Eppure in tutta Europa si sta verificando un aumento degli atti di violenza motivati da intolleranza razziale [FR1].
Basti pensare al gruppo di “Nazi” altoatesini protagonisti del “turismo dell’Olocausto”
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che si sono fatti scattare istantanee per dimostrare un primato ideologico.
In una si vede come, fieri, facciano il saluto hitleriano davanti al cippo che ricorda il forno crematorio
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di Dachau. In un’altra, si mostrano in posa, compiaciuti, accanto a quella scritta agghiacciante 'Arbeit macht frei'
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sul cancello che migliaia di ebrei hanno varcato una sola volta.
Il procuratore di Bolzano dice che non si è compreso fino in fondo il potenziale di offesa e di pericolosità di questi gruppi e che per poter meglio controllare il fenomeno, è necessario seguirlo, monitorarlo e conoscerlo. Alla domanda: “Che idea si è fatto di queste persone?”, ha risposto: “Presi singolarmente sono giovani con poca personalità e poco carattere: trovano un'identità forte solo nel gruppo”.
In un rapporto pubblicato dall’organizzazione Human Rights First
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si legge: “Gli Stati europei devono porre fra le priorità politiche la necessità di combattere i crimini legati all'odio razziale”.
L’intolleranza, il razzismo, l’odio contro chi è diverso sono ancora radicati nel cuore degli uomini, per questo molti pensano che la società civile debba ricordare oggi più che mai, perché la dignità dell’uomo non venga più calpestata.