Traumatologia e Riabilitazione. Fondamenti e componenti del movimento umano di Maurizio Balla

Tessuti connettivi: tendini, legamenti e cartilagini


L’apparato locomotore [I1] [E3] [E4] [E5] [F1] [F2] [F3] [F4] [F5] [F6] [M2] umano deve molto, in termini di sostegno, protezione e capacità di movimento, ad una serie di tessuti connettivi nei quali la sostanza intercellulare è abbondante e risulta costituita soprattutto da fibre collagene.


Tendini e Legamentii

In particolare il tessuto connettivo fibrillare denso è l’elemento basilare dei tendini e dei legamenti che hanno struttura generale simile anche se i legamenti sono composti da fibre meno compatte, servono per connettere le ossa fra loro, le fibrille costituenti non sono sempre parallele e sono maggiormente appiattiti rispetto ai tendini. Caratterizzato da una prevalenza di fasci di fibre collagene, risulta privo di elasticità ed è localizzato in regioni sottoposte a notevoli sollecitazioni di tipo meccanico.
Le fibre, disposte parallelamente in direzione della trazione consentono al tessuto di oppore notevole resistenza all’azione traente. Quando inizia la contrazione muscolare l’ondulazione dei fasci tendinei scompare; tale meccanismo è fonte di protezione nei confronti di precoci rotture poiché, in tal modo, i tendini trasferiscono gradualmente sull’osso l’azione traente esercitata dal muscolo.
L’aumento della resistenza delle strutture tendinee alla trazione è conseguenza di un adattamento qualitativo e quantitativo.
L’aumento della sezione tendinea e della resistenza alla trazione delle fibre tendinee, soprattutto dopo training prolungato, è associato ad una parallela diminuzione, relativamente trascurabile, della loro capacità di dilatazione.
La presenza di materiale tendineo sufficientemente adatto ad elevate sollecitazioni, caratterizzato da ricambio energetico e funzionale, rappresenta dunque, a livello soprattutto sportivo, la base per un costante rendimento, riducendo inoltre il rischio di eventuali rotture.


Cartilagini:

Il tessuto cartilagineo può venire distinto per la variabilità strutturale della sostanza intercellulare di cui è composto. La cartilagine ialina è quella maggiormente interessante sotto il profilo della traumatologia e dell’apparato locomotore.
Essa ha soprattutto la funzione di azione pressorie; è quindi sempre presente sulle superfici articolari dove forma un rivestimento liscio. E’ formata da abbondante sostanza intercellulare compatta, elastica alla pressione e contenente fibre collagene. La cartilagine ialina possiede una struttura bene adatta alla funzione che deve svolgere. La sua massa elastica, resistente alla pressione, ed i fasci di fibre collagene, resistenti alla trazione, agiscono congiuntamente in risposta alle sollecitazioni.
Essa è priva di vasi sanguigni e nervi. La cartilagine ialina risponde in modo estremamente sensibile e con modificazioni morfologiche a sollecitazioni relativamente brevi, ma reagisce negativamente nei confronti di notevoli sollecitazioni statiche di tipo prolungato.

La cartilagine fibrosa invece, presente ad esempio nei dischi intervertebrali, nei dischi e nei menischi articolari, presenta elevata resistenza alla trazione, oltre a possedere notevole resistenza alla pressione.
La cartilagine ialina, più spessa nella zona centrale della superficie articolare che alla periferia, e più robusta nelle porzioni convesse che in quelle concave, presenta, dopo un training di adeguata durata e intensità, una ipertrofia reversibile grazie alla quale le incongruenze tra le facce articolari vengono ridotte e di conseguenza, aumentate le superfici di contatto.

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Edurete.org Roberto Trinchero