2.6 Curva sui limiti di pericolosità della corrente
02_6 Limiti di pericolosità della corrente
Nel
caso, generalmente più frequente, di contatto esterno
con corrente alternata a frequenza di 50 - 60 Hz, i valori limite
illustrati nei punti precedenti si possono così
riassumere:
- per correnti fino a un valore convenzionale di 0,5 mA
(soglia di percezione) il passaggio di corrente non provoca alcuna
reazione, qualunque sia la sua durata;
- per correnti fino a 10 mA (limite di rilascio), di durata
qualsiasi, non si hanno in genere effètti
fìsiopatologici pericolosi e il soggetto è sempre
in grado di staccarsi dal contatto; tale valore si può
considerare come il limite di pericolosità convenzionale;
- valori di corrente superiori a 10 mA non producono ancora
enetti fisiopatologici pericolosi e si è in grado di
staccarsi dal
contatto, a patto che la durata sia contenuta entro limiti decrescenti
all'aumentare della corrente; per esempio, con corrente di 50 mA
è
ammissibile
un contatto di durata non superiore a 0,1 s;
- correnti maggiori producono enetti sempre più
gravi, quali difficoltà di respirazione, asfissia, blocco
respiratorio, fibrillazione ventricolare
con probabilità d'innesco sempre maggiore; all'aumentare
della
durata del contatto la pericolosità aumenta, nel senso che
diminuisce
la corrente necessaria a produrre i vari
effetti.
I punti precedenti sono stati riassunti in un grafico tempo-corrente di
pericolosità convenzionale della corrente elettrica. [IT1]
[ES1]
Il grafico considera una durata minima di contatto di 10 ms,
corrispondente a una semionda alla frequenza di 50 Hz; per valori
minori la corrente è'da considerare impulsiva e le
conclusioni prima
esposte
non sono più valide. Le varie linee dividono il piano
cartesiano in
quattro zone.
Zona 1: delimitata dalla retta a corrispondente
all'intensità di corrente 0,5 mA; fino a tale valore non
c'è nessun limite di tempo e
normalmente non vi sono reazioni al passaggio della corrente, qualunque
sia la sua durata.
Zona 2: corrisponde alla
soglia di tetanizzazione. Quando le coordinate del contatto (corrente e
tempo) individuano un punto di questa zona non si ha abitualmente alcun
effetto fisiopatologico pericoloso. Dal grafico si nota che
quando
la
durata del contatto tende a tempo infinito,
l'intensità
tende a
10 mA. Questo significa che il valore di 10 mA risulta
convenzionalmente non
pericoloso qualunque sia la durata, ragion per cui è stato
assunto come
il limite di
pericolosità convenzionale precedentemente citato. Superando
tale valore la durata deve diminuire, per evitare effètti
pericolosi.
Zona 3: In questa zona possono verifìcarsi effetti
fìsiopatologici, generalmente reversibili, come contrazione
muscolare, difficoltà di
respirazione, disturbi cardiaci Essa è da ritenersi
già
pericolosa: infatti la tetamzzazione, impedendo il rilascio del
contatto, ne fa aumentare la durata e,
se si supera il tempo limite, si entra nella zona della
fìbrillazione cardiaca.
Zona 4: In essa si innesca la fibrillazione. Effetti
fisiopatologici, come arresto cardiaco, arresto
respiratorio e gravi
ustioni, possono presentarsi all'aumentare della corrente e del tempo.
Nel caso della corrente
continua le zone di pericolosità convenzionale
sono riportate nella figura in basso, simile al
caso esaminato sopra, ma caratterizzato da valori diversi.
- Zona 1: generalmente non si ha nessuna reazione al
passaggio
della corrente elettrica, fino alla soglia di percezione di 2 mA.
- Zona 2: la corrente viene avvertita mediante una sensazione
di calore, ma non si ha normalmente alcun effetto fisiopatologico
pericoloso e si è in grado di rilasciare la
presa. Il tratto
verticale indica il valore di non pericolosità
convenzionale, per il
quale la
corrente non è pericolosa, qualunque sia la durata.
- Zona 3: abitualmente non si ha nessun danno organico.
Aumentando l'intensità della corrente è il tempo
di contatto
diventano probabili disturbi reversibili nella formazione e conduzione
degli impulsi nel cuore.
- Zona 4: vi è probabilità di
fibrillazione
ventricolare crescente allontanandosi dalla curva limite. Con
l'aumentare della corrente e del tempo
di contatto, possono avvenire altri effetti fìsiopatologici,
come gravi ustioni, in aggiunta a quelli della zona 3.
Si può sintetizzare le conseguenze del passaggio
della corrente elettrica alternata nel corpo umano
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