Le origini del CSCL
L’apprendimento
collaborativo trae le sue origini, agli inizi del ‘900, nella tradizione
attivistica e nei modelli pedagogici derivanti dagli studi della psicologia
sociale e culturale dell’apprendimento. Dalla fine degli anni ‘80 si viene
instaurando un avvicinamento crescente tra questo concetto e le ICT (Information
and Comunication Tecnology) che, grazie alla diffusione delle reti (e di
Internet in particolare) e grazie anche alla concomitante affermazione di
modelli teorici più generali di costruzione della conoscenza (costruttivismo
sociale), consentono lo sviluppo di nuovi settori di ricerca tecnologica
(CSCL).Molte scuole psicologiche
concordano nel considerare il sistema sociale come una rete di relazioni, la
quale costituisce lo spazio elaborativo delle cognizioni. Oggi questo spazio non
può più essere inteso in termini materiali: lo sganciamento dell’interazione
dalla compresenza fisica degli interlocutori è ormai sancito dalla
strutturazione di contesti interattivi caratterizzati da spazi virtuali
telematici. Infatti è possibile affermare che per la costruzione e la
realizzazione delle funzioni cognitive nell’interazione, oltre alla compresenza
fisica è attuabile anche una compresenza telematica. [S1] [E1]
Alcune delle
teorie più significative sul valore psicopedagogico dell’apprendimento
collaborativo, nate prima dello sviluppo delle reti telematiche, oggi sono
facilmente applicabili anche per la realizzazione di processi di apprendimento
collaborativo in rete [S2]
[F1].
Tali teorie sono i contributi di Vygotskij, Jean Piaget, Bruner, John Dewey, le teorie costruttiviste, le teorie
cognitive.[I1]
[I2]
[e2] [E3] [E4]
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