Le canzoni di Fabrizio De Andrè di Stefano Galazzo

Leonard Cohen

Leonard Cohen [I1][I2][I3] [I4] [E & I][E1][E2] [E3] [E4] è considerato tra i più influenti cantautori [I1] [I2] [E1] [F1] [ES1] di lingua inglese del Novecento, nonchè uno dei maggiori poeti canadesi. Il suo debutto sulla scena musicale risale alla fine degli anni Sessanta, quando pubblicò una delle pietre miliari della storia della canzone d'autore [I1] [I2] [F2]. Songs of Leonard Cohen [I1] [I2] [E1] colpì subito l'attenzione del pubblico e della critica per l'essenzialità dei testi e della musica. Molti definirono questo album un insieme di poesie con accompagnamento musicale, più che vere e proprie canzoni. Tra le dieci tracce del disco, tutte significative e importanti, vorrei ricordare Sisters of mercy [I1] [E1] [E&ES] per il tema della misericordia, che ricorre molto anche nelle poesie di Cohen; penso, in particolare, ad un libro di prose poetiche ispirate ai salmi: Book of mercy [E1], pubblicato nel 1984. L'aspetto religioso sarà sempre uno dei più cari all'artista canadese, ebreo di origine, che negli anni Ottanta si ritira in un monastero zen in meditazione, per ritornare alla musica solo nel 2001 con Ten new songs. Molti sono i brani coheniani di ispirazione biblica, ma uno dei più conosciuti e interpretati a livello mondiale è sicuramente Halleluiah [E1] [E2] [I1], dall'album Various positions. Un posto a sè spetta però a If it be your will [E1] [E2] [I1], dallo stesso album. Sono, queste, due vere e proprie preghiere, più che semplici canzoni, invocazioni a Dio nella migliore tradizione dei Salmi [I1] [I2] [E1] [E2] [E3].

Tra le canzoni che compongono Songs of Leonard Cohen, ne appare una che ci interessa più da vicino, in quanto, nel 1974, viene tradotta e reinterpretata in italiano da Fabrizio De Andrè [I1][E1][E2][E3]: mi riferisco a Suzanne [E1] [E2] [I1] [I2] [F1]. Non è questa l'unica canzone di Cohen che De Andrè traduce e canta nella nostra lingua. Le altre sono Nancy (che fa parte dell'album Volume VIII scritto con Francesco De Gregori [I1] nel 1975), la quale nell'originale appartiene al secondo lavoro di Leonard Cohen (Songs from a room [I1] [I2],) ed è intitolata Seems so long ago, Nancy [E & I] [E & I1]. Il terzo brano è Giovanna d'Arco [I1] (la versione inglese, presente nel terzo album di Cohen Songs of love and hate, è Joan of Arc [E and ES] [E1]). Infine, il cantautore genovese traduce, con Sergio Bardotti, The famous blue raincoat [E & I], diventata La famosa volpe azzurra [I1].Il brano è stato interpretato da Ornella Vanoni.

Ad accomunare Leonard Cohen e Fabrizio De Andrè [I1][E1][E2][E3] è, innanzitutto, l'attenzione ai testi, l'essenzialità della musica, che deve accompagnare e non sovrastare le parole. Ambedue questi artisti sono legati alla "poesia" cosiddetta "alta", ossia quella scritta dai "poeti di professione" con la quale cercano, in un certo senso, di creare una sorta di ponte, "traghettandola" nella forma artistica denominata "canzone"[I1] [I2] [F1]. A tale proposito, però, tra i due esiste una fondamentale differenza. Leonard Cohen, infatti, prima di dedicarsi alla musica, era un rinomato scrittore e poeta, tanto che nel suo Canada è considerato uno dei dieci scrittori più importanti del Novecento. Ha scritto due romanzi (The favourite game [I1] [E1] e Beautiful losers [E1]) e diversi libri di poesie, l'ultimo dei quali, Book of longing [E1], è uscito nel 2006. Grande il suo amore per il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca [I1] [E1] : di quest'ultimo sono le parole di Take this waltz [E1] [ES1]. Cohen, insomma, è innanzitutto un fine letterato, e solo in un secondo momento, e un pò per caso, comincia a dedicarsi alla musica. Da notare che molti dei suoi brani sono sue poesie trasformate in canzoni.

Fabrizio De Andrè [I1][E1][E2][E3],invece, è sicuramente un cultore della parola poetica e in termini più ampi letteraria, ma inizia il suo percorso artistico prevalentemente come cantautore, attento si ai testi, ma accompagnati dalla musica. Lettore vorace e instancabile, non ha mai amato definirsi poeta: è diventata famosa la risposta che diede, una volta, ad un giornalista: "Benedetto Croce [E1] diceva che fino ai 18 anni tutti scrivono poesie. Dopo continuano a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. Io, precauzionalmente, preferisco considerarmi cantautore".

I due artisti sono simili anche per l'attenzione da loro posta agli ultimi, agli emarginati, e per il senso della precarietà dell'esistere, che spesso è centrale nelle loro canzoni. Mirabile, per quanto riguarda questo aspetto, Bird on a wire [E1] [E2] [I1] [F1] di Cohen. Numerose le canzoni di De Andrè [I1][E1][E2][E3] in cui i personaggi si trovano su una linea di confine, che vuole significare una sorta di provvisorietà, di demarcazione tra quello che potremmo definire il bene e il male, intesi come uno stato di apertura alla vita, alle sue infinite manifestazioni, o di chiusura ad essa, alle sue possibilità di riscatto e di amore. Tra le più siginificative, mi piace ricordare Via del Campo [I1] [I2], dove la prostituta bambina sta "sulla soglia", evidente simbolo di precarietà; La guerra di Piero [I1] [I2] [I3] in cui la "frontiera" che Piero attraversa è il confine tra la pace e la guerra, l'amore per il prossimo e l'abbrutimento, il coraggio e la paura; e infine Ave Maria [I1] [I2]: il "confine incerto" è il passaggio dalla condizione di "femmina per un giorno" a quella di "madre per sempre" con tutte le sensazioni e i sentimenti che ciò comporta.

La tematica della precarietà, intesa come provvisorietà e insieme come ciò che ci rende piccoli, di passaggio in questo mondo spesso di sofferenza, è caratteristica peculiare anche dei componimenti di uno dei nostri più importanti poeti:Giuseppe Ungaretti [I1] [I2] [I3] [E1] [E2] [E3] 

   4/10   

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