Narcomafie (Emisfero Nord - Emisfero Sud del mondo) di Luigi Ampola (luigamp@libero.it), Angelo Giorgio(a.giorgio@reply.it), Paola Molino (molarina@hotmail.com), Claudia Olivero(claudia.olivero@email.it)

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Economiche

Ad oggi il traffico degli stupefacenti è divenuto il commercio più diffuso al mondo e la droga una delle merci universali in circolazione. Il Narcotraffico, benché nato e sviluppatosi un decennio prima del mercato globalizzato è ad esso strettamente connesso, avendo assunto le sue caratteristiche di produzione e distribuzione industriale proprio all'interno di questo mercato. Ma qual è la vera forza di un commercio così largamente diffuso ? Le cause e le concause sono molteplici, sia sociali (si veda il paragrafo successivo) che economiche; ma ciò che accomuna tutti gli studi fatti è l'analisi secondo cui la forza di questo commercio sia dovuta alla sua capacità di produrre profitti a molti livelli della scala gerarchica: dal manager della grande città, al piccolo spacciatore di periferia. Gli è inoltre riconosciuta la capacità di autofinanziamento, che deriva dall'espansione del commercio stesso e dai finanziamenti ad esso riconducibili.
La caratteristica principale di questo commercio è il controllo capillare della produzione e della distribuzione, secondo una gerarchia efficace e ben definita.

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Non è difficile intuire (visti l'estesa rete del narcotraffico, i punti di forza, le complicità e le forze che ne scaturiscono) che i profitti del narcotraffico sono enormi, anche se è difficile darne una stima esatta. E' comunque abbastanza verosimile che il volume di affari superi di molto, il PIL di parecchi degli stessi Paesi coinvolti. Interessante allora è capire dove questi guadagni vadano a finire. Il riciclaggio del denaro sporco è uno dei punti in cui si concentrano maggiormente gli sforzi degli investigatori, perchè è facilmente intuibile lo stretto legame che sicuramente viene a crearsi con l'economia mondiale sana.
Il giudice Falcone asseriva che se non fosse possibile riciclare con facilità i profitti illeciti ricavati, non sarebbe possibile neanche il traffico di droga, almeno ai livelli attuali. Col riciclaggio, però, si entra in un campo molto delicato che riguarda gli assetti della finanza internazionale. E' noto, infatti, che nei mercati ormai globalizzati vi siano alcune "zone oscure" in cui è molto difficile penetrare per sapere qualcosa. Questi "buchi neri" sono rappresentati dalle piazze finanziarie offshore, o meglio ancora dai cosiddetti "paradisi fiscali e finanziari". Sono questi i principali soggetti economici su cui gli investigatori stanno da tempo puntando l'attenzione. Infatti, quando le indagini giungono davanti alle porte delle banche o dei trust offshore inevitabilmente si bloccano per via del rigido segreto bancario da esse opposto a ogni richiesta di informazioni. L'esistenza di questo segreto è un problema che coinvolge anche alcuni Paesi europei, come l'Inghilterra, il Lussemburgo, l'Austria, la Svizzera, Malta e Cipro. [En23] Ma ancor di più riguarda Paesi lontani, come i microstati insulari dei Caraibi e del Pacifico, spesso ex domini inglesi. A questi si aggiunge poi il problema rappresentato dai Paesi dell'est europeo, che dopo la caduta dei vari regimi comunisti hanno cominciato ad attrarre capitali da tutto il mondo senza operare controlli sufficienti per scoraggiare il riciclaggio del "denaro sporco".

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Edurete.org Roberto Trinchero