Traumatologia e Riabilitazione. La Lombosciatalgia di Elena Cimma (lacimma@libero.it)

Biomeccanica del rachide

La postura statica

La postura statica [ML I-F] [I 1] [I 2] [I 3] [I 4] [E 1] [F 1] [F 2] è affidata in larga misura alla funzione dei legamenti, e aiutata in modo discontinuo dalla muscolatura, richiamata in modo riflesso da stimoli propriocettivi, provenienti dai legamenti stessi e dalle articolazioni. I muscoli di un individuo in posizione eretta, ma rilassata, sono quasi del tutto elettromiograficamente silenti. Le strutture legamentose sono attivate soltanto da sollecitazioni meccaniche eccessive, non dalla fatica. Quest’attività muscolare può essere definita come tono, e coadiuva l’apparato legamentoso nel mantenere la postura statica. Se però si presenta un atteggiamento posturale viziato , o si rimane a lungo in una medesima posizione affaticando ed esaurendo la funzionalità muscolare, i legamenti vengono stirati, causando dolore.

Il rachide in movimento

Il movimento della colonna vertebrale [I1] [E 1] vista nell’insieme, può essere paragonata ad un’ asta flessibile a snodi, grazie ai singoli movimenti vertebrali, ed in particolare nei dischi intervertebrali, del nucleo polposo. I legamenti longitudinali, plastici e robusti, limitano le escursioni in flessione. La guida del movimento è rappresentata dalle articolazioni posteriori. La cinetica lombare si realizza nel breve arco delle cinque vertebre, che lo compongono, con sollecitazioni nettamente maggiori rispetto alle sovrastanti, e quindi con un carico ed un’usura elevata.

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Edurete.org Roberto Trinchero