Dal cibo alla bicicletta.
Quando si mangia si ricava energia per il nostro corpo tramite il
nutrimento. Quindi, se si prende la bicicletta per andare a scuola, si “spende”
l‘energia accumulata per muovere i pedali.
Quanti e quali forme di energia e quante trasformazioni di essa
intervengono nel passaggio dal cibo ingerito al movimento della
bicicletta?
Si invitano i ragazzi ad elencarli. Ad esempio:
1) energia solare che ha permesso al grano di crescere per poter ricavare la
farina per preparare i cibi
2) energia chimica liberata bruciando la legna per il
fuoco e liberazione di energia termica che permette di cuocere il
cibo
3) energia meccanica delle mascelle per masticare il cibo
4) energia muscolare del ciclista che aziona i pedali, ricavata utilizzando
come combustibile il cibo ingerito
5) energia meccanica della bicicletta
6) energia cinetica della ruota della bicicletta che gira Se alla ruota è
collegata una dinamo che accende il fanale in più si ha:
7) energia magnetica ed energia elettrica prodotta dalla dinamo
8) energia luminosa della lampadina
E’, quindi, sempre la stessa energia che assume diverse forme ed è resa
disponibile per l’utilizzo.
Domande e stimoli: l’energia si è trasformata ed è stata
trasferita nelle diverse forme elencate sopra. Quali di queste trasformazioni (o
trasferimenti) sono avvenuti per contatto e quali a distanza? O ci sono state
forme di trasferimento dell’energia differenti da queste due?
Partendo dalle modalità di trasferimento di può introdurre sia il concetto di
immagazzinamento dell’energia che quello di degrado.
Domanda: Come fa l’energia a restare “stoccata” nelle varie forme in cui
l’abbiamo appena osservata?
L’energia si è trasformata: dal cibo ingerito alla luce prodotta dalla
lampadina della bici. E’ possibile utilizzare o trasformare ulteriormente
l’energia prodotta dalla lampadina? E se no, dove è finita? E, durante le varie
trasformazioni, se ne è persa un pò?
E’ possibile quantificare, anche in maniera approssimata, quanta se ne è
persa?