- In America-
In America
Quando si parla di America si parla di due realà nettamente distinte, ma strettamente correlate. Di seguito prenderemo in considerazione ambeue gli scenari.
America latina
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Nel dopoguerra, tra 1945 e 1958, il crollo del prezzo del caffè
innescò una gravissima crisi economico-sociale che colpì tutti
i paesi produttori, per primo il Sudamerica.
In Colombia
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, in particolare negli anni '50, i due partiti tradizionali
(liberale e conservatore) crearono una fragile alleanza che finì a causa di una
serie di golpe del gen. Pinilla e le forze comuniste ribelli (FARC),
rigettando il paese in una condizione di instabilità politica e sociale.
In queste condizioni nacquero i "cartelli dei narcotrafficanti"
internazionali legati al mercato della cocaina ed assunsero
il controllo di intere regioni del paese.
Per tutto il corso degli anni '70 e '80 nessun tentativo
(vero e fasullo) delle autorità di riportare ordine nel Paese
è andato a buon fine.
Nel corso degli anni '90 fino ad arrivare ai giorni nostri, si è assistito
ad una guerra civile più o meno dichiarata.
In questo scenario destabilizzante i narcos colombiani appoggiati dalle
organizzazioni criminali mondiali, che offrivano supporto
in termini di armi e finanziamenti, crearono la più grande catena produttiva mondiale
di drogha.
In pochi anni la produzione e lo smercio di cocaina
hanno reso le centrali della droga
sudamericane dei veri e propri centri di potere,
dotati di notevoli mezzi economici e di arsenali bellici.
I Paesi maggiormente interessati
alla produzione di cocaina sono il Perù,
la Bolivia, il Cile, il Messico, l’Ecuador, l’Argentina e il Brasile.
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E' però la Colombia
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il paese sudamericano maggiormente coinvolto nella produzione e nel traffico di sostanze stupefacenti.
Questi narcotrafficanti stanno promuovendo un nuovo
"trend" che ha fatto dell'Africa occidentale
il punto di appoggio per il traffico di stupefacenti
diretto verso il "vecchio continente".
Infine se da una parte gli interventi per il
rafforzamento delle leggi contro il narcotraffico
hanno avuto un certo successo in Nord America,
dall'altra l’Europa è diventata un grande mercato
per le droghe ed in particolare per la cocaina
proveniente dal Sud America.
Nord America (Stati Uniti)
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Dal dopoguerra in avanti, parallelamente al grande sviluppo economico, negli Stati Uniti si sono sviluppate e ramificate molte organizzazioni criminali che hanno basato lo sviluppo dei propri introiti sul commercio e sullo smercio di sostanze stupefacenti sia all'interno del Paese che nei mercati internazionali.
Grazie alla vicinanza con i Paesei produttori, e grazie alle cospicue possibilità finanziarie del Paese, in breve tempo gli Stati Uniti sono divenuti i primi consumatori di cocaina al mondo.
Come in molti aspetti della società statutinitense, anche in questo campo il Paese nordamericano vive una serie di contraddizioni. Da sempre, infatti, pur rimanendo il più grande mercato di consumo e distribuzione delle sostanze stupefacenti, è stato con la sua Intelligence in prima linea nella lotta al narcotraffico.
Vale la pena quindi analizzare il commercio mondiale sulla base di quelle che sono le fonti più attendibili: le inchieste investigative e giornalistiche.
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Messico
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Secondo una stima recente, attraverso questo paese passa il 70% della cocaina ed il 50% della marijuana distribuite negli USA.
I motivi che stanno alla base di un mercato così florido sono da ricercarsi nella fragilità delle istituzioni di questo stato.
Agli inizi degli anni '80 ci fu una guerra alla droga guidata dal presidente Ronald Reagan e da George Bush, all’epoca vice presidente. Bush si occupò di mettere in piedi un enorme dispositivo di controlli marittimi e aerei per frenare l’arrivo delle navi e dei velivoli che, passando dai Caraibi, inondavano gli Stati Uniti di cocaina proveniente dalla Colombia. I potenti cartelli colombiani, che avevano in mano una grossa fetta del traffico di cocaina verso il Nord America, si adattarono rapidamente alla nuova situazione e presero accordi con i piccoli contrabbandieri messicani per trasportare la coca via terra, attraverso la lunghissima frontiera che corre lungo il Rio Grande.
I cartelli messicani cominciarono così la loro inarrestabile ascesa verso l'egemonia del controllo del marcato negli Stati Uniti.
I messicani sono oggi particolarmente attivi nel traffico di droga (marijuana, cocaina, eroina).
Un altro elemento connesso alla presa di potere da parte di questi clan, è il vertiginoso aumento delle tossicomania all’interno del Paese, un fenomeno che sta prendendo delle dimensioni allarmanti. La politica del governo messicano è incentrata sulla repressione, ed investe in questo modo una cifra di denaro che si stima pari a 20 volte superiore rispetto ad una strategia di prevenzione.
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