Il Manifesto della razza ariana e la legislazione antiebraica
Mussolini proclamò il Manifesto della razza ariana
[IT1]
[IT2]
[IT3]
[EN1]
[FR1]
, che fu redatto da dieci scienziati e pubblicato sul quotidiano "Il giornale d’Italia" del 14 Luglio 1938. In esso si stabiliva che il concetto di razza è un concetto puramente biologico.
Il concetto di razza è concetto puramente biologico.
Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose.[…]
Esiste ormai una pura "razza italiana". Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall'altra. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
Gli ebrei non appartengono alla razza italiana.[…]
Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
Successivamente, il 6 Ottobre 1938, il Gran consiglio del fascismo approva la Dichiarazione sulla razza, testo che detta le linee generali della legislazione antiebraica
[IT1]
[IT2]
in corso.
Alcune disposizioni antiebraiche italiane
[IT1]
furono, al momento in cui vennero varate, maggiormente persecutorie di quelle vigenti in Germania; ad esempio, l’espulsione totale degli Ebrei studenti dalle scuole pubbliche venne decisa da Roma il 2 Settembre 1938 e da Berlino oltre due mesi e mezzo dopo. Tale capacità di primato costituisce l’aspetto più appariscente di un’effettiva autonomia di elaborazione e di azione.
Tra il 7 e il 10 Novembre 1938, il Consiglio dei ministri approva un secondo gruppo di provvedimenti legislativi antiebraici.
Alcuni provvedimenti legislativi antiebraici emanati tra il 1938 e il 1943:
Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito.
I cittadini Italiani di razza ebraica non possono: prestare servizio militare in pace e in guerra; essere proprietari di terreni che, in complesso, abbiano un estimo superiore a lire cinquemila.
Il genitore di razza ebraica può essere privato della patria potestà sui figli che appartengano a religione diversa da quella ebraica, qualora risulti che egli impartisca ad essi un’educazione non corrispondente ai loro principi religiosi o ai fini nazionali.
Alle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, frequentate da alunni italiani, non possono essere iscritti alunni di razza ebraica.
Nelle scuole d’istruzione media frequentate da alunni italiani è vietata l’adozione di libri di testo di autori di razza ebraica.[…]
20/48
|