L'energia nel mondo.
Intro2
Il consumo
mondiale di energia cresce
esponenzialmente, sebbene con tendenza molto diversa nei vari paesi.
Attualmente il consumo totale (cioè: elettrico, trasporti,
ecc.) di energia si
aggira intorno ai 130,000 TWh/anno (circa lo 0.007% dell'energia che
riceviamo
dal Sole), 1'11 % del quale è relativo alla energia
elettrica (14,000 TWh/
anno). In 100 anni il consumo è aumentato di 37 volte.
Attualmente la domanda di potenza
media pro capite si aggira inntorno a 2.5-3 kW procapite. Tuttavia la
media
mondiale non fornisce un'idea adeguata della attuale distribuzione
della
domanda nel mondo. Esaminando la sola produzione di energia elettrica,
che può
essere diversificata in base alla risorsa energetica impiegata, notiamo
che:
- l'Europa,
il Nord America e l'Asia
producono circa il 90% dell'ammontare totale di energia, mentre
l'Africa ne
produce solo il 3%;
- circa
1'81 % della produzione
totale è da fonti non rinnovabili (chimiche e nucleari) e il
19% da quelle
rinnovabili (in gran parte idrica); la percentuale maggiore di
sfruttamento
delle fonti rinnovabili (essenzialmente idrica) è in America
Latina, dove le
fonti non rinnovabili forniscono solo il 38% dell' energia elettrica
richiesta,
mentre in Africa lo sfruttamento delle fonti rinnovabili è
inferiore alla media
mondiale (16.5%).
Tuttavia anche
questi dati assoluti
non possono rendere una visione corretta della attuale distribuzione
delle
domande e delle risorse e consentire una valutazione delle tendenze
imposte dai
bisogni. Altra analisi valutativa tiene conto della situazione
socioeconomica. Si
può osservare che:
- i
paesi in via di
sviluppo [I1]
[E1]
[F1]
[ES1]
(ad esclusione del Sud Africa) presentano il minore reddito annuo pro
capite
(1.500 US$, in media) ed anche la minore produzione di energia
procapite;
- il
paese con il maggior reddito
procapite sono gli Stati Uniti (26.200 US$, ossia 17 volte maggiore del
reddito
dei paesi africani); tuttavia il paese con maggiore consumo energetico
individuale è la Norvegia (26.6 MWh/ anno, 95 volte
superiore a quello dei
paesi africani).
Quindi possiamo
osservare che:
- i
paesi e gruppi di paesi sono
distribuiti lungo una correlazione lineare che, sebbene "politicamente
scorretta", ha una interpretazione logica: più
soldi, più energia;
- quattro
paesi (Norvegia, Svezia,
Canada ed USA) mostrano un consumo individuale di energia molto
superiore alla
media; se questi paesi vengono tenuti fuori dalla correlazione mondiale
la
retta di correlazione si abbassa decisamente, il che indica quanto
sensibilmente il consumo di energia di questi paesi influenzi la
situazione
mondiale;
- in
una larga parte del mondo
(almeno il 30%) sia il consumo energetico sia il reddito sono
così bassi che la
stessa vita diventa non sostenibile; sebbene qualcuno possa porre la
domanda se
sia la povertà a richiedere poca energia o sia la carenza di
energia a generare
povertà, a questo livello minimo è certamente
valida l'ultima ipotesi, dato che
in tale situazione solo lo sviluppo energetico può
migliorare la vita.
- è
evidente che il forte aumento
dei consumi energetici nel mondo è in gran parte dovuto al
contributo di pochi
paesi ad alto sviluppo industriale.
Possiamo
chiederci allora: a parte la
reale possibilità pratica e politica della cosa, quale
sarebbe l'effetto se, al
posto della attuale media di 2.4 MWh annui procapite, tutta la
produzione
mondiale di energia raggiungesse uniformemente i massimi livelli
cioè intorno
ai 24 MWh, con un fattore di incremento di 10?
Nel
rispondere a questa domanda
incontriamo subito due fattori altamente critici ed ampiamente noti a
tutti:
l'inquinamento ambientale e l'esaurimento dei combustibili fossili
[I2]
[E2]
[F2]
[ES2]. Semplicemente,
la Terra non potrebbe sostenere un tale incremento dei consumi
energetici.
Quindi esistono due sole possibilità: o una parte del mondo
progressivamente
crescente consuma sempre di meno per compensare l'aumento dei consumi
della
parte restante, o quest'ultima riduce i propri consumi per consentire
lo
sviluppo della prima. Sfortunatamente esiste
una terza
possibilità: una catastrofica crisi ecologica del pianeta.
È
difficile valutare con esattezza
l'ammontare di energia chimica (idrocarburi) attualmente disponibile,
dato che
le ispezioni geologiche identificano sempre nuove scorte. Secondo un
modello
matematico, la curva di sfruttamento di una risorsa non rinnovabile ha
una
forma a campana, con un picco dopo del quale l'entità delle
nuove risorse
scoperte diventa inferiore a quella del consumo; per il petrolio tale
picco è
stato raggiunto negli anni 60 ed oggi le nuove risorse scoperte
ammontano solo
a 125% del consumo. Nella fase discendente della curva i fattori fisici
(costi
materiali di estrazione) incidono sempre più decisamente su
quelli
politico-strategici. Inoltre i costi di estrazione crescono
perché queste nuove
scorte sono sempre più profonde o localizzate sotto il fondo
dei mari. Una
valutazione approssimata consente di supporre che, con la tendenza
crescente
attuale, abbiamo fonti sufficienti di energia nucleare per 260 anni e
di
carbone per 220 anni, mentre per il gas ed il petrolio l'esaurimento
è
prevedibile in 40-60 anni.
In ogni
caso, nel momento in cui il
consumo energetico diventa una frazione non trascurabile delle riserve,
il
destino del mondo sembra assegnato. Ogni miglioramento delle tecnologie
di
conversione può solo ritardare ma non evitare l'esaurimento
delle riserve
fossili chimico-nucleari, mentre ogni incremento dei consumi oggi vuoI
dire
meno energia per le future generazioni. Inoltre, dato che i costi
dell’energia
aumentano sia per le leggi di mercato e le ormai croniche crisi
politiche sia
per le crescenti difficoltà di estrazione, la spesa
energetica aprirà sempre di
più la forbice fra paesi ricchi e paesi poveri.
D'altra
parte, dato che le sole fonti
inesauribili sono quelle perciò dette rinnovabili [I3]
[E3]
[F3]
[ES3] e dato che alla
fine l'uomo
sarà obbligato a scegliere l'unica soluzione disponibile per
la sua
sopravvivenza, il futuro dell' energia è nel rinnovabile
Deve
essere sottolineato che gli usi
“sostenibili” di
energia rinnovabile consentono di non generare emissioni di gas
serra [I4]
[E4]
[F4]
[ES4].
È
utile fare un'ultima
considerazione. Più del 30% della popolazione mondiale
è senza elettricità (in
Africa più del 50% ed in molti paesi più del
90%). Intere zone del pianeta non
sono servite dalla elettricità. Invece, il consumo
energetico per trasporto è
diffuso in tutto il mondo (un quarto del consumo mondiale).
Perciò, ogni sforzo
per aumentare la produzione energetica di fonte rinnovabile per energia
elettrica
ed industriale avrà sull'inquinamento e sull'esaurimento
delle riserve effetti
limitati finché non si troverà una tecnologia
affidabile ed economica per usare,
direttamente o indirettamente, le fonti rinnovabili anche per i
trasporti.
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