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Per solare
termoelettrico [I1],
[E1],
[F1],
[ES1]
si
intende l’insieme delle tecnologie e dei sistemi
finalizzati a convertire la radiazione solare in energia elettrica
mediante
processi termodinamici.
Le
tecnologie del solare termoelettrico sono basate
sul principio che un
elemento assorbitore, investito da un intenso flusso di radiazione
solare
concentrata, può essere riscaldato a diverse centinaia di
gradi centigradi e
rendere disponibile energia termica ad una temperatura utile a
sostenere un ciclo termodinamico [I2]
[E2]
[F2]
[ES2]
dal quale ottenere lavoro meccanico convertibile in energia elettrica.
La
sperimentazione in questo settore, iniziata verso la fine degli anni
’70, ha
portato ad identificare tre filiere di impianti differenti:
- torre
solare (solar tower o power tower),
- parabole
lineari (parabolic trough),
- disco-parabole
(dish – Stirling).
Recentemente
si è aggiunta una quarta tecnologia:
- collettori
lineari di Fresnel (Compact Linear Fresnel Reflector
– CLFR).
Negli
impianti a torre solare la radiazione del sole
viene riflessa e
concentrata da specchi lievemente concavi, detti eliostati, su un
ricevitore
posto alla sommità di una torre. Gli eliostati si muovono in
modo coordinato in
modo che la radiazione riflessa e concentrata incida costantemente sul
ricevitore. Nel ricevitore circola un fluido che si riscalda e cede
calore in
un generatore di vapore di un ciclo
Rankine [I3]
[E3]
[F3]
[ES3].
Le
esperienze su questi impianti, effettuate durante i primi anni
’80, hanno
evidenziato che la generazione diretta del vapore in un ricevitore
risulta
problematica a causa della discontinuità della sorgente e
degli stress indotti
sui materiali. Si è passati quindi ad impianti che
utilizzano sali fusi come
fluido primario e che sono dotati di un sistema di accumulo
dell’energia
(costituiti da due serbatoi, uno di carica e l’altro di
scarica): ciò ha
permesso di superare la problematica dei transienti termici dovuti alla
variabilità del cielo e soprattutto di poter generare
energia elettrica per alcune
ore anche in mancanza di sole. La taglia massima per questi impianti
è
attualmente di 10 MWe.
Per
ridurre i rischi finanziari associati con lo sviluppo dei nuovi
impianti e per
diminuire l’incidenza del costo del kWh solare, gli impianti
a torre solare con
potenza superiore a 30 MWe saranno probabilmente integrati con gli
impianti
convenzionali a combustibili fossili. Molte soluzioni integrate sono
possibili
con cicli combinati a gas naturale e con impianti a carbone e a olio
combustibile funzionanti con ciclo Rankine.
Negli
impianti a parabole lineari la radiazione solare
viene concentrata
mediante parabole lineari specchianti su una tubazione isolata nella
quale
scorre olio sintetico che si riscalda fino a 390°C e che a sua
volta genera
vapore per un ciclo Rankine tradizionale.
Le parabole
lineari sono in grado di ruotare lungo l’asse longitudinale
in modo da
inseguire il moto del sole. Il componente chiave dei paraboloidi
lineari è il tubo
collettore, posto sulla linea di fuoco del paraboloide e costituito da
un tubo
di acciaio rivestito da una serie di materiali che determinano
un’altissima
assorbanza.
Le
taglie tipiche di realizzazione di questi impianti sono di 30 e 80 MWe.
Essi
sono costituiti da vasti campi solari realizzati mediante il
collegamento a
rete di lunghi loop di più collettori.
Attualmente
la ricerca sta lavorando in due direzioni diverse per conseguire
miglioramenti
a questa tecnologia:
- la
prima è quella del miglioramento della componentistica:
maggiore efficienza dei
tubi collettori, riduzione delle rotture meccaniche, maggiore
resistenza degli
specchi all’azione del vento, nuovi design e materiali per le
strutture dei
paraboloidi.
- la
seconda è quella della sostituzione del fluido primario,
ovvero il passaggio
dall’olio diatermico attuale al vapore o ai sali fusi.
L’utilizzo
del vapore punta alla riduzione dei costi d’impianto e di
generazione mediante l’eliminazione
del fluido primario e di tutta la sua componentistica, mentre
l’utilizzo
dei sali fusi punta ad un aumento della producibilità grazie
al miglioramento
del rendimento per effetto di una più alta temperatura di
esercizio e grazie
alla possibilità di aumentare la disponibilità
dell’irraggiamento solare
annuale mediante l’accumulo di grandi quantità di
energia termica.
Negli
impianti disco-parabole con motori Stirling un
paraboloide di alcuni
metri di diametro concentra la radiazione su un ricevitore di un motore
Stirling di alcuni kWe in grado di azionare direttamente un generatore
elettrico.
Essi
sono in grado di inseguire il sole nel suo moto diurno e di ritornare
automaticamente in posizione di alba durante la notte.