Energia idraulica.
Per energia
idraulica si intende l’energia
posseduta da grandi masse d’acqua
raccolte in un bacino o fluenti in fiumi o canali e trasformata in
energia
elettrica mediante l’uso di turbine idrauliche accoppiate
agli alternatori nelle
centrali idroelettriche.
Gli elementi principali che
consentono di realizzare la trasformazione dell’energia
idraulica in elettrica
sono essenzialmente tre:
- condotte forzate
[I1]
[E1]
[F1]
[ES1],
che
convogliano l’acqua alla turbina;
- turbina
idraulica [I2]
[E2]
[F2]
[ES2],
che trasforma
l’energia idraulica in energia
meccanica;
- generatore
elettrico [I3]
[E3]
[F3]
[ES3],
che trasforma
l’energia meccanica in elettrica.
Le condotta
può
essere considerata come un sistema che trasforma energia potenziale di
posizione in
energia potenziale di pressione. Infatti,
l’acqua imbocca le condotte forzate
dotate principalmente di energia potenziale di posizione.
All’uscita della
condotta la velocità non è variata di molto,
mentre il dislivello di quota si è
trasformato in un corrispondente aumento di pressione. In
realtà le condotte forzate presentano una
certa riduzione di sezione da monte a valle, per cui la diminuzione di
quota si
traduce in un aumento di pressione che in un aumento di
velocità.
Nella turbina avviene la trasformazione
in energia meccanica,in modo diverso a seconda che si tratti di una
turbina ad
azione o a reazione.
La turbina può essere rappresentata
come l’insieme di due blocchi:
- il
distributore, che è
l’organo fisso
avente le funzioni di immettere in modo continuo nelle parti mobili
della
turbina e di trasformare, in modo totale o parziale,
l’energia di pressione del
fluido in energia cinetica;
- la
girante, che è
l’organo nel quale l’energia
posseduta dall’acqua (solo cinetica oppure cinetica e di
pressione) viene
trasformata nell’energia meccanica posseduta la rotazione
dell’albero della
turbina e degli organi a esso collegati.
Esse si
distinguono in turbine ad
azione o a reazione, a seconda di come avviene la trasformazione
dell’energia
cinetica di pressione in cinetica.
Nelle turbine ad azione (Pelton) il
distributore trasforma l’energia potenziale di pressione in
cinetica; l’acqua
uscendo dal distributore a elevata velocità, spinge le pale
della girante
mettendola in rotazione.
Nelle turbine ad azione (Francis, a
elica, Kaplan) il distributore, essendo interno alla macchina, non ha
lo sbocco
a pressione atmosferica; in esso non avviene interamente la
trasformazione dell’energia
di pressione in cinetica, per cui all’uscita del distributore
l’acqua ha un’energia
di pressione residua e la trasformazione viene completata nella
girante.
Le macchine sincrone trifasi sono
generalmente di elevata potenza, dato che arrivano alle centinaia di
megavoltampere, di grandi dimensioni e funzionanti in media tensione (10 - 20 kV).
Vengono impiegate come generatori nelle centrali di produzione
dell'energia
elettrica, in modo da trasformare in elettrica la potenza meccanica che
viene
loro fornita dal motore primo (turbine idrauliche, a vapore o a gas).
Vi sono
anche macchine di minor potenza e tensione (230/400 V), mosse da motori
diesel
e usate nei gruppi elettrogeni per avere disponibilità di
energia nei luoghi
non serviti da reti elettriche (per èsempio cantieri in zone
non elettrificate)
e per l'alimentazione dei servizi di emergenza, nel caso di mancanza
della
tensione di rete.
Le parti principali di un alternatore
trifase sono le seguenti:
- albero
meccanico, a cui viene collegato quello del motore primo
per trasmettere la
potenza meccanica all' alternatore; è realizzato in acciaio
e deve sopportare
le sollecitazioni derivanti dal peso della parte mobile, dalla coppia
trasmessa
e dalla forza centrifuga che si manifesta durante la rotazione; le
macchine
sincrone, a seconda del tipo, possono essere montate sia con albero
orizzontale
(come in figura) che verticale;
- circuito
magnetico rotorico, fissato all'albero e rotante con esso,
interessato dalle
linee di flusso del campo magnetico della macchina per il tratto
relativo al
rotore;
- avvolgimento
rotorico, avente la funzione di creare il campo magnetico
che consente il
funzionamento della macchina (avvolgimento induttore o di eccitazione);
- circuito
magnetico statorico, fissato meccanicamente alla cassa
statorica e separato da
quello rotorico da uno strato d'aria detto traferro; esso è
formato da lamierini
ferromagnetici a forma di corona circolare, impaccati in modo da
ottenere lo sviluppo
assiale voluto e che presentano, lungo la circonferenza interna, delle
cu : per
l'alloggiamento dei conduttori dell'avvolgimento statorico;
- avvolgimento
statorico, formato da matasse con i lati posti nelle cave
statoriche diviso in
tre fasi disposte con gli assi a 120°; a causa della rotazione
del campo induttore
1'avvolgimento statorico diventa sede di tensioni e correnti indotte
che crea
un campo magnetico di tipo rotante trifase (reazione d'indotto), per
cui il
regime di funzionamento della macchina è determinato dalla
sovrapposizione dei
due campi, rotorico e statorico;
- cassa
statorica, formata da lamiere d'acciaio e avente il
compito di sostenere il nucleo
magnetico statorico e di consentire il fissaggio della macchina al
basamento nelle
macchine di grandi dimensioni viene divisa in due parti per ragioni
costruttive;
- sistema
di raffreddamento, particolarmente importante per queste
macchine, data la
notevole entità della potenza persa, proporzionale alla
elevata potenza
elettrica resa; a seconda della potenza della macchina il
raffreddamento può
essere effettuato con aria, con liquido (acqua demineralizzata) e con
gas
(idrogeno), mediante la predisposizione di opportuni canali di
ventilazione, sia i circuiti magnetici che in quelli elettrici (uso di
conduttori con
sezione
cava).
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