Nei paesi in via di sviluppo il numero delle persone con problemi gravi di udito è molto maggiore rispetto a quella dei paesi sviluppati. La percentuale sul totale dei nati è uno a mille in Italia, mentre aumenta paurosamente ad uno a cento nei paesi sottosviluppati [I2]. Questo pone un problema nel proporre questo tipo di metodo in realtà diverse dalla nostra. Tuttavia, credo sia possibile pensare l'utilizzo del podcasting da parte di formatori per altri formatori, in modo da avere un metodo aggiuntivo per essere più efficiaci nella didattica.
Per quelle persone che non sono in grado di leggere, invece poter ascoltare i contenuti audio potrebbe essere un grande vantaggio.
E' vero che il problema della lingua può essere difficile da superare, ma il podcasting permette un'interattività di mezzi (audio, video, pagine ipertestuali) che permettono di realizzare delle lezioni molto coinvolgenti, con un paradigma costruttivista (e quindi cercando di superare i limiti propri della metodologia della "formazione a distanza"). Se qualcuno dice che la formazione a distanza è ormai superata, preferendo parlare di "narrowcasting", cioè di una trasmissione non più in "broadcasting", ma altamente specializzata in base al target a cui si deve parlare, allora il podcasting è lo strumento più adatto a questo tipo di metodologia di e-learning.
Un altro problema è certamente il limite della tecnologia: è vero che è possibile fare podcasting "a costo zero" nei paesi sviluppati. Senza la "banda larga" e una elevata diffusione dei lettori multimediali portatili, il suo utilizzo diventa molto complicato. |