Traumatologia e Riabilitazione. Ginocchio: disfunzioni e riabilitazione di Marco Borlengo (bbuzzy@tiscali.it), Maurizio Lupi (maurizio.lupi@email.it)

  Lesioni ai menischi


Lesioni al menisco

[I1] [I2] [I3] [E1] [E2] [E3] [F8] [F9] [F10]
Il menisco è una cartilagine posta tra due estremità ossee a scarsa congruenza. Ne abbiamo due per ginocchio (interno ed esterno), ma anche uno a livello dell'articolazione acromion-claveare e sterno-claveare, uno a livello dell'articolazione temporo-mandibolare e uno a livello della sinfisi pubica.
Nel ginocchio il menisco favorisce I'articolarità del femore, a superficie convessa, con la tibia, a superficie piatta. I menischi si ritenevano, fino a qualche tempo fa, immobili; tuttavia è stata dimostrata una loro mobilità soprattutto in direzione antero-posteriore. Questo permette una congruenza articolare dinamica e non solo statica. Infatti il rotolamento del condilo femorale durante la flessione del ginocchio viene accompagnato dal movimento del menisco. Una disincronizzazione di tale azione sarebbe uno dei momenti lesivi a carico del menisco.

La rottura del menisco[I1] [I3] [E1] [F8] [F9] presuppone, nella maggioranza dei casi, un intervento di asportazione (meniscectomia), pertanto si preferisce confermare la diagnosi clinica mediante tecniche diagnostiche quali:

  • Tomografia Assiale Computerizzata;
  • Risonanza Magnetica Nucleare.

La radiografia tradizionale non è in grado di svelare la rottura di un menisco.

La modesta instabilità che deriva dalla rottura e dall'eventuale dall'asportazione di tutto o di una parte di menisco comporta la necessità di stabilizzare il ginocchio mediante della ginnastica.


L'biettivo principale
è quello di ridare stabilità e protezione al ginocchio mediante íl potenziamento dei muscoli della coscia.
E' sbagliato pensare che i responsabili della stabilità articolare siano i soli muscoli estensori. Infatti vi concorrono tutti i muscoli che passano nelle vicinanze del ginocchio sia anteriormente che posteriormente, sia all'interno che all'esterno.
Da non tralasciare è l'allungamento ed il rilassamento delle fasce muscolari posteriori al fine di un completo recupero. Questo per evitare l'instaurarsi di ipomobilità o rigidità semplici che vanno vinte per ottenere un completo ricondizionamento muscolare.

Si tratta di lavorare sempre in assenza dl dolore e senza raggiungere mai la flessione massimale sotto carico del ginocchio, solo dopo il primo mese dall'eventuale oprazione.
Per recuperare l'estensione è sufficiente lasciare il ginocchio sospeso tra due punti.
E' preferibile inizialmente scegliere esercizi in scarico come la cyclette piuttosto che lo squat o la pressa a 90°. Va associato sempre lo stretching.

Esercizi consigliati
Gli esercizi consigliati[I1] [I2] [I3] [E3] [F9] [F10] vanno dalla contrazione isometrica per 5 sec. con 5 sec. di recupero allo step ed alla cyclette nelle prime fasi.
Se non compare dolore o tumefazione, si passa all`allenamento con leg estensor e leg curl a carichi crescenti, alla pressa orizzontale, al mezzo squat (dapprima senza carico).
Attenzione va data alla regione dalla quale è stato asportato il menisco ovvero: se è stato asportato il menisco mediale bisognerà insistere sull'allenamento del vasto mediale del quadricipite e sui muscoli che compongono la zampa d'oca (semitendinoso, gracile e sartorio) e sul semimembranoso.


Esercizi sconsigliati
Sono tutti quelli che generano dolore e che cercano l'escursione massimale dell'articolazione in carico. E' lo squat che può rendere il ginocchio ancora più instabile.

Si può verificare il raggiungumento degli obiettivi tastando la consistenza dei muscoli della coscia; oppure misurando i centimetri di crescita muscolare alla coscia in un punto a 10 cm dal margine rotuleo superiore; oppure dalla sensazione soggettiva dell'individuo di un'accresciuta stabilità e fiducia nel ginocchio.
Per i più attrezzati può avere senso eseguire un test isocinetico d'ingresso e d'uscita per valutare la curva di forza dei muscoli allenati.

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Edurete.org Roberto Trinchero