastica, a cui normalmente ci si riferisce.
Applicabilità
della definizione
Per poter compiutamente utilizzare il concetto di forza dobbiamo sapere:
- quando è applicabile,
- che cosa succede quando è
applicabile.
Esaminando le frasi 1, 2 e 3 vediamo che esse si limitano a descrivere
ciò che succede dopo che la forza si è
manifestata ma non danno alcuna indicazione che permetta di prevedere
se e quando una forza si manifesterà. In altre parole, non
accennano alle possibili origini delle forze e quindi ci lasciano
scoperti sul fronte dell'applicabilità concreta del concetto.
Questa è una lacuna grave perché gli alunni
restano privi degli strumenti indispensabili per poter individuare
autonomamente le forze agenti sul corpo di cui interessa studiare il
moto e capire situazioni diverse da quelle standard e di solito molto
semplificate presentate dai libri di testo.
A questo scopo è indispensabile, fin dall'inizio, introdurre
il concetto che ogni forza
è il risultato di un'interazione.
Passiamo ora a descrivere le fasi di lavoro che conducono alla formulazione del Principio di azione-reazione.
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