Fino al 1943 vi fu un periodo contrassegnato dalla persecuzione dei diritti, mentre il periodo 1943-1945 dalla persecuzione delle vite
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contro gli ebrei nell’Italia centro-settentrionale sottoposta all’occupazione militare del Terzo Reich e alla nuova Repubblica sociale italiana.
Dopo L’armistizio dell’8 Settembre 1943 l’Italia fu occupata a sud dalle forze alleate e a nord dai tedeschi che avevano liberato Mussolini insediatosi a capo della Repubblica Sociale Italiana denominata Repubblica di Salò: R.S.I.
La R.S.I. inasprì le misure antiebraiche adottate dal regime fascista e dichiarava che gli Ebrei erano degli stranieri da considerarsi nemici. Questa affermazione legittimò la politica di sterminio e la collaborazione con le autorità tedesche per la deportazione degli Ebrei Italiani.
Il 30 Novembre furono disposti:
- il sequestro delle proprietà degli Ebrei;
- il loro arresto;
- il loro internamento.
A Fossoli
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, in Emilia, fu allestito un campo di raccolta nazionale, dove gli Ebrei venivano riuniti per essere mandati ad Auschwitz.
I Tedeschi fecero costruire anche un altro campo di concentramento in territorio italiano presso l’ex risiera di San Sabbia
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, in provincia di Trieste. Questo era considerato un luogo di transito verso centri di prigionia collocati più a est, in esso furono internati Ebrei, partigiani e antifascisti.
Violenze e assassini di ogni genere furono praticati senza alcuna pietà anche con l’impiego di una rudimentale camera a gas. Sono state stimate tra le 1000 e le 2000 vittime in maggioranza non ebree.
È necessario ricordare che molti Ebrei furono aiutati da una parte importante della popolazione italiana e che, per questo, riuscirono a salvarsi; ma è ugualmente importante sottolineare che altri furono arrestati per la collaborazione dei civili che li segnalavano dietro compenso economico. In conseguenza alle deportazioni furono sterminati 6219 Ebrei italiani.